COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

27 ottobre 2009

2009/10/27 Civitavecchia: La Centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord è fuorilegge.

Tratto da L'Agone.it
CENTRALE A CARBONE DI CIVITAVECCHIA, LE PRESCRIZIONI MANCATE SU MONITORAGGIO QUALITA’ ARIA, BIOMONITORAGGIO AMBIENTALE E TRAPIANTO POSIDONIA

DENUNCIA DELLA GOLETTA VERDE DI LEGAMBIENTE, CHE INVIERA’ SEGNALAZIONI AD AUTORITA’. A GIORNI LA CONSEGNA DI UN ESPOSTO ALLA PROCURA.

A Civitavecchia la maldigerita centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord è in parte ormai avviata, ma sul fronte delle prescrizioni previste a tutela dei cittadini e dell'ambiente, invece, il ritardo è enorme.
La rete di monitoraggio della qualità dell'aria non è completa e comunque le centraline sono collocate in punti inadatti alla rilevazione, i dati dell'inutile Osservatorio Ambientale non vengono comunicati dal 2005, mentre la rete dell'ARPA deve ancora essere avviata. Il biomonitoraggio ambientale non considera diversi aspetti e per certi versi è stato condotto con metodologie ormai superate. '
Ciliegina sulla torta' il già discutibile trapianto di Posidonia Oceanica presenta diverse aree distrutte, per le quali non sembra esistere nessuna manutenzione.

Sono queste le prescrizioni di legge seriamente mancate secondo Legambiente –vedi Decreto VIA n. 680/2003 del Ministero dell’Ambiente- in uno degli impianti più contrastati d'Italia, la centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, a Civitavecchia (Rm), che la Goletta Verde degli ambientalisti ha denunciato oggi. L’associazione del cigno verde ha aggiunto che tali gravi mancanze saranno segnalate alle istituzioni di controllo, per verificare se sia possibile in queste condizioni l'esercizio stesso della centrale, ma anche che a giorni sarà inoltrato un esposto alla Procura di Civitavecchia.

Oggi la centrale è in piena fase di riconversione, la produzione di energia dal carbone da parte di una delle sezioni va avanti dal giugno 2009 e mancano ormai poche settimane perché anche la seconda sezione entri in esercizio, dopo l'avvio a gas. L’impianto, che una volta entrato completamente in azione, diventerà il secondo più dannoso in Italia per effetto serra, con una produzione di circa 9,7 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni di un Paese come l’Estonia, al momento sta tra l'altro operando con una sorta di proroga dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Legambiente punta il dito su diverse incongruenze contenute nella domanda per il rinnovo già evidenziate con delle Osservazioni inoltrate nello scorso agosto alla Direzione generale per la salvaguardia ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare: la mancanza di un'analisi di area vasta, non è esauriente la descrizione del tipo e dell'entità delle emissioni, né la definizione dei valori limite, non vengono descritte le caratteristiche chimico fisiche del carbone utilizzato, non sono esplicitati né il carico inquinante delle acque depurate, né la gestione dei fanghi.

“La vicenda della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia ha superato ogni limite, l'impianto contrastato con determinazione dai cittadini e da molte istituzioni, con referendum, manifestazioni, iniziative è in fase di avviamento e diverse prescrizioni di legge sono, a nostro avviso, disattese, è indecente andare avanti in questo modo -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Va progettata e installata una rete di monitoraggio della qualità dell'aria degna di questo nome, definendo le collocazioni in base alle ricadute degli inquinanti ed ai venti: oggi, a centrale avviata, quella dell'inutile Osservatorio ambientale non comunica dati dal 2005, mentre quella dell'ARPA dovrebbe essere avviata solo a fine anno ed abbiamo scritto per conoscere la posizione delle centraline. I dati del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni SME non sono resi noti e non sappiamo nemmeno se esistano. Il biomonitoraggio ambientale va rifatto, quello presentato ha diversi aspetti non considerati e per molti versi è datato, eppure è lo strumento fondamentale per valutare nel tempo le ricadute ambientali del carbone. Anche sul discutibile trapianto di Posidonia emergono diversi problemi e non sembra proprio essere prevista nessuna manutenzione. Tutto ciò delinea un quadro di insicurezza che ci porta a chiedere un immediato intervento delle istituzioni e degli organismi di controllo, anche per verificare se sia possibile in queste condizioni l'esercizio stesso della centrale, ma nei prossimi giorni consegneremo anche un esposto alla Procura chiedendo di valutare eventuali profili di reati omissivi.”

Non convincono affatto i documenti relativi alle campagne di biomonitoraggio ambientale, peraltro affidati ad enti legati alla società di produzione elettrica: il primo materiale consegnato al Ministero dell’Ambiente presenta uno studio datato, condotto con metodologie di indagine superate.
Il secondo studio risulta carente su diversi fronti, in particolare non utilizza biosensori attivi per il monitoraggio dell’ozono troposferico (O3) e nel ventaglio di ricerca degli elementi chimici, non vengono monitorati il Berillio e il Tellurio, ignorando il fatto che il carbone sia probabilmente addirittura la fonte principale di Tellurio.
Problemi anche sul discutibile trapianto di un ettaro di posidonia oceanica, inserito tra le prescrizioni per mitigare l’impatto della “Darsena Energetico Grandi Masse”: un controllo svolto con alcuni sub, in accordo con Legambiente, su sei aree individuate in modo casuale, ha evidenziato seri problemi almeno nel 50 % dei casi: la prateria è in pessimo stato, molto diradata e con presenza di materiale non marino, come il cemento armato, danneggiato dalle ultime mareggiate.

“Sulla tanto magnificata centrale del ridicolo carbone pulito di Torre Valdaliga Nord emergono diversi seri problemi, soprattutto sul fronte dei monitoraggi, che preoccupano moltissimo -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-.
Rispetto alle emissioni di anidride carbonica è ormai chiaro che il carbone è il peggiore combustibile fossile sul pianeta, tanto che inizieremo presto a pagare salate multe per i danni causati dalla mancata riduzione della CO2, sul fronte dei cambiamenti climatici. Anche per quanto riguarda gli inquinanti locali, mancano in sostanza seri controlli delle ricadute ambientali, in quello che è uno dei più grandi poli energetici del nostro paese. Servono risposte immediate, rispetto a questi problemi, visto anche che la centrale sta operando con una specie di proroga dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, per il rinnovo della quale ci sono questioni di non poco conto.
Va più complessivamente colta l'occasione dell'approvazione del piano energetico regionale per ridurre la pressione sull'area, confermando la proposta di dismissione per l'altra centrale di Torre Valdaliga Sud (TVS), che sorge a pochi metri da questa.
Una discussione che deve tenere conto degli obiettivi fissati dal piano stesso, per il risparmio, l'efficienza e le rinnovabili, che possono garantire e veder crescere nel complesso i livelli occupazionali, ma che soprattutto deve vedere sventata l'ipotesi ventilata di riconvertire anche una parte di TVS a carbone, magari bruciandoci poi il CDR di Roma.”


È noto, infatti, che la centrale –una volta a regime produrrà 1.980 megawatt, per 6.500 ore all’anno di lavoro a pieno carico, con un rendimento del 45%- fa parte di uno dei più grandi poli di produzione termoelettrica d’Europa: oltre 6.700 MW, considerando Torre Valdaliga Sud (TVS) e Montalto di Castro.
Secondo i dati del 2006 dell’Inventario Nazionale delle Emissioni (INES), si evidenzia per questi impianti il superamento di diverse soglie, a cominciare dalle quelle previste per gli ossidi di zolfo (Montalto 7.920 tonnellate/anno e Civitavecchia TVS 1.283 t/a, soglia di 150 t/a) e per gli ossidi di azoto (Montalto 2.815 t/a, soglia di 100 t/a), per continuare con il cadmio (Civitavecchia TVS 23,1 kg/a, soglia 10 kg/a), il cromo (oltre la soglia di 100 kg/a due punti di Civitavecchia TVS, con 322 kg/a e 165 kg/a) e il nichel (Montalto 437 kg/a, Civitavecchia TVS 325 kg/a e 149 kg/a contro soglia 50 kg/a).

'Goletta Verde nel Lazio' di Legambiente continua il suo viaggio: prossimo appuntamento sabato 31 Ottobre, con il “No Nuke Day” a Montalto di Castro (Vt), ultima tappa della campagna regionale di informazione e analisi sul litorale e sul mare del Lazio giunta alla sua quarta edizione, organizzata dall’associazione ambientalista con il contributo dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i popoli della Regione Lazio.

Nessun commento: