Tratto da" Il Corriere del Veneto .it"
Porto Tolle, l’inchiesta si allarga Commissioni Via, nuovi indagati
L’accusa è abuso d’ufficio in concorso. Componenti da identificare
La centrale di Porto Tolle
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ROVIGO – Si allarga l’inchiesta della procura rodigina sulla conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Non c’è solo la verifica sul possibile nesso di casualità tra attività della centrale a olio e l’insorgenza di malattie respiratorie nella popolazione minorenne residente nel raggio di 25 chilometri a interessare i magistrati Manuela Fasolato e Dario Curtarello che si stanno occupando del fascicolo. I capi d’imputazione sono ben più ampi e chiamano in causa direttamente la commissione per la valutazione d’impatto ambientale (Via) della Regione e quella del ministero dell’Ambiente che hanno dato l’ok al progetto di conversione a carbone a Polesine Camerini. Per i componenti delle due commissioni, ancora da identificare, per l’attuale amministratore delegato del colosso energetico Fulvio Conti e per l’ad di Enel Produzione Spa Leonardo Arrighi l’accusa, pesante, è di abuso d’ufficio in concorso.
In sostanza il semaforo verde dato al carbone, secondo la procura, avrebbe procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale permettendo una conversione dal peggior impatto sul territorio rispetto ad altri sistemi, arrecando un danno ai residenti. Arrighi, per altro, deve rispondere in concorso, assieme a persone da identificare, dei reati di falsità materiale e ideologica con l’aggravante di aver ingannato altre persone. In sostanza l’ad di Enel Produzione si è mosso per creare le condizioni adatte per ottenere pareri di compatibilità ambientale riguardante la riconversione, considerati dall’accusa non veri dato che garantivano prestazioni migliori rispetto a fonti d’alimentazione come il gas o olio combustibile «ambientalizzato».
Dell’accusa di omessa cautela riguardo agli infortuni sul lavoro rispondono, con Arrighi, Renzo Busatto e Carlo Zanatta, ex direttori della centrale; l’attuale amministratore delegato di Enel Fulvio Conti e i suo predecessori Franco Tatò dal 1996 al 2002 e Paolo Scaroni fino al 2005; Antonino Craparotta, ex presidente di Enel produzione, e Giuseppe Antonio Potestio, anch’egli in passato ai vertici della Divisione Enel produzioni e progettista dell’impianto ad olio combustibile. Con loro, ancora una volta, componenti delle Commissioni Via regionale e ministeriale da identificare. Per la procura rodigina gli indagati hanno, a vario titolo, omesso di collocare tecnologie idonee a prevenire disastri, contravvenendo alla legge regionale 36 del 1997. Si tratta del provvedimento che istituisce l’ente Parco del Delta del Po, e che viene considerato nella parte che stabilisce l’alimentazione a metano per la centrale con relativo obbligo di presentazione del piano di riconversione entro un anno dall’entrata in vigore della legge. Gli otto, inoltre, avrebbero creato pericoli per l’insorgenza di malattie respiratorie e deteriorato l’ambiente
I commissari, invece, per la procura hanno emesso documenti favorevoli alla compatibilità ambientale del carbone nonostante fossero in contrasto con quanto presentato dall’Arpav di Rovigo, e anche nello stabilire le prescrizioni sul funzionamento a carbone avrebbero fatto altrettanto esponendo la popolazione ad emissioni in atmosfera potenzialmente dannose per la salute. Sul fronte delle omissioni di cautela, la procura il 9 febbraio affiderà un incarico a due consulenti per verificare lo stato di salute di una cinquantina di bambini colpiti, tra il 2000 e 2006, da malattie respiratorie. Lo scopo è verificare se vi sono stati dei peggioramenti o meno di salute dopo quell’arco di tempo. I risultati arriveranno in autunno...........Leggi l'articolo integrale
Antonio Andreotti
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Tratto da " New notizie "Quotidiano on lineEnel, nuovi indagati sulla centrale di Porto Tolle: a rischio la salute pubblica?
Partendo da uno studio che va dal 2000 al 2006 e che si basa sull’aumento dell’utilizzo di farmaci anti-asma o comuque volti a guarire o limitare vari tipi di malattie respiratorie, da parte degli abitanti in un raggio di 25 km attorno alla centrale Enel di Porto Tolle, la procura di Rovigo apre un nuovo filone dell’inchiesta sui presunti illeciti che riguardano la centrale Enel di Porto Tolle. I danni maggiori tra l’altro li avrebbero subìti i minorenni, dallo studio emerge infatti come siano loro i più colpiti da un“qualcosa” che potrebbe essere determinato dalla centrale di proprietà del colosso energetico.
Leonardo Arrighi, autore dell’accordo della conversione a carbone della centrale è uno degli indagati, proprio dal carbone tra l’altro potrebbero venire i problemi respiratori causati ai residenti della zona.
Una recente ricerca spagnola pubblicata su Science of Total Environment, ha dimostrato che chi abita in prossimità di centrali alimentate a carbone rischia molto di più di ammalarsi di tre tipi di tumore : del polmone, del laringe e della vescica. Lo studio ha preso in considerazione circa 200 000 decessi, un campione decisamente ampio. Certo poi dipende dalla capacità dei depuratori e dalle misure di sicurezza in genere adottate dalla centrale, ma il sospetto comunque resta. Difficile pensa che se si hanno problemi solo nella zona vicino ad una centrale Enel, la stessa non c’entri assolutamente niente, a prescindere dalle dichiarazioni ufficiali degli addetti ai lavori.
A corollario, gli stessi ricercatori spagnoli hanno aggiunto che le centrali a carbone emetterebbero anche sostanze radioattive (Uranio e Torio), in quantità infinitamente superiore a quelle di una centrale nucleare; se fosse così non ci sarebbe niente di cui stupirsi rispetto ai problemi respiratori del minori nella zona di Porto Tolle.........
L’accumulo dei metalli pesanti all’interno del corpo sarebbe uno dei risultati più chiarificatori dello studio citato all’inizio, condotto dalle Asl di diversi comuni limitrofi alla centrale e da alcune associazioni. Il 9 Febbbraio la procura ha fissato un incidente probatorio dove allo scopo di verificare eventuali modificazioni dei risultati dello studio in questione. ........
Anche se ovviamente è ancora tutto da verificare, se fosse confermata l’ipotesi della procura la situazione sarebbe a dir poco intollerabile e la centrale andrebbe chiusa nell’immediato. Tale ipotesi tra l’altro è inquietante; pensare che per puri fini commerciali ci sia qualcuno, anche in Italia, che agisce ignorando bellamente i rischi alla salute pubblica farebbe veramente imbestialire.
A.S
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