Tratto da Ticinonline.it
Futuro nero come il carbone
Chi tra i granconsiglieri si sporcherà le mani con il carbone colombiano?
I ticinesi vogliono che i nostri soldi siano investiti in Ticino per valorizzare le risorse energetiche di casa nostra come acqua, sole e vento. Vogliono che il Ticino si renda il più possibile energeticamente autosufficiente e meno dipendente dall’estero. Non vogliono che i nostri capitali vengano bruciati in un investimento senza senso come quello della centrale a carbone di Lünen. La partecipazione furtivamente anticipata dalla nostra azienda elettrica nella Trianel va ritirata al più presto, prima che sia azzerata come altri anticipi fatti da AET (come ASG Power e Geopower, vedi rapporto di revisione del 2008).
Mentre negli altri cantoni, come a Ginevra e Zurigo, le grandi aziende elettriche vanno nella direzione di uno sviluppo sostenibile, la nostra cara AET va in direzione opposta, forse anche per una mancanza di indicazioni chiare da parte del Governo. Come scriveva Sergio Salvioni circa un anno fa, mai in oltre 15 anni, il Consiglio di Stato si è espresso con chiarezza su intenzioni e strategie in materia energetica.
Ci lamentiamo per gli attacchi al segreto bancario, alla nostra piazza finanziaria, alle nostre istituzioni, per lo scudo fiscale e l’Azienda Elettrica Ticinese cosa fa? Contrariamente a quanto pubblica sul suo periodico (Zoom 1/2010 “Uno sguardo rivolto al sole”) investe i nostri soldi in una centrale senza futuro in Germania, che funzionerà con carbone proveniente dalla Colombia! Per onestà e trasparenza verso il popolo ticinese il voto sull’investimento milionario che si svolgerà la settimana prossima in Gran Consiglio dovrebbe assolutamente essere fatto con sistema nominale e reso pubblico!
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non hanno ancora capito che il carbone, una volta giunto in Germania, sarà già costato più di quanto potrà mai rendere energeticamente.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non sanno o che fingono di non sapere che i costi di costruzione della centrale di Lünen sono già più che raddoppiati, deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che dal 2013 raddoppierà pure il costo dei certificati di emissione per il CO2.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che il movimento popolare contrario alla centrale si è presentato per la prima volta alle elezioni nell’agosto 2009 ed ha eletto alla prima apparizione 7 consiglieri su 54 con circa il 13% dei voti, e che il movimento ha inoltrato ricorso ed è disposto ad andare sino alla Corte Europea se necessario, e che se dovesse aver successo, l’investimento (compresi i milioni dell’AET) sarebbe fallimentare.
I ticinesi chiedono ai loro deputati di attivarsi affinché AET investa in Ticino anziché all’estero, specialmente in periodo di crisi. I ticinesi chiedono ai loro deputati di vegliare che l’azienda resti coi piedi per terra, anziché imitare Swissair e UBS in investimenti che promettono facili guadagni a rischi elevati.
I cittadini ticinesi lanciano un monito ai loro deputati:
“se un giorno saremo costretti a vendere le nostre centrali idroelettriche per salvare AET, i nomi di questi granconsiglieri dovranno essere pubblicati sulle prime pagine dei giornali, dovranno passare alla cassa e allora sarà inutile cercare di lavarsene le mani…”
I ticinesi vogliono che i nostri soldi siano investiti in Ticino per valorizzare le risorse energetiche di casa nostra come acqua, sole e vento. Vogliono che il Ticino si renda il più possibile energeticamente autosufficiente e meno dipendente dall’estero. Non vogliono che i nostri capitali vengano bruciati in un investimento senza senso come quello della centrale a carbone di Lünen. La partecipazione furtivamente anticipata dalla nostra azienda elettrica nella Trianel va ritirata al più presto, prima che sia azzerata come altri anticipi fatti da AET (come ASG Power e Geopower, vedi rapporto di revisione del 2008).
Mentre negli altri cantoni, come a Ginevra e Zurigo, le grandi aziende elettriche vanno nella direzione di uno sviluppo sostenibile, la nostra cara AET va in direzione opposta, forse anche per una mancanza di indicazioni chiare da parte del Governo. Come scriveva Sergio Salvioni circa un anno fa, mai in oltre 15 anni, il Consiglio di Stato si è espresso con chiarezza su intenzioni e strategie in materia energetica.
Ci lamentiamo per gli attacchi al segreto bancario, alla nostra piazza finanziaria, alle nostre istituzioni, per lo scudo fiscale e l’Azienda Elettrica Ticinese cosa fa? Contrariamente a quanto pubblica sul suo periodico (Zoom 1/2010 “Uno sguardo rivolto al sole”) investe i nostri soldi in una centrale senza futuro in Germania, che funzionerà con carbone proveniente dalla Colombia! Per onestà e trasparenza verso il popolo ticinese il voto sull’investimento milionario che si svolgerà la settimana prossima in Gran Consiglio dovrebbe assolutamente essere fatto con sistema nominale e reso pubblico!
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che voteranno a favore di questo progetto, deve poter conoscere il nome di chi sarà complice dello sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere di carbone, deve poter conoscere il nome di chi avrà sulla coscienza la salute pubblica di molte persone e in particolare dei bambini.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non hanno ancora capito che il carbone, una volta giunto in Germania, sarà già costato più di quanto potrà mai rendere energeticamente.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non sanno o che fingono di non sapere che i costi di costruzione della centrale di Lünen sono già più che raddoppiati, deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che dal 2013 raddoppierà pure il costo dei certificati di emissione per il CO2.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che il movimento popolare contrario alla centrale si è presentato per la prima volta alle elezioni nell’agosto 2009 ed ha eletto alla prima apparizione 7 consiglieri su 54 con circa il 13% dei voti, e che il movimento ha inoltrato ricorso ed è disposto ad andare sino alla Corte Europea se necessario, e che se dovesse aver successo, l’investimento (compresi i milioni dell’AET) sarebbe fallimentare.
I ticinesi chiedono ai loro deputati di attivarsi affinché AET investa in Ticino anziché all’estero, specialmente in periodo di crisi. I ticinesi chiedono ai loro deputati di vegliare che l’azienda resti coi piedi per terra, anziché imitare Swissair e UBS in investimenti che promettono facili guadagni a rischi elevati.
I cittadini ticinesi lanciano un monito ai loro deputati:
“se un giorno saremo costretti a vendere le nostre centrali idroelettriche per salvare AET, i nomi di questi granconsiglieri dovranno essere pubblicati sulle prime pagine dei giornali, dovranno passare alla cassa e allora sarà inutile cercare di lavarsene le mani…”
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Tratto da Unonotizie
MODUGNO, SORGENIA SPENGA L'IMPIANTO /rivendicato diritto alla tutela dell’ambiente, della salute e rispetto della legge
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con raccomandata A/R del 23 febbraio 2010 inviata a Sorgenia Puglia s.p.a. e per conoscenza anche al Presidente della Commissione Istruttoria IPCC invitava la citata Sorgenia ad integrare la lacunosa documentazione depositata al fine di ottenere l’autorizzazione integrata ambientale all’impianto. La società è invitata a provvedere entro 30 giorni le informazioni richieste onde non incorrere nelle sanzioni previste dall’art. 16 del D.Lgs. 59/05 il cui primo dei dieci commi recita: “1. chiunque esercita una delle attività di cui all'allegato i senza essere in possesso dell'autorizzazione integrata ambientale o dopo che la stessa sia stata sospesa o revocata è punito con la pena dell'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 2.500 euro a 26.000 euro.” l’allegato i illustra le categorie industriali interessate tra le quali ricade la centrale a turbogas in argomento.
Alla prima pagina della raccomandata segue il lungo elenco delle inadempienze e delle mancanti informazioni. Puntualizziamo che l’IPPC è la strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione i cui principi generali alla base sono i seguenti: prevenire l’inquinamento utilizzando le migliori tecniche disponibili; evitare fenomeni di inquinamento significativi; evitare la produzione di rifiuti o, ove ciò non sia possibile, favorirne il recupero o l’eliminazione; favorire un utilizzo efficace dell’energia;organizzare il monitoraggio in modo integrato; prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze. Analogamente puntualizziamo che l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è l'autorizzazione che necessitano alcune aziende per uniformarsi ai principi dettati dalla comunità europea.
Da quanto brevemente illustrato, è evidente l’inammissibilità dell’abusiva entrata in funzione della centrale Sorgenia in violazione della legge e mancante della prevista AIA. È d’obbligo pertanto l’immediata interruzione dell’attività della centrale, a qualunque regime di produzione elettrica lavori ed a qualsiasi livello d’inquinamento si riconduca. Si specifica che Sorgenia s.p.a. non ha prodotto, tra i troppi dati mancanti, i dati su tutte le emissioni in atmosfera, la portata, la concentrazione ed il flusso di massa degli inquinanti comunque previsti. Quanto sopra, per rivendicare il diritto alla tutela dell’ambiente, della salute ed il dovere di rispettare la legge per cui Sorgenia deve spegnere immediatamente il suo ventre infuocato.
COMITATO PRO AMBIENTE MODUGNO
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