Brescia.Smog, causa civile contro il Sindaco Paroli
Il 24 giugno il sindaco di Brescia Adriano Paroli dovrà comparire davanti al giudice del tribunale civile cittadino per difendersi dall’accusa di "inadempienza degli obblighi di legge per il mancato ripristino di politiche del traffico e del piano sosta in favore della tutela della salute dei cittadini".
In sostanza, a un anno di distanza dalla prima diffida, presentata da Legambiente e dall’associazione Vivicentro con la quale i firmatari chiedevano al primo cittadino di intervenire con misure compensative per togliere traffico alla città, e quindi per migliorare la qualità dell’aria satura di inquinamento, 16 residenti del centro storico hanno fatto causa al sindaco perché nulla di quanto chiesto è stato realizzato.
In questi dodici mesi alla diffida, a cui ne è seguita una seconda nell’autunno scorso, il comune non ha mai risposto, né ha convocato le associazioni proponenti e nemmeno, secondo gli ambientalisti, ha mai posto in essere le richieste contenute nel documento.
"E poiché abbiamo constatato che gli esposti alla Procura della Repubblica non sortiscono mai l’effetto sperato", ha spiegato Pietro Garbarino, l’avvocato che sta seguendo la causa, "abbiamo deciso di avviare una causa civile con la quale chiederemo l’emanazione dei provvedimenti già esposti nella diffida, e in più chiederemo anche i danni, secondo il principio del danno esistenziale". Il provvedimento giudiziario è stato notificato a Paroli l’11 marzo...
Una sentenza della Corte europea dell’agosto 2008 ha infatti stabilito che il cittadino, la cui salute è considerata a rischio, può chiedere alle autorità dei piani di contrasto contro questa situazione di pericolo.
Alcuni studi, inseriti nella prima documentazione, hanno sostenuto che il 5% dei pazienti dei medici di famiglia della città di Brescia sono affetti da malattie respiratorie. Questi vanno a comporre la cosiddetta popolazione a rischio, all’incirca 10mila persone.
E poiché un recente studio universitario bresciano ha dimostrato che il 70% dell’inquinamento atmosferico cittadino è dovuto al traffico, i 16 residenti hanno individuato nel sindaco il responsabile della mancata messa in atto di quelle azioni necessarie per migliorare la qualità dell’aria di Brescia.
"E’ ormai noto da tempo che il 5% dei decessi in tutte le aree urbane è legato all’inquinamento dell’aria. Questo vuol dire che ogni anno a Brescia circa 100 persone muoiono a causa dello smog", ha aggiunto il presidente del circolo Legambiente Brescia, Mario Capponi.
"Anche se abbiamo chiesto i danni, non lo facciamo per soldi. Ci basta un riconoscimento simbolico, per poter dire che il sindaco ha pagato per quanto non ha fatto in questi mesi per salvaguardare la salute degli abitanti del centro", ha concluso l’avvocato Garbarino
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