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15 aprile 2010

2010/04/15 Iniziativa popolare in Svizzera “Per un’AET senza carbone”.

Tratto da TICINOnewsch

SVIZZERA :Presentata l’iniziativa anti carbone.

La proposta: AET non deve più investire nel carbone. Ed entro il 2015 fuori da tutte le partecipazioni nelle centrali

Presentata oggi l’iniziativa popolare “Per un’AET senza carbone”.

Due le modifiche richieste. Un nuovo capoverso alla legge sull’AET (LAET) che propone che l’Azienda non possa investire né direttamente, né indirettamente attraverso società o partecipazioni, nelle centrali a carbone. E questo né in Svizzera, né all’estero.

Secondo. Una norma transitoria che prevede che l’Azienda ceda entro la fine del 2015 le partecipazioni già acquisite.
La raccolta delle firme inizierà ufficialmente martedì con la pubblicazione sul foglio ufficiale. La consegna, se riuscirà, è prevista per il 21 di giugno. Servono 7000 firme.

I proponenti dell’iniziativa sono tutti esponenti dei Verdi. E a sostegno dell’iniziativa verranno creati due gruppi: uno formato dalle associazioni e l’altro aperto a tutti, dai cittadini ai partiti.

Il membro della direzione dei Verdi Michela Delcò Petralli, che ha scritto l’iniziativa dal profilo giuridico, si è detta “fiduciosa sulla ricevibilità del testo”. “Vedo male - ha aggiunto - che il Gran Consiglio neghi al popolo ticinese la possibilità di votare”.

“Non è vero che investendo nel carbone si pagherà una bolletta meno cara, anzi, sarà più cara”, ha invece detto il deputato dei Verdi Francesco Maggi. “E questo - ha aggiunto - lo dimostra anche l’uscita dalla centrale a carbone germanica di Brunsbüttel delle consorelle romande di AET.

“Vinceremo”, ha tuonato Sergio Savoia....... E per questo noi cerchiamo un’unità politica senza veti nei confronti di nessuno”. “Fare l’iniziativa tanto per farla - ha concluso - non ci interessa. Perché il nostro unico obiettivo è vincere”.

Considerazioni di Uniti per la Salute

Non tutte le nazioni sono uguali e non in tutte le nazioni i cittadini hanno lo stesso peso.

Uniti per la Salute in circa 50 giorni nel Maggio giugno 2007 ha raccolto ben oltre 7000 firme contro il potenziamento della locale centrale a carbone
.
OLTRE 7000 FIRME che ha inviato in copia,tramite raccomandata ai ministeri competenti e al Presidente della Repubblica .
Siamo nel 2010 non abbiamo avuto risposta alcuna dagli enti in indirizzo ed anzi il Ministero dell'Ambiente ha espresso parere favorevole nel 2009 al " ULTERIORE POTENZIAMENTO A CARBONE."
Potenziamento su cui ,in quest momento, pesano quattro ricorsi al TAR:
QUELLO DELLA" REGIONE LIGURIA"
QUELLO DEL" COMUNE DI QUILIANO"
QUELLO DEL "COMUNE DI VADO LIGURE"
QUELLO DI" UNITI PER LA SALUTE"
Sicuramente in Svizzera le istanze di 7000 cittadini avranno una diversa considerazione............
Speriamo che almeno in Italia i
RICORSI AL TAR DIANO UNA MAGGIOR IMPORTANZA E VALENZA AI NOSTRI SACROSANTI DIRITTI DI CITTADINI.
SIAMO IN DIGNITOSA ATTESA CHE QUALCUNO SI PREOCCUPI DELLE NOSTRE ISTANZE ,SI DOCUMENTI e PROVVEDA .
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Tratto da Ecologiae

“Ecocidio”: la Gran Bretagna chiede di trattare la distruzione dell’ambiente come un crimine contro l’umanità

Una campagna per dichiarare la distruzione di massa degli ecosistemi un crimine internazionale contro la pace, al fianco del genocidio e dei crimini contro l’umanità, è stata lanciata nel Regno Unito.

La proposta per le Nazioni Unite è di accettare l’”ecocidio” come un “crimine contro la pace”, che potrebbe essere giudicato alla Corte Penale Internazionale.

L’idea radicale avrebbe un profondo effetto sulle industrie incolpate di danni ingenti per l’ambiente, come quelle che operano con i combustibili fossili, l’estrazione mineraria, l’agricoltura, prodotti chimici e la silvicoltura.

I sostenitori della legge sull’ecocidio sono convinti che potrebbe essere utilizzato per perseguire anche i negazionisti del clima che distorcono la scienza e i fatti per scoraggiare gli elettori e i politici ad adottare misure per affrontare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.

La spiegazione di tale idea la dà Polly Higgins, avvocato-attivista britannico:

Ecocidio è in sostanza l’antitesi stessa della vita. Questo porta all’esaurimento delle risorse, e dove c’è un’escalation di esaurimento delle risorse, seguono le guerre. [...] l’ecocidio può essere considerato come un crimine contro la pace.

Dopo un lancio di successo avvenuto nel 2008, l’idea è stata adottata dal Governo boliviano, che proporrà di votare dei membri a pieno titolo per valutare questo genere di crimini. L’ecocidio è già riconosciuto da alcuni dizionari, ma la definizione più legale per la Higgins sarebbe:

La distruzione totale, il danneggiamento o la perdita di ecosistemi di un determinato territorio, sia per l’agire umano o da altre cause, a tal punto che il pacifico godimento da parte degli abitanti di quel territorio è stato gravemente ridotto.

L’idea dell’avvocato britannico ha già trovato il sostegno delle Nazioni Unite e della Commissione europea, ma anche tra gli scienziati del clima, gli avvocati dei gruppi ambientalisti e di diversi gruppi internazionali. Anche se vi è un dibattito su come spesso scoppino le guerre per le risorse come l’acqua, un numero crescente di voci autorevoli sta discutendo questo caso. Di recente Sir David King, ex scienziato capo del Regno Unito, ha predetto un secolo di “guerre per le risorse”.

Polemicamente, Higgins sta suggerendo che l’ecocidio includerebbe un danno arrecato a tutte le specie, non solo agli esseri umani. Questa legge sarebbe più potente perché i procedimenti sarebbero contro gli individui come gli amministratori e non contro le società; le aziende energetiche tradizionali avrebbero così l’opportunità di diventare in gran parte società basate sull’energia pulita; le attività minerarie estrattive potrebbero essere ridotte o interrotte; le sostanze chimiche che contaminano il suolo e l’acqua e uccidono la fauna selvatica dovrebbero essere abbandonate e la deforestazione su larga scala non sarebbe più possibile. Il termine per la presentazione del testo è il prossimo gennaio, e un voto è previsto su altri emendamenti nel 2012.

Sarebbe necessaria una maggioranza dei due terzi dei 197 Paesi membri per farla diventare legge, e ci sono buone speranze che questo accada.

Fonte: [The Guardian]

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