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04 maggio 2010

2010/05/04 Forlì, in Romagna tumori in crescita tra i bambini/Rifiuti, Genova sbaglia tutto/


Tratto da Romagna oggi.it
Forlì in Romagna tumori in crescita tra i bambini
Urge un salto culturale:un nuovo modello di sviluppo".
FORLI' - In Romagna muoiono decine di bambini ogni anno a causa dei tumori, che ormai non tralasciano neanche l'età più giovane. Quanti esattamente? Non è possibile saperlo: il ‘Registro tumori della Romagna' è ormai fermo al 2002. C'erano 56 casi nel periodo 1988-1992, 81 casi nel 1993-1997 e ben 112 casi nel quinquennio 1998-2002. Su questo problema si battono gli oncologi forlivesi Patrizia Gentilini e Ruggero Ridolfi, che organizzano un incontro pubblico su "Inquinamento ambientale e tumori infantili".

Spiega Ridolfi: "Spesso vengono enfatizzati la curabilità e l'aumento della sopravvivenza, ma come contraltare c'è che l'incidenza dei tumori sta continuando ad aumentare". Riprende Gentilini: "In particolare i tumori tra i bambini, episodi che mettono in crisi la tesi che a incidere sono solo gli stili di vita". Dall'annuncio, anni fa, del nuovo inceneritore di Hera, anche a Forlì il dibattito sul cancro è polarizzato tra i due opposti, tra chi sostiene che le cause siano da ascrivere a cattive abitudini (fumo e alimentazione sbagliata) e chi, invece, vede un effetto importante delle condizioni ambientali, come sostiene l'Isde, l' associazione "Medici per l'ambiente" di cui Ridolfi e Gentilini sono esponenti.

Per parlare di questo problema, è in programma per mercoledì 7 maggio un incontro pubblico chiamato "Inquinamento ambientale e tumori infantili", con due esperti di oncologia infantile, i dottori Giuseppe Masera ed Ernesto Burgio(alle 20, 30, Sala del centro San Francesco). Sarà presente anche il sindaco Roberto Balzani, che spiega: "E' importante prima di tutto parlarne". Per affrontare il problema, Balzani promette "politiche educative", ma anche effettive,
come la prossima conversione alla raccolta differenziata ‘porta a porta'. Ma non c'è solo il tema dello smaltimento dei rifiuti, come ricorda il sindaco:"C'è anche il traffico veicolare che incide per il 47% sull'inquinamento dell'aria".

E aggiunge: "Intendiamo ridisegnare la viabilità entro la fine dell'anno per essere operativi nel 2011". A tenere aperto il tema c'è anche un processo in corso al tribunale di Forlì che vede sotto inchiesta i vertici degli inceneritori di Hera e Mengozzi per la morte per tumore di un bambino di 11 anni che viveva poco distante dai due camini. "Per ora si è concluso l'incidente probatorio, rileviamo intanto che le nostre preoccupazioni sono state accolte e non si è archiviato subito il caso", si limita a dire Gentilini.

L'onco-ematologa, infine, ricorda lo studio scientifico durato 14 anni che ha preso in esame la popolazione dell'area di Coriano (quella che ospita i due inceneritori) e che ha individuato che "su oltre 50 effetti possibili sulla salute, 40 risultano aumentati, alcuni anche in modo statisticamente significativo, con l'aumento del livello di esposizione e concentrandoci nelle zone di maggiore ricaduta dei fumi". Un quadro costituito da una maggior incidenza di tumori femminili (116 donne morte nel periodo analizzato, di cui 70 circa per cancro).

Questi dati sono mai stati presi in considerazione dal Comune? Risponde Balzani:"L'incenerimento dei rifiuti dentro la struttura urbana è un problema".Tuttavia, il sindaco conta di risolverlo "non con una battaglia contro Hera", che sarebbe perdente per via di "concessioni, contratti e interessi strutturati", ma lavorando per una "reazione di massa: dobbiamo portare i forlivesi ad essere convinti che queste morti non sono tollerabili e che queste strutture non sono compatibili col nostro modello di sviluppo". "Un salto culturale", come lo chiama Balzani.

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Un salto culturale e di qualità che forse........ "sarebbe indispensabile in parecchie regioni Italiane anche in Liguria "


Tratto da Il secolo IX

«Rifiuti, Genova sbaglia tutto»

03 maggio 2010
| Christian Abbondanza

Dalla Casa della Legalità riceviamo e pubblichiamo questo intervento

Mentre non solo la comunità scientifica ma anche gli economisti riconoscono l’utilità sociale, ambientale ed economica di strategia come Rifiuti Zero / Riciclo Totale, in Liguria ed a Genova si continua a perseguire la strada del ciclo integrato e della “distruzione” dei rifiuti (e quindi dell’ambiente e della salute). Ecco perché a Genova (come ovunque si persegua il “ciclo integrato” con le “macchine magiche”) aumentano i costi sui cittadini (TIA o TARSU che sia), oltre che i costi ambientali e sanitari. Perché nel capoluogo ligure, così come nelle altre province della regione, la scelta politica è stata quella di garantire il business a chi ha in gestione la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Le alternative concrete e efficaci ci sono, sono ormai collaudate e valutate positivamente ed ultimi in termini ambientali, sanitari ed economici da sempre più ampi settori, in ultimo in un rapporto della Bocconi. Si è ancora in tempo per cambiare strada a Genova ed in Liguria, fermando la costruzione del Gassificatore e Biodigestore a Scarpino e rivedendo il Piano regionale. Se i cittadini conoscono i fatti ed i dati possono pretendere dalla amministrazioni pubbliche di cambiare strada: creando occupazione, risparmio di soldi pubblici, riduzione della tassa, risparmio/recupero della materia, tutela ambientale e della salute. Perché scegliere il peggio (o meno peggio) come strategia ad alto costo, quando si può avere il meglio con bassi costi?

La nostra regione, dall’entroterra al mare, è già pesantemente martoriata con le cementificazioni che ormai conosciamo bene grazie al lavoro di ottimi giornalisti di inchiesta.

Ma questa terra è anche già pesantemente compromessa da livelli di inquinamento, soprattutto della nano particelle - che oggi tornano alla ribalta nella loro pericolosità per l’eruzione vulcanica e la nube che ci raggiunge dall’Islanda, emesse dagli impianti a carbone (Vado Ligure, Genova, La Spezia)

Le nano-polveri entrano nel nostro organismo e lo devastano sino a portare patologie mortali e modificazioni del genoma. Nubi praticamente invisibili che escono dagli impianti e si spostano per decine e decine di chilometri con ricadute sul territorio (e sulla salute) pesanti anche nei quartieri lontani dalle ciminiere.Mentre il mondo avanzato e la comunità scientifica ci mettono in allarme, con studi sempre più avanzati sui rischi definitivi non solo del “clima globale” ma anche della nostra “salute individuale”, gli amministratori liguri fanno finta di non capire e confermano scelte scellerate.

Quando poi si deve affrontare la questione “rifiuti” si finisce nel peggio dell’ipocrisia e della sudditanza alle grandi lobby che piegano non solo l’interesse generale, ma anche le casse pubbliche e della comunità. In Italia, che non a caso è il Paese con più sanzioni da parte dell’Unione Europea in tema di rifiuti, hanno abilmente cambiato il senso delle parole e, come dicePaul Connett (consulente Onu per la questione rifiuti), con una politica corrotta pretendono di usare “macchine magiche” (termovalorizzatori, gassificatori, modificatori molecolari, torce al plasma, biodigestori anaerobici, essicatori...) per chiudere il ciclo dei rifiuti, senza bisogno di organizzare una raccolta differenziata di qualità. In Liguria, nel Piano Energetico approvato dalla Regione, si parla del trattamento dei rifiuti, ad esempio, come principale fonte di energia rinnovabile su cui puntare. E questa scelta è scellerata, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo della salute dei cittadini.Non si considerano nemmeno gli ultimi studi della Bocconi, nella cecità assoluta della pubblica amministrazione genovese e ligure. Infatti proprio nelle settimane scorse è stato pubblicato il rapporto dell’IEFE della Bocconi sull’analisi economica della gestione rifiuti, compiendo un raffronto tra i vari metodi e le diverse strategie. Questo studio evidenzia che non sia puramente una questione “ambientalista” bensì anche “economica” (soprattutto alla luce della crisi di sistema che si sta attraversando, ma anche rispetto al costo sanitario a lungo periodo), la necessità di puntare su Riduzione, Riuso, Riparazione e Ricerca di miglioramento dei prodotti di scarto e quindi sulla strategia Rifiuti Zero / Riciclo Totale,anziché perseguire con il ciclo integrato e la “distruzione” dei rifiuti....Le alternative ci sono e sono collaudate. Non solo nella lontana San Francisco che ha indicato Paul Connett, ma molto vicine a noi, in Italia. Si tratta di miriadi di Comuni che hanno puntato sulla raccolta differenziata raggiungendo percentuali del 80/90%. Tutto ciò smentisce nei fatti il concetto, tanto enunciato da AMIU, secondo cui tanta raccolta differenziata significa aumento dei costi! E ci sono due esempi, il Centro di Vedelago dell’imprenditrice Carla Poli e la Cooperativa sociale Apas di Palermo, che dimostrano che la “partita” rifiuti, fuori dal ciclo integrato e centrata sulla strategia di RifiutiZero non è solo solo possibile, ma occasione di risparmio delle casse pubbliche, di risparmio per i cittadini, di nuova occupazione, di salvaguardia della salute e delle risorse...

.Per fortuna siamo ancora in tempo (anche se in ritardo).

Le alternative ci sono e si possono attuare. Prevedono un guadagno per le casse pubbliche, a partire dalla tasche e dalla salute dei cittadini, e riducono i margini di business di ciò che sta dietro al mercato dei rifiuti (e della farmaceutica). ..

Adesso è possibile confrontarsi pubblicamente dando ai cittadini le informazioni necessarie per valutare, oltre che far sì che i rappresentanti dei cittadini negli Enti Locali compiano le proprie scelte consapevolmente e senza nascondersi dietro i “non sapevo”. Si può procedere su questa strada senza perdere tempo ulteriore, oppure si dica chiaramente che la scelta delle “macchine magiche” a Scarpino si fa perché conta più il business di alcuni rispetto al risparmio di risorse naturali e di soldi pubblici, oltre che rispetto alla salute e alla dignità dei cittadini.

Leggi l'articolo integrale

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E A SAVONA...............

Tratto da "UOMINI LIBERI"

RAI 3 questa mattina si parlava dell' inquinamento della centrale di Vado

...GUARDA IL VIDEO

UN MODO UN PO' MEDIOEVALE DI AFFRONTARE IL PROBLEMA DELL'ENERGIA E' SICURAMENTE QUELLO DI PERSEVERARE CON IL SOLITO,VECCHIO E INQUINANTE CARBONE

E NON ASCOLTARE I LEGITTIMI E DOCUMENTATI (DAI MOLTI STUDI MEDICI SCIENTIFICI INTERNAZIONALI ) TIMORI DEI CITTADINI.........


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