Parlamento europeo: altri sconti per i grandi inquinatori
Tratto da ecoblogGli interessi della grande industria dell’energia, quella delle centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili, trovano un buon amico nel Parlamento europeo.
E’ di ieri pomeriggio, infatti, la notizia che la Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha dato l’ok alla proposta di posticipare di tre anni l’entrata in vigore di limiti più stretti alle emissioni per le centrali elettriche.
La nuova scadenza temporale, adesso, viene portata alla metà del 2019 e, tutto sommato, è andata bene: il Consiglio chiedeva di posticiparla ulteriormente. Le nuove scadenze, afferma la Commissione Ambiente dell’europarlamento, serviranno agli stati membri per mettere in atto i “Piani nazionali di transizione”
Si tratta di una sorta di mappa di centrali termoelettriche segnalate dagli stati, e approvate dall’Unione europea, che continueranno a funzionare senza limiti fino al 2016 e, da quella data in poi, dovranno gradualmente abbassare le emissioni fino a raggiungere gli obbiettivi prefissati nel 2020.
La recente decisione del Parlamento europeo, in sostanza, fa un grosso favore ai giganti dell’energia e, sinceramente, cozza vistosamente con i buoni propositi espressi durante l’ultima Settimana europea dell’energia sostenibile.
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Tratto da" La voce dell'emergenza"
L’ambiente è di sinistra, il nucleare di destra. E l’interesse nazionale?
L’Italia dipende dall’estero per circa il 90% del fabbisogno di energia primaria, con la prospettiva tendenziale di arrivare a quasi il 99% tra meno di vent’anni.
Questo dato, da solo, evidenzia l’esigenza di porre il tema dell’energia al centro delle priorità della nazione. È indispensabile, quindi, creare per tempo un quadro organico in cui ogni soggetto – istituzioni, imprese, cittadini – si muova di concerto con gli altri per perseguire uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente nonché forniture energetiche stabili e sicure.
In questa logica diventa strategico il ruolo dei territori e delle risorse energetiche potenziali il cui utilizzo oggi è possibile grazie ai progressi della ricerca scientifica e tecnologica.
Ogni territorio dovrà diventare un giacimento di energia; in ogni territorio dovranno cogliersi tutte le possibili occasioni per produrre energia.
Ogni territorio dovrà fare quindi la sua parte; dovrà dare un contributo al più alto degli interessi: quello della collettività, della nazione.
La logica da applicare alle scelte è dunque il superiore interesse nazionale e se così è deve essere bandita ogni posizione ideologica per cui l’energia da fonti rinnovabili è di sinistra e l’energia nucleare è di destra. L’energia non è nè di destra nè di sinistra ma mezzo e risorsa al servizio della vita e della produttività del Paese. Il problema dell’approvvigionamento e quindi della disponibilità delle risorse energetiche è dunque centrale perché da esso dipende il futuro della nazione più di qualunque altro bene e parametro economico. Se questo ragionamento è corretto, nella ricerca e nell’approvvigionamento delle fonti energetiche va privilegiato l’utilizzo di risorse economiche, professionali, tecnologiche e le competenze presenti all’interno della nazione.
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Tratto: ILSOLE24ORE.COM | ARCHIVIO |
La California vieta le trivellazioni |
Daniela Roveda
LOS ANGELES
I venti decideranno anche oggi quando la marea nera che da dieci giorni galleggia minacciosa nel Golfo del Messico approderà sulle spiagge della Florida e dell'Alabama, ma i venti della politica hanno già iniziato a mettere in discussione il futuro dell'offshore drilling negli Stati Uniti, mettendo a nudo le contraddizioni tra una politica energetica dettata dall'immenso fabbisogno dell'economia e le ambizioni ambientaliste degli Stati Uniti.
Ieri per esempio il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger, commosso e colpito dalle immagini delle tartarughe morte in Louisiana, ha vietato ogni nuova attività di offshore drilling in California, facendo una clamorosa marcia indietro; Charlie Crist della Florida, uno degli stati più a rischio di inquinamento, ha fatto lo stesso, mentre il presidente Obama aveva sospeso tutte le nuove licenze la settimana scorsa. In Parlamento intanto sono volate le accuse contro l'agenzia di vigilanza delle operazioni petrolifere sul territorio americano per non avere imposto misure di sicurezza più stringenti; e i dirigenti della British Petroleum e della Transocean, proprietaria della piattaforma esplosa 15 giorni fa, sono arrivati col capo cosparso di cenere di fronte alla Commissione energia della Camera per spiegare come riusciranno (se ci riusciranno) a fermare il flusso di petrolio che fuoriesce al ritmo di 800mila litri al giorno da una sorgente a 1.500 metri sotto il livello del mare.
La British Petroleum, ultima responsabile delle conseguenze economiche dell'incidente avvenuto il 20 aprile scorso, continua a proclamare che risarcirà tutti i danni legittimi, ma la legge americana paradossalmente impone un tetto alla sua responsabilità finanziaria. L'Oil Pollution Act del 1990, approvato dopo l'incidente della Exxon Valdez, impone un tetto di 75 milioni di dollari ai risarcimenti complessivi (limite messo in discussione in questi giorni, con proposte di innalzamento a dieci miliardi), a meno che il governo non riesca a dimostrare che l'incidente è stato causato da grossolana negligenza, un'accusa difficile da dimostrare. «La Bp dice che pagherà tutto. Figuriamoci!», ha detto ieri il senatore della Florida Bill Nelson. «Pagheranno solo quanto richiesto dalla legge, nulla di più». Lo stesso Oil Pollution Act prevede una responsabilità illimitata per i costi di bonifica e istituisce un fondo straordinario di 1,6 miliardi tramite un'imposta a carico delle compagnie petrolifere. Un piccolo esercito di avvocati è calato intanto sugli stati del Golfo del Messico per iniziare a depositare nei tribunali richieste di risarcimento per i danni causati dall'inquinamento del mare. Le cause collettive non specificano un importo preciso, ma sottolineano che solo l'industria ittica della Louisiana potrebbe perdere 2,5 miliardi di dollari mentre quella del turismo dovrà fare i conti con perdite catastrofiche.
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Tratto da Il gazzettino locale.comAmbiente & SaluteI comitati gridano: "una Norimberga per i reati ambientali"
Un evento di sicuro importante quello della visita da Bruxelles ma l'attenzione va rivolta ai nostri concittadini che non si rassegnano e che offrono alla nostra città impegno e dedizione in merito alla questione ambientale. Il nostro era un territorio ricco nel settore primario, inutile polemiche trite e ritrite, cosi come sono inopportuni tecnicismi e sterili ragionamenti. Quello che interessa la nostra città è che sta morendo. Molte le persone che sono attive e che difendono a denti stretti non solo la dignità personale ma quella di un intero paese, dal momento in cui concittadini hanno rivolto attenzione ad interessi personalistici piuttosto che al diritto che ogni acerrano ha di vivere in salute.
Rosanna Annunziata comitato donne del 29 agosto: Una Norimberga per i crimini ambientali
"Abbiamo il cuore che ci sanguina per questa ferita inferta. Noi speriamo che ci sia una Norimberga per i crimini ambientali perchè reati come questo devono essere puniti da un tribunale speciale che tuteli la nostra salute. Speriamo che la Comunità Europea possa rappresentare una maggiore tutela dei nostri diritti. La venuta della commissione per noi non rappresenta la bacchetta magica, quindi questo bestione domani non smetterà di funzionare.
L'illegalità nella costruzione dell'inceneritore e della gestione dei rifiuti in Campania è talmente sabgliata che necessita la visione degli organi non più italiani che hanno lasciato scoperti certi nervi e quindi ci siamo appellati alla Commisione Europea per le petizioni"
Un evento di sicuro importante quello della visita da Bruxelles ma l'attenzione va rivolta ai nostri concittadini che non si rassegnano e che offrono alla nostra città impegno e dedizione in merito alla questione ambientale. Il nostro era un territorio ricco nel settore primario, inutile polemiche trite e ritrite, cosi come sono inopportuni tecnicismi e sterili ragionamenti. Quello che interessa la nostra città è che sta morendo. Molte le persone che sono attive e che difendono a denti stretti non solo la dignità personale ma quella di un intero paese, dal momento in cui concittadini hanno rivolto attenzione ad interessi personalistici piuttosto che al diritto che ogni acerrano ha di vivere in salute.
Rosanna Annunziata comitato donne del 29 agosto: Una Norimberga per i crimini ambientali
"Abbiamo il cuore che ci sanguina per questa ferita inferta. Noi speriamo che ci sia una Norimberga per i crimini ambientali perchè reati come questo devono essere puniti da un tribunale speciale che tuteli la nostra salute. Speriamo che la Comunità Europea possa rappresentare una maggiore tutela dei nostri diritti. La venuta della commissione per noi non rappresenta la bacchetta magica, quindi questo bestione domani non smetterà di funzionare.
L'illegalità nella costruzione dell'inceneritore e della gestione dei rifiuti in Campania è talmente sabgliata che necessita la visione degli organi non più italiani che hanno lasciato scoperti certi nervi e quindi ci siamo appellati alla Commisione Europea per le petizioni"
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Tratto da IGN
India, via libera all'istituzione dei 'tribunali verdi'. Giudicheranno i crimini ambientali

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