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06 maggio 2010

2010/05/07 Genova:Centrale Enel, sospetti sui controlli / Rossano / “Sulla centrale a carbone il Comune da che parte sta?”


Tratto da Il Secolo IX

Centrale Enel, sospetti sui controlli

del 02 maggio 2010

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Il controllato era anche il controllore alla centrale Enel di Genova, quando c’era da analizzare la qualità (e la percentuale di veleni) delle emissioni in atmosfera. L’azienda aveva in gestione le centraline collegate al centro provinciale di elaborazione dei dati. E l’Arpal si limitava a mettere un timbro alle comunicazioni e a prendere atto. Avrebbe potuto, magari dovuto fare di più, secondo le accuse che stanno prendendo forma in queste ore.

È forse il caso simbolo dell’inchiesta sull’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente ligure, nella bufera da giovedì quando i carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) hanno perquisito la sede Arpal della Fiumara e i dipartimenti di Imperia, Savona e Spezia. Otto le persone indagate a vario titolo per falso, abuso d’ufficio, corruzione e turbativa d’asta. Sono i rappresentanti di due aziende: la genovese Sige impianti industriali e la Sincortone di Trieste. E quattro dirigenti pubblici dell’agenzia: Bruno Soracco, direttore generale, Riccardo Sartori, direttore del settore territorio del Dipartimento di Genova, Gino Vestri il suo predecessore, oggi responsabile dei quattro dipartimenti liguri e Stefano Maggiolo, titolare di quello del capoluogo.

L’ipotesi, che lega 23 spunti investigativi frutto di sei mesi di indagini, è che le verifiche ambientali fossero falsate o omesse a vantaggio di aziende pubbliche o private a rischio inquinamento. Di più. Nell’organizzazione dell’agenzia servizi essenziali, come la rete informatica o i corsi di formazione sulla sicurezza dei dipendenti di Arpal, ma anche altre forniture fondamentali, sarebbero stati affidati ad aziende “pilotando” gare pubbliche a vantaggio di soggetti ben precisi e consapevoli dei benefici promessi. Il sospetto è che siano circolate mazzette. Anche se le intercettazioni che hanno dato impulso a questa prima fase di inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Paola Calleri, ancora non hanno dato prova di singoli episodi di corruzione.

Il decreto di perquisizione che ha guidato l’azione dei carabinieri passa in rassegna tutti i casi sospetti sui quali sono stati raccolti quintali di carta e memorie informatiche.

I casi principali, che in questi anni hanno calamitato l’attenzione non solo degli ambientalisti, sono (oltre alla già citata questione della centrale Enel) quelli della Stoppani di Cogoleto (da cui ha continuato a fluire veleno al cromo nonostante la bonifica fosse in corso); la bonifica dell’area ex Ilva e la destinazione dei terreni a rischio in aree di nuova edificazione come i riempimenti per il nuovo campo da golf di Lerca, sulle alture di Cogoleto; la discarica di Scarpino (si veda l’articolo a fianco, ndr); i controlli di sicurezza in seguito a puntuali episodi di allarme alla Iplom di Busalla, alle aree della società di Spinelli; e le verifiche di sicurezza in ospedali e strutture sanitarie genovesi.

Il presidente della Regione Claudio Burlando: «Ho dato incarico ai miei uffici di approfondire la questione, anche al di là della verità processuale, per la quale - come è noto- bisogna attendere molto. Se necessario interverremo per tutelarci, anche con sospensioni o rimozioni».

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Enel: investe nel carbone di Calabria (Il Sole 24 Ore)


(Teleborsa) - Roma, 6 mag - Con un investimento da quasi 1,5 mld di euro l'Enel costruirà una nuova centrale elettrica a carbone, il combustibile a basso costo, che nascerà a Rossano Calabro sulla costa cosentina.Lo riporta il " Il Sole 24 Ore" di oggi che continua dicendo che Enel allarga al Mezzogiorno il programma sul carbone pulito, lo stesso che ha portato alla ricostruzione del grande impianto di Civitavecchia e che sta trasformando quello di Porteo Tolles, sul delta del Po.

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Pubblichiamo un "interessante articolo "del WWf di Rossano che ci deve far pensare ,e che deve far riflettere certi amministratori contrari a parole al carbone ma che nei fatti....... cosa fanno per tenerlo lontano?

Rossano / “Sulla centrale a carbone il Comune da che parte sta?”

Nota polemica di Fabio Menin (WWF)

Rossano - "Abbiamo letto che il comune è “sempre contrario ad ipotesi di riconversione prevalentemente a carbone della centrale Enel”. E se invece la centrale dovesse funzionare un po’ a carbone ed un po’ a gas, il comune è favorevole? Purtroppo la posizione ultimamente espressa dal comune di Rossano è molto ambigua.

Il WWF sostiene che il carbone è incompatibile con la nostra zona, lo abbiamo spiegato, varie volte. O si sceglie natura, agricoltura e turismo, o si sceglie industria, e quindi anche carbone. Non esiste che si dica, che anziché nel forno ci metto solo carbone, ce ne metto un po’ meno. Il carbone di per sé è inquinante, e il WWF rivolge una domanda precisa a loro: siete favorevoli o contrari ad una centrale che utilizza carbone tra i suoi combustibili? O si o no.

Non esiste “ prevalentemente a carbone”. Se nel forno ci va il carbone e i suoi fumi vengono sparsi nell’atmosfera, ci sarebbe semplicemente una diluizione parziale nel tempo, ma le navi carbonifere debbono sempre attraccare in un porto fatto apposta che rovinerebbe per sempre la costa. E poi usare il porto di Corigliano per trasportare le ceneri pesanti trattenute dai filtri della centrale, il rifiuto più inquinante che ci possa essere significa portare coi camion o con le navi, quindi attraversando il territorio fino a Corigliano coi veleni più brutti. E’ un progetto folle.

Adesso si capisce perché una ditta privata ha presentato un piano per trasformare la propria sede nella zona industriale con rifiuti molto inquinanti: perché sapevano che prima o poi l’Enel avrebbe bruciato il carbone e quindi anche le ditte di smaltimento locale devono attrezzarsi. Non osiamo pensar che il prof. Filareto, che è stato eletto sindaco anche perché ha detto NO al carbone, ora cambi idea, e accetti una riconversione” non prevalentemente a carbone” , sarebbe un uomo senza parola, e noi pensiamo che così non sia. Tutti gli operatori turistici della zona, il consorzio degli albergatori hanno fermamente rigettato l’ipotesi della riconversione a carbone, perché, loro dicono che i tour operator , le agenzie che prenotano i turisti dall’Italia e dall’estero se sanno che a Rossano c’è una centrale a carbone, vanno da una altra parte, e quindi gli albergatori resterebbero senza lavoro. Il Wwf, che si è battuto per proteggere la bellissima montagna del Patire, e l’oasi dei castagni millenari di Cozzo del Pesco, purtroppo sa che con i fumi del carbone non si scherza: i boschi subirebbero attacchi di parassiti veicolati dagli inquinanti aerei emanati dai fumi del carbone, come è successo in una piccola centrale a carbone nel Veneto. Nessuna area protetta può convivere con una centrale a carbone, anche gli animali di conseguenza, inquinandosi il bosco, sarebbero costretti a migrare da altre parti. Le capre, e le pecore, ad esempio, quando mangiano erba in una zona dove sono caduti i fumi del carbone, si ammalano e prendono tumori, è successo purtroppo a Brindisi. Quindi il WWF non potrebbe più difendere una natura inquinata, e giocoforza il WWF ITALIA DA Roma, ci costringerebbe a declassare la nostra zona da area di pregio ad area inquinata. In pratica il WWF non avrebbe più ragione d’esistere e non esisterebbe più un WWF SILA GRECA. Noi sappiamo che tutto il territorio è contro il carbone, il comune di Rossano è contro il carbone, senza se e senza ma, o è favorevole?. Ci facciano capire, non c’è bisogno di aspettare le carte dell’Enel, la parola carbone da Rossano deve essere bandita, c’è già stato un consiglio comunale dove tutti all’unanimità si sono espressi contro il carbone, ora non si può girare la frittata. Quindi attendiamo una risposta ufficiale. Noi giudichiamo per ora molto ambiguo il comunicato stampa che è uscito dalla bocca degli amministratori e chiediamo spiegazioni ufficialmente!".

Fabio Menin, WWF Sila Greca

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Tratto da arpat Toscana
AMBIENTE E SALUTE - ARIA

I RISULTATI DELLO STUDIO RISCAT (RISCHIO CARDIOVASCOLARE E INQUINAMENTO ATMOSFERICO IN TOSCANA)


Una ricerca realizzata nell’ambito del Progetto “Epiair - Inquinamento atmosferico e salute: Sorveglianza Epidemiologica e Interventi di prevenzione”


Nell’ambito del Progetto Epiair - Inquinamento atmosferico e salute: Sorveglianza Epidemiologica e Interventi di prevenzione”, finanziato dal Ministero della Salute - Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana (ARS), in collaborazione con l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT) e con l’Azienda Sanitaria Locale 10 di Firenze, ha realizzato lo studio RisCAT (Rischio Cardiovascolare e Inquinamento Atmosferico in Toscana).
Lo studio è stato condotto in aree urbane della Regione Toscana al fine di stimare l’associazione tra l’incidenza degli eventi coronarici acuti e l’inquinamento atmosferico da polveri (PM10) e gas (NO2, CO e ozono) evidenziando eventuali gruppi di popolazione vulnerabili agli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico.
Sono stati raccolti i dati ambientali e sanitari per il triennio 2002-2005. Sulla base dei dati di monitoraggio della qualità dell’aria rilevati dalle centraline gestite da ARPA Toscana e mediante l’applicazione di indici di associazione tra coppie di stazioni, sono state identificate 6 aree con livelli di inquinamento omogenei, nelle quali risiede il 42,5% della popolazione toscana. Per ciascuna area sono stati calcolati gli indicatori di esposizione sulla base dei dati ambientali, quali concentrazione media giornaliera di area o media mobile su 8 ore, per PM10, NO2, CO e O3(per l’ozono solo periodo caldo Aprile-Settembre).
La relazione tra andamento degli inquinanti atmosferici ed incidenza di eventi coronarici acuti è stata valutata mediante un disegno case-crossover, con scelta dei controlli appaiati per anno, mese e giorno della settimana dell’evento (approccio time-stratified). Sono state effettuate analisi di regressione logistica condizionata area-specifiche, analisi pooled, attraverso modelli meta-analitici (ad effetti casuali). Sono stati analizzati la casistica incidente totale e, separatamente, gli eventi ospedalizzati di infarto miocardico acuto (IMA) e le morti coronariche senza ricovero.
Per valutare l’insorgenza di effetti immediati, ritardati e prolungati da inquinamento, si sono considerati intervalli temporali tra l’aumento delle concentrazioni medie giornaliere in aria degli inquinanti (rappresentative delle esposizioni) e l’insorgenza di sintomi coronarici, fino a 5 giorni precedenti l’evento. Gli eccessi di rischio stimati si riferiscono ad incrementi di 10 μg/m3 per PM10, NO2 ed O3 e 1 mg/ m3 per CO. Nei modelli sono stati inclusi gli effetti confondenti di temperatura apparente, giorni di festa, decremento estivo della popolazione ed epidemie influenzali. Le analisi sono state stratificate per sesso e fasce d’età, al fine di individuare gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili.
Gli eventi coronarici acuti selezionati sono 18.520 (soggetti ultra75enni : 57%) di cui il 73,2% rappresentati da IMA ospedalizzati ed il 26,8% da morti coronariche extra-ospedaliere (MCE). Nelle analisi meta-analitiche per il PM10 è stato riscontrato un effetto immediato e statisticamente significativo di incremento degli eventi totali negli anziani nella stagione calda (7.6%); il rischio è leggermente più basso (6.2%) nel caso di eventi di IMA ospedalizzati. Gli effetti dell’NO2 sono più ritardati (fino ai 5 giorni precedenti l’evento), e significativi sia nella casistica generale (2.8%), che soprattutto per gli eventi di IMA ospedalizzati (3.6%).
L’associazione tra ozono ed eventi coronarici acuti mostra un andamento intermedio, rispetto ai precedenti: per la popolazione generale la stima d’effetto è del 2.0%, ma non statisticamente significativa; negli anziani si raggiunge la significatività sia per gli eventi totali (2.9%) che per MCE (5.2%); sempre per MCE la significatività si ha anche nella popolazione totale (5.5%).
Per quanto riguarda l’associazione con gli incrementi di monossido di carbonio (CO), un rischio significativo (7.4%) è stato riscontrato per esposizioni fino a 2 giorni precedenti l’evento, nel caso di IMA ospedalizzati, con un aumento del rischio nella stagione fredda (8.1%).
In linea con i risultati desumibili dalla letteratura scientifica in materia, lo studio RisCAT ha confermato le associazioni tra rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari acute, nello specifico eventi ospedalizzati di IMA e morti coronariche extra-ospedaliere, e i livelli di inquinamento ambientale. Gli anziani costituiscono un gruppo di popolazione particolarmente vulnerabile agli effetti acuti dell’inquinamento atmosferico. Gli eccessi di rischio stimati hanno un impatto sanitario notevole, dato che tutta la popolazione è da considerarsi esposta. Pertanto il monitoraggio integrato delle condizioni ambientali e degli effetti sanitari risulta di primaria importanza ai fini della protezione della salute e della programmazione di interventi di miglioramento della qualità dell’aria urbana
Testo di questo numero a cura di Danila Scala

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