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26 giugno 2010

2010/06/26Dall'economia verde allo sviluppo delle fonti alternative../Fotovoltaico: gli italiani credono nell’energia solare.

tratto da Adnkronos.com
Dall'economia verde allo sviluppo delle fonti alternative, una sfida anche italiana

25 giugno,

La convenienza dell'energia è tanto più necessaria se consideriamo che i consumi divorano il pianeta
Milano, 25 giu. - (Adnkronos) - Il devastante inquinamento nel Golfo del Messico ha rilanciato l'attenzione dei media e l'impegno dei governanti di tutto il mondo verso lo sviluppo delle energie alternative e i loro vantaggi. Ma a che punto sono l'Europa e l'Italia? Se ne discuterà nell'incontro-workshop 'Italian Green Day. La crescita dell'economia verde', organizzato dall'Osservatorio Green Economy della Fondazione Istud e dalla rappresentanza a Milano della Commissione Europea mercoledì 30 giugno (dalle 9,30 alle 13), al Centro svizzero di via Palestro 2
L'Italian Green Day sarà l'occasione per capire come l'economia dell'Unione Europea proseguirà nel percorso di 'decarbonizzazione' e quali novità ci saranno nel nuovo Conto energia (il terzo presentato in Italia), che disegnerà il piano di incentivi del fotovoltaico futuro fino al supporto delle società di leasing nel settore delle energie rinnovabili.

Ma la giornata analizzerà anche tutte le possibili scelte amiche dell'ambiente: da quelle per diminuire le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera al minor utilizzo della plastica, dai nuovi progetti nel settore fotovoltaico, al recupero dei frigoriferi e degli elettrodomestici usati, dalle sperimentazioni per i distretti agro-energetici fino ai nuovi soggetti della comunicazione sensibili al green, ai lavori e alle professioni specialistiche legate alla green economy.

L'Italian Green Day richiama all'appuntamento annuale organizzato da Fondazione Istud sui temi dell'energia verde. Una scadenza voluta, perché attorno ai temi dell'economia verde, in generale, e delle energie rinnovabili, in particolare, occorre mettere ordine e tirare periodicamente le somme del lavoro fatto e quello che resta da fare. Il contesto è quello dell'Unione europea, che pone la green economy al centro della strategia ''Europa 2020'' per l'uscita dalla crisi e per lo sviluppo economico e l'occupazione per il prossimo decennio.

La Green Economy, come ricorda il Censis, non è qualcosa che si aggiunge alla old economy. L'economia verde permea trasversalmente i servizi e tutti i settori di produzione industriale. La diffidenza iniziale sulle energie rinnovabili ormai si sta sciogliendo, ma occorre ancora sfatare alcuni luoghi comuni. E la consapevolezza della convenienza dell'energia è tanto più necessaria se consideriamo che i consumi divorano il pianeta.

...... Per questo la Fondazione Istud è impegnata in prima linea per l'aumento della consapevolezza sulla convenienza dell'uso delle energie alternative nel nostro Paese.
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Tratto da Ecologiae

Fotovoltaico: gli italiani credono nell’energia solare


fotovoltaico-energia-solare-anie-gifi-sondaggio-ispoQual è in Italia il punto di vista dei cittadini in merito all’energia solare? Ebbene, la risposta in merito ce la fornisce l’Ispo, l’Istituto di ricerca che sul tema ha effettuato unsondaggio d’opinione per conto di Gifi/Anie, da cui è emerso, innanzitutto, come sull’energia solare e sui pannelli gli italiani abbiano un buon grado di conoscenza ed esprimano un elevato grado di apprezzamento sull’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Nel dettaglio, l’86% del campione interpellato vede nel fotovoltaico la tecnologia più efficiente per produrre energia da fonte solare, mentre addirittura l’89% ha piena consapevolezza del fatto che con lo sfruttamento dell’energia solare si rispetta l’ambiente. Ma tra gli italiani in merito all’energia solare oltre che grande fiducia ci sono anche dei timori.

Dal sondaggio dell’Ispo è infatti emerso come ci sia l’85% del campione preoccupato del fatto che, a causa delle modifiche di tipo normativo, si possano perdere in tutto o in parte gli incentivi alla produzione di energia da fonte solare...Leggi l'articolo integrale

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Tratto da Ecologiae

Marea nera, un milione di posti di lavoro affogati nel petrolio

recupero petrolio bp

Abbiamo parlato spesso su queste pagine di come la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico stia influenzando l’ambiente, e discusso sul futuro energetico del Pianeta. Ma c’è un altro elemento importante che deve essere considerato, e cioè che, ancor peggio della crisi, questo disastro avrà uno dei più grandi impatti economici della storia.

Tra la perdita di posti di lavoro nel settore turistico e quelli nella pesca in tutto il Golfo, passando per gli impieghi persi con la moratoria sulla perforazione in mare aperto, alcuni analisti parlano di un milione di persone che rimarranno senza lavoro a causa della marea nera.

Questo aspetto è importante da prendere in considerazione per alcuni motivi: in primo luogo, la perdita a lungo termine di reddito per migliaia di pescatori, operatori di barca e altri dell’indotto, sarà sicuramente devastante. I 20 miliardi dollari che Obama ha costretto la BP a mettere da parte sono un fondo creato per aiutare quelle persone a recuperare le loro perdite.

Ma l’altra fonte di posti di lavoro persi è destinata a provocare una maggiore controversia, e cioè che sempre più politici chiedono di evitare le perforazioni offshore, per ora solo nel territorio americano. La perforazione offshore impiega centinaia di migliaia di persone in posti di lavoro ben pagati, molti dei quali già sono o saranno eliminati dopo la moratoria. Anche questi dovrebbero essere risarciti dalla BP.....

Questa potrebbe essere l’occasione ideale per attuare una sorta di programma di passaggio (o almeno affiancamento) combustibili fossili-rinnovabili, che comporterebbe incentivi per i datori di lavoro nei settori dell’energia più pulita, e creerebbe migliaia di altri posti di lavoro verdi per assumere lavoratori provenienti dalle industrie dei combustibili fossili.

Potrebbe essere una soluzione, ma per ora la BP pensa solo a recuperare la sua immagine, sponsorizzando le Olimpiadi di Londra del 2012. Ognuno fa quel che può.

Fonte: [Treehugger]

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TARQUINIA / 22-06-2010

AMBIENTE, ITALIA / Maremma Etrusca: I Raduno Nazionale dei comitati contro il carbone e presentazione monitoraggio autonomo aria

Primo Raduno Nazionale alla presenza, tra gli altri, dei comitati di Tarquinia, Civitavecchia, Gualdo Cattaneo e Vado ligure, del comitato Uniti per la Salute di Savona, del comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle, dei comitati contro il carbone di Brindisi e Rossano Calabro

Si tratta solo dell’inizio di un percorso di approfondimento che ha lo scopo di fornire solide basi alle legittime rivendicazioni dei cittadini nella tutela della propria salute e di sviluppare la consapevolezza dei danni provocati da scelte industriali scellerate, di cui siamo cavie e che non possono essere mai compensate con somme di denaro.
Dopo anni di lotta nelle diverse regioni d'Italia, la Calabria, il Veneto, il Lazio, l'Umbria, la Liguria, i comitati possono unire le proprie esperienze e le proprie forze per una battaglia comune, contro chi minaccia la salute e il territorio.....
Leggi l'articolo integrale su Unonotizie

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