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27 giugno 2010

Il MODA alla direzione di Tirreno Power / Di Ciaula:"La Combustione dell’anima"

Il MODA alla direzione di Tirreno Power (e agli amministratori locali)


Tratto da Savonaeponente

Riassume così il senso dell’Open Day della centrale di Vado Ligure, al quale stanno aderendo già tantissime persone, l’Ing. Giovanni Gosio, direttore generale di Tirreno Power: “Vogliamo che la gente veda qual è il livello tecnologico, il modo di produrre di Tirreno Power e come abbiamo dato attuazione a quei valori che spesso abbiamo chiamato in causa: produrre energia nel rispetto dell’ambiente e del sociale” aggiunge Gosio.” Ivg del 19 Giugno 2010.

Ricordiamo al Direttore di T. Power di Vado e alla popolazione il vero livello tecnologico della centrale:

1) la centrale produce energia elettrica dagli obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 che risalgono agli anni ’60 e che hanno subito una ristrutturazione dopo il Decreto MICA del ’93 con desolforatori e denitrificatori in grado di abbattere solo parzialmente le emissioni di SO2 e NOx. (Allegato 1) .
Anche considerando i dati di T.Power 2008 oggi i gruppi 3 e 4 per complessivi 660 MWe con un basso rendimento (36%) producono emissioni di SO2 con 5.123 tonnellate /anno e di NOX con 2.745 tonnellate/anno ed energia elettrica netta per 3.639 GWh/anno.
Si tratta di valori di emissione assai elevati e di molto superiori a quelli prodotti dai gruppi della stessa centrale a CCGT (turbogas) che, pur di potenza superiore (760 Mwe) ad alto rendimento (57%), producono annualmente minori emissioni di NOx con 471 tonnellate/anno, e di SO2 con circa 90 tonnellate /anno ed energia elettrica di circa 2.659 GWh/anno.

Da ciò si deduce che:
La vecchia tecnologia degli obsoleti gruppi 3 e 4 a carbone produce oggi circa
• 1,4 tonnellate di SO2 per Gigawattora netto venduto
• 0,75 tonnellate di NOx per Gigawattora netto venduto

La migliore tecnologia disponibile (BAT) CCGT (turbogas) produce oggi circa.
• 0,018 tonnellate di SO2 per Gigawattora netto venduto
• 0,18 tonnellate di NOx per Gigawattora netto venduto

A parità di energia elettrica prodotta, quindi, i vecchi gruppi a carbone 3 e 4 producono circa 80 volte SO2 in più rispetto alla migliore tecnologia disponibile a turbogas e circa 4 volte NOX in più rispetto alla migliore tecnologia disponibile a turbogas.

Sig. Direttore di Tirreno Power, sig. Sindaci, Amministratori locali e Governo nazionale, oggi la normativa italiana ed europea imporrebbe da piu’ di 10 anni sugli impianti industriali l’utilizzo della migliore tecnologia disponibile (IPPC 96_61, d.lgs. 4/08/99 e d.lgs. 59/05) per ridurre l’inquinamento atmosferico, ottenere l’obbligatoria autorizzazione A.I.A. (richiesta ma non ottenuta da Tirreno Power) e ridurre anche gli elevati costi esterni di questa “centrale in citta’” stimati dalla Unione Europea in piu’ di 100 milioni di euro/anno per danni alla salute e all’ambiente (Allegato 2).

Ricordiamo che per la centrale Tirreno Power di vado i ricavi totali dalla vendita di energia sarebbero di circa 500 milioni di euro /anno (anno 2005).

Come dichiarato anche dai Sindaci di Vado e Quiliano nel 2009 (Allegato 4) i gruppi 3 e 4 non sono ristrutturabili con le nuove tecnologie per cui per rispettare le attuali normative si imporrebbe da subito la chiusura dei vecchi gruppi a carbone altamente inquinanti per lasciare cosi’ i gruppi a turbogas esistenti che già da soli con 760 MW producono 2.700 gwh/anno in eccedenza rispetto ai 1.450 gwh/anno consumati in provincia di Savona (dati TERNA nazionali).
(Depotenziamento e metanizzazione della centrale VOTATA da Comuni ed Enti locali).

2) Il depotenziamento della centrale, escludendo il carbone e lasciando gli attuali gruppi a gas metano, eviterebbe anche la possibilità inaccettabile di bruciare il rifiuto CDR in centrale (permessa a pag 170 del piano rifiuti approvato da Provincia e Regione), possibile tecnicamente solo sui gruppi a carbone che aggiungerebbe ai fumi della centrale pericolose diossine e metalli pesanti.

E’ ora quindi che anche l’industria energetica che per anni ha inquinato il territorio savonese con la combustione massiccia del carbone faccia decisamente un passo in avanti adeguandosi alle normative italiane ed europee.
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Tratto da Stato Quotidiano

Di Ciaula:"La Combustione dell’anima"

di Pasquale Gargano
Pubblicato il 25 giugno, 2010


A Lucera la presentazione del testo 'La combustione dell'anima' di Agostino Di Ciaula (rebstein)

A Lucera la presentazione del testo 'La combustione dell'anima' di Agostino Di Ciaula (rebstein)

LuceraIL difficile rapporto tra cittadini, enti locali e multinazionali dell’energia è alla base de “La Combustione dell’Anima (Lombardo, 2009) di Agostino Di Ciaula.
Nel testo l’autore, un medico impegnato a tutelare la salute pubblica contro l’inquinamento, offre al lettore numeri e dati che smentiscono la tranquillità con la quale molti politici locali accettano di buon grado la presenza di centrali elettriche ed inceneritori nei propri territori.
Si tratta di un libro molto particolare che raccoglie anni di esperienze e studi dell’autore nel campo dell’inquinamento ambientale. Il punto di partenza degli studi di Agostino Di Ciaula è il territorio in cui vive e lavora come medico: la provincia di Bari. Una zona fortemente compromessa, come molte altre in Puglia, da anni di sviluppo industriale e dalla presenza di numerose centrali termoelettriche. Di Ciaula ha realizzato un lavoro certosino di analisi delle “carte” per descrivere quale sia la reale situazione a Bari, Maglie, Modugno e in altre città pugliesi dove sono ubicati numerosi “impianti killer”. Leggendo le autorizzazioni, gli studi scientifici a cui fanno riferimento e il resto della letteratura più autorevole, l’autore ha trovato numerose discrepanze tra ciò che i testi scientifici affermano e ciò che le “carte” autorizzano. Molti impianti, nel barese come nel resto d’Italia, secondo l’opinione informata di Di Ciaula non sarebbero mai dovuti sorgere.

IL TESTO
– La lettura del volume in questione è un’esperienza molto particolare. Siamo, infatti, di fronte a un libro che, seppur basato su dati autorevoli e aggiornatissimi, non è prettamente (o, quanto meno, non è solo) un testo scientifico sull’inquinamento legato all’industria dell’energia.
Probabilmente per leggere meglio questo libro bisognerebbe iniziare dall’ultimo capitolo: “Partiti politici e cittadinanza attiva”. Poche pagine dalle quali può iniziare una riflessione sul come, e sul perchè, la politica non ascolti il cittadino quando quest’ultimo cerca di difendere la propria salute dagli effetti negativi derivanti dall’interesse della grande industria.
È proprio questo il filo conduttore del testo: il libro è solo un altro strumento per diffondere una verità assai diversa da quella del “va tutto bene” propagandata e difesa dai politici locali quando accolgono di buon grado un nuovo impianto produttivo senza avere realmente approfondito le conseguenze che tale impianto potrebbe portare sul territorio........

Apprezzabile, però, resta il fatto che Di Ciaula offra al lettore uno strumento in più per farsi una propria idea che non sia basata esclusivamente sulle dichiarazioni dei tecnici delle multinazionali dell’energia e dei politici, di tutti i livelli, che raramente hanno il tempo o la voglia di mettersi a leggere dati e numeri che non siano quelli ufficiali dell’azienda che propone la centrale o l’inceneritore.
Una volta acquisito questo strumento il lettore potrebbe anche decidere di dire no all’impianto dietro casa che credeva assolutamente innocuo e, perchè no, iniziare una battaglia di cittadinanza attiva.

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