Libreria UBIK Savona
10 DOMANDE ALL’ING. DE BENEDETTI SULLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI SAVONA Egr. ing. Carlo De Benedetti, a Lei che si vanta di essere la tessera numero uno del Partito Democratico, poniamo 10 questioni in merito alla Sua decisione di ampliare la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), da Lei controllata attraverso CIR Sorgenia, con tutte le conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la quasi totale contrarietà di cittadini, istituzioni, partiti, associazioni, medici e biologi. 10 le domande, alle quali Le chiediamo di dare risposta: 1) CONTRARIETA’ DELLA CITTA’ AL PROGETTO -perché vi ostinate a perseverare nel vostro progetto di ampliamento, in spregio alla contrarietà dell’85%-90% della popolazione savonese, quella dei partiti (tra cui anche il PD), della Regione, dei Sindaci, dei Consigli comunali, delle Circoscrizioni, dell’Ordine dei Medici, di tutto l’associazionismo provinciale, delle principali personalità della società civile?* E’ questo il personale concetto di democrazia del tesserato numero uno del Partito Democratico? Tutto questo non va contro non solo ai valori fondanti sanciti nello Statuto del PD, ma anche ai più elementari principi di democrazia del nostro paese? *Hanno approvato delibere ‘contro l’ampliamento della centrale Tirreno Power’ tutti i comuni interessati: i Comuni di Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo.
2) DI CARBONE SI MUORE -perché Lei e la dirigenza Tirreno Power non volete ammettere che le centrali a carbone uccidono? Perché mistificate la realtà dicendo che avete il “carbone pulito” (concetto smentito dalle principali ricerche internazionali), così giocando con la vita della gente? Secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici di Savona “in tutta la provincia di Savona (con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale) diversi tumori e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale (in particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus ed altre)”. Le ricordiamo che in provincia di Savona in 16 anni sono morte circa 2.664 persone in più rispetto all’atteso (in base ai tassi standardizzati di mortalità della Liguria). I calcoli commissionati dalla Comunità Europea asseriscono che nel nostro territorio savonese abbiamo valori di inquinamento fra i più alti in Italia, cui si associa una significativa riduzione dell’aspettativa di vita (la speranza di vita in Liguria è ridotta di quasi un anno per via dell’inquinamento). Più in generale, tutti i principali studi mondiali riportano come sale enormemente il livello di mortalità vicino alle centrali a carbone**. **Solo per citare alcuni studi, per una ipotetica centrale con emissioni pari a quelle dichiarate per la centrale a carbone di Vado Ligure, i danni in termini di mortalità sono quantificabili in milioni di dollari ogni anno, da un minimo di 42 ad un massimo di 430 milioni, variabili principalmente in base alla numero di persone esposte alle sue emissioni. Gli studi scientifici hanno per esempio dimostrato in maniera consistente che il cancro e le leucemie infantili sono strettamente correlati con alti livelli di emissioni prodotte da processi di combustione. I bambini, inoltre, sia nella fase di sviluppo prenatale che nei primi anni di vita, sono esposti al rischio di importanti danni allo sviluppo del loro cervello, con disturbi della sfera cognitiva (deficit di apprendimento e del quoziente intellettivo), comportamentale (da un aumento dell’ aggressività e deficit di attenzione fino all’autismo) e motoria (turbe del coordinamento motorio), causati in maniera particolare dalle emissioni di mercurio e di altri metalli pesanti (in Liguria il 90% del mercurio emesso annualmente nell’ ambiente deriva dalle centrali a carbone). Vi sono poi sottogruppi di popolazione particolarmente a rischio per l’inquinamento da polveri sottili. Solo a titolo di esempio delle numerosissime pubblicazioni in materia, nelle donne in menopausa la mortalità per cause cardiovascolari e ictus aumenta in maniera davvero notevolissima (rispettivamente del 76% e dell’83% per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 2,5). Grazie a studi come questi, nel territorio della California non esiste più neppure una centrale a carbone. Ma non è solo la California a fare queste scelte. In base ad uno studio analogo, lo stato del Texas nel 2006 ha recentemente bocciato il progetto di costruzione di ben 17 nuove centrali elettriche a carbone altamente tecnologiche. Le previsioni infatti sono che queste 17 centrali a carbone causerebbero, nel periodo di funzionamento previsto, ben 12.000 morti (dodicimila) e 72 miliardi di dollari di costi sanitari. Analoghi risultati ha fornito uno studio dell’ OMS del 2008 condotto su 40 milioni di abitanti di 26 città Europee. Riducendo gli attuali valori massimi consentiti delle PM 2.5 ai livelli raccomandati dall’ OMS di 10 µg/m3, si otterrebbe una riduzione delle morti premature annuali da 380.000 a circa 50.000, cioè una riduzione dell’ 87%. In pratica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si salverebbero 330.000 (trecentomila) persone. Ricordiamo che, secondo un’altra ricerca, a Vado Ligure il tumore maligno al polmone colpisce il 30% in più degli uomini rispetto al resto della Provincia. Per le malattie ischemiche del cuore, a Vado le donne fanno registrare il 71,9% di casi in più rispetto alla media regionale, mentre per le malattie respiratorie croniche ostruttive, a Vado gli uomini fanno registrare il 150% (centocinquanta) in più sulla Regione.
3) IL CARBONE PRINCIPALE MINACCIA CONTRO IL CLIMA -perché, in collaborazione con il Governo, volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento della centrale a carbone, quando questo va ancora di più contro gli importantissimi accordi presi dall’Italia e dagli altri Stati nel protocollo di Kyoto? Il carbone rappresenta la prima minaccia per l’equilibrio climatico mondiale: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas. La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia contro il carbone. Tuttavia, agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni dalla più sporca fonte fossile sono destinate ad aumentare del 60% al 2030. Se così fosse, non avremo alcuna speranza di limitare gli effetti più devastanti e irreversibili dei cambiamenti climatici. Il momento di intervenire è ora, e il carbone è alla base del problema. Ogni nuova centrale a carbone o ogni ampliamento è un atto criminale contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta. Occorre abbandonare al più presto la nostra dipendenza da questo combustibile fossile, a favore di una rivoluzione energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Greenpeace denuncia che “il Governo italiano è contro il Protocollo di Kyoto, che obbliga il Paese a ridurre i gas serra del 6,5% rispetto al 1990. A oggi le emissioni sono aumentate del 10% e il Governo, già inadempiente e in disaccordo con gli impegni presi, continua ad autorizzare nuovi impianti a carbone, come la nuova centrale Enel a Civitavecchia e l’ampliamento di quella di Vado Ligure (la quale quindi aumenterà notevolmente la produzione di CO2). Il carbone porterà maggiori profitti nelle casse degli amministratori delle centrali, ma saranno i cittadini italiani a pagare le multe per Kyoto”.
4) IMPIANTI NON ALLINEATI ALLE NORMATIVE -perché continuate a far funzionare i gruppi 3 e 4 della centrale, nonostante non siano allineati alle norme IPPC dell’Unione Europea, alla direttiva 96/61/CE, e al decreto legislativo 59/05, e nonostante siano privi della certificazione AIA?*** Perché il solo fatto che il Governo abbia prorogato i tempi per la valutazione dell’istruttoria per la certificazione AIA della Vostra centrale, vi fa sentire in diritto di definirvi (su tutti i giornali) ancora formalmente a norma, quando in realtà siete sostanzialmente e moralmente inadempienti da 40 anni verso la comunità savonese per i livelli di inquinamento che state producendo? Perché evidenziate sempre sui giornali che siete in possesso del V.I.A. ministeriale (al quale peraltro si oppone il V.I.A. regionale negativo, approvato dalla Regione Liguria) senza invece mai segnalare alla cittadinanza che non siete allineati rispetto alle principali leggi in materia ? Ricordiamo che il V.I.A. ministeriale è soltanto una Valutazione d'Impatto Ambientale gestito da un organo di nomina politica, fra l’altro dichiarato illegittimo 3 mesi fa dalla Corte dei Conti, e contro il quale la Regione Liguria ha fatto ricorso. E ancora: perché, come dice l’ex Assessore Regionale all’Ambiente, “non vi siete conformati alle disposizioni regionali in materia, né al Piano Energetico Regionale, né al Piano Regionale di risanamento della qualità dell’aria?”. Perché secondo i medici del MODA “non si è più discusso della completa metanizzazione degli impianti che la città attende da più di 20 anni, come votato dagli enti locali savonesi fino al 2007 (compreso il Comune di Savona) e come indicava l’Istituto Superiore di Sanità già nel 1988?” Anche il Segretario Provinciale del PD (del suo Partito) ha dichiarato in questi giorni ai giornali: “Tirreno Power sta dicendo e facendo di tutto meno che l’unica cosa che dovrebbe fare: i monitoraggi, la copertura dei parchi e in generale investimenti per diminuire l’impatto del carbone sul territorio (…) Di questo progetto non ce n’è bisogno, non è in sintonia con i tempi (…) Da anni continuiamo a parlare di cose che avrebbero già dovuto essere fatte e la Tirreno Power non ha fatto (...) Si usa sempre la logica ricattatoria occupazionale per non fare! È ora di finirla (…) È questione di credibilità: mi spiace ma Tirreno Power non è più un interlocutore affidabile” ***I medici del MODA denunciano: A) Il continuo funzionamento dal 1996 a oggi per più di 10 anni degli obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 che non utilizzano la migliore tecnologia disponibile prevista dalla legge, con alti livelli di emissione di inquinanti; B) Il frequente superamento nel savonese dei limiti di legge (DM 60/02) delle polveri sottili PM10 fino al 2006; C) La parziale misurazione delle polveri PM 2,5 prevista dalla direttiva 2008/50/CE e la mancata misurazione di Arsenico, Cadmio, Nikel e Benzopirene nelle polveri PM10 in attuazione del D. Lgl 152/07; D) Il principale contributo della centrale a carbone Tirreno Power di Vado alle emissioni inquinanti in provincia di Savona: Ossidi di azoto (68%) PM10 (35%) Ossidi di zolfo (90%) COV (38%) (Piano Qualità Aria Regione Liguria 2006) quando non era ancora entrato in funzione il gruppo a gas (anno 2007) e la centrale funzionava a metà potenza di quella attuale; E) La possibilità di bruciare i rifiuti come CDR sui gruppi a carbone, in contrasto con quanto consentito dalla normativa europea, con il rischio di un ulteriore peggioramento delle emissioni per la formazione di diossine e metalli pesanti nei fumi maggiori di quelle prodotte con un moderno inceneritore; F) Gli studi sui licheni (anche Regionali) che dimostrano come la centrale a carbone sia la principale responsabile per la emissione oltre che di gas fitotossici anche di metalli pesanti come Hg, Cd , Cr e Ni che seguono il modello diffusionale del Vanadio prodotto solo dalla combustione del carbone.
5) MAGGIOR INQUINAMENTO CON IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO -perché continuate a propagandare con ogni mezzo di comunicazione che il Vostro progetto di ampliamento della centrale e di ristrutturazione dei gruppi 3 e 4 esistenti diminuirebbe l’inquinamento, mentre ricerche scientifiche indipendenti dimostrano esattamente il contrario?**** Sui giornali avete dichiarato che volete investire e mettere a norma la centrale esistente (affermazione che peraltro, secondo molti esperti, non corrisponde alla verità in quanto le modifiche che apportereste ai gruppi 3 e 4 sarebbero insufficienti****), ma che non lo farete se non si concede in cambio anche l’ampliamento della centrale stessa. Da quando vale il ricatto per cui si seguono le leggi solo se si concede qualcosa in cambio? Perché deve valere per Lei questa deroga che non è concessa ai singoli cittadini? Una società come Tirreno Power che produce 100 milioni di euro di utili netti ogni anno non è forse economicamente in grado di allinearsi alle normative europee? E perché riproporre l’eterno ricatto delle centinaia di milioni di investimento e di 50 nuovi posti di lavoro, da mettere sull’altro piatto della bilancia rispetto ai danni ambientali e ai tassi di mortalità? La Provincia di Savona su questo tema ha già storicamente pagato prezzi molto alti, con conflitti laceranti tra ‘salute e lavoro’, e non ha bisogno di essere sottoposta a una nuova prova di forza. ****secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “gli attuali gruppi 3 e 4 a carbone della centrale (risalenti agli anni ’60 del secolo scorso e obsoleti da decenni), una volta ristrutturati secondo il Vostro progetto di ampliamento (propagandato come un adeguamento secondo le migliori tecnologie), emetteranno, per ogni Megawatt installato, 3,4 volte in più ossidi di zolfo, 2,5 volte in più ossidi di azoto, il doppio delle polveri primarie rispetto al nuovo gruppo, dimostrazione evidentissima che, pur disponendo di una tecnologia meno inquinante, questa non sarà applicata in modo significativo a tutti i gruppi a carbone, ma solo a uno, al gruppo nuovo”. Il motivo, più che evidente, sta nel fatto che si vuole risparmiare, incuranti delle ricadute che questo risparmio avrà sulle emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente. Questi dati hanno indotto comitati e associazioni a sostenere la non ristrutturabilità dei gruppi 3 e 4. Secondo i medici del MODA: “i gruppi esistenti 3 e 4 della Centrale non sono ristrutturabili con le nuove tecnologie, per cui per rispettare le attuali normative si impone da subito la chiusura dei vecchi gruppi a carbone altamente inquinanti per lasciare così i gruppi a turbogas esistenti, che già da soli producono il doppio dell’energia consumata in provincia di Savona” (inquinano comunque, anche se molto meno del carbone). E’ evidente che solo finalmente con un ampio confronto con i Comuni, la Regione, i comitati, e con l’ausilio di esperti indipendenti (e solo dopo aver rinunciato al progetto di ampliamento), si potrà valutare se l’adeguamento alla legge 59/05 (che prevede l’utilizzo delle migliori tecnologie esistenti) sarà fattibile in modo significativo nella ristrutturazione dei vecchi gruppi 3 e 4, o se (come sostengono efficacemente molte personalità autorevoli in materia) tali gruppi invece risulteranno non più ristrutturabili.
6) CENTRALE COME INCENERITORE -rispondono al vero le voci che si stanno diffondendo, secondo le quali un vostro obiettivo potrebbe essere quello di usare i gruppi a carbone anche per bruciare i combustibili derivati da rifiuti (CDR), utilizzando quindi la centrale anche come inceneritore? Questo (la gente non lo sa, ma voi ben lo sapete) aggraverebbe in modo devastante la situazione, perché ai fumi velenosi derivanti dal carbone (polveri sottili e ultrasottili, metalli pesanti, diossine, solfati, nitrati, ecc, oltre che radiazioni superiori a quelle delle centrali nucleari) si aggiungerebbero altre pericolosissime emissioni di diossine, polveri, e metalli pesanti.
7) INSUFFICIENTE MISURAZIONE DEI LIVELLI DI INQUINAMENTO -perché accetta il paradosso che il controllo delle emissioni dalle ciminiere della Sua centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno Power (per cui gli inquinatori sono i CONTROLLORI DI SE STESSI, senza che sia prevista alcuna verifica da parte di enti terzi) e non invece da un Ente Pubblico, il quale finalmente dopo decenni potrebbe garantire la cittadinanza sui reali livelli di inquinamento? Per quanto riguarda invece le centraline esterne alla centrale, secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “i dati sull’inquinamento vengono misurati dall’ARPAL in modo superficiale, obsoleto e insufficiente (per numero e dislocazione delle postazioni, e per tipologia di inquinanti misurati)”. Come può peraltro la comunità savonese avere fiducia nell’ARPAL, un’agenzia la cui intera dirigenza è indagata dalla Procura della Repubblica di Genova per falso, turbativa d’asta ed altri gravissimi capi d’accusa? Come si può dire, ing. De Benedetti, che l’inquinamento è sotto controllo, quando si sceglie di non misurare efficacemente le polveri inquinanti?
8) RIFIUTO DEL CONFRONTO -perché i Responsabili della centrale rifiutano da anni qualsiasi confronto pubblico con l’Ordine dei Medici, con i Medici per l’Ambiente e più in generale con la cittadinanza, lasciando alle migliori agenzie pubblicitarie una massiccia comunicazione fatta di slogan facilmente smentibili dai dati scientifici (“abbiamo la tecnologia”, “carbone pulito”, “ampliamo per migliorare l’aria”)? Anche questo, ing. De Benedetti, è il Suo personale concetto di democrazia, oppure è solo perché ben sapete che il vostro progetto non può reggere il confronto con le principali istituzioni mediche locali? Perché su questo tema si è messo in atto da decenni a Savona un fruttuoso e perverso meccanismo misto: da un lato si ‘addolcisce’ (si promette, si sostiene, si sponsorizza…) e dall’altro si minaccia? Sono state minacciate di ritorsioni di vario tipo (“ti faccio licenziare”, “ti querelo”, “ti massacro politicamente”, ed altre pressioni) varie categorie di persone che avevano tentato di spiegare la verità, inclusi importanti amministratori locali, medici e giornalisti.
9) SOVRAPPRODUZIONE -perché volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento, in una città come Savona che NON ha bisogno di nuova energia elettrica, dato che la Centrale già attualmente produce una quantità di energia superiore di ben 5 (cinque) volte a quella che viene consumata in tutta la Provincia? Perché, ing. De Benedetti, deve essere di nuovo la Provincia di Savona a essere martoriata e sottoposta ai Vostri interessi economici, una Provincia che da anni sta cercando faticosamente di sviluppare la sua importante e strategica vocazione turistica? Ricordiamo che in Liguria (che secondo studi della CEE è una delle regioni più inquinate d’Italia), una terra tanto bella a livello paesaggistico e naturalistico quanto devastata dalle industrie e dal cemento, vi sono già ben 3 centrali a carbone (il 27% di quelle rimaste in funzione in Italia). Segnaliamo inoltre che gli obiettivi della Comunità Europea, cui aderisce anche l’Italia, prevedono per il 2020 una riduzione del 20% del consumo di energia, ottenuto attraverso il preziosissimo risparmio energetico, un 20% di energia alternativa, e un 20% di riduzione delle emissioni di CO2 (che invece aumenterebbero con il progetto di ampliamento della centrale).
10) ENERGIE RINNOVABILI -perché volete perseverare nella produzione di energia dal carbone (una produzione più economica, usata ancora tra moltissime critiche in altri Stati, ma estremamente dannosa per la salute e per questo con un consumo in continua riduzione in Europa), senza investire significativamente nel metano e soprattutto nelle energie rinnovabili realmente pulite?***** Come ha detto il Premio Nobel Carlo Rubbia proprio sul suo giornale, ‘LaRepubblica’: “Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. La CO2 dura in media fino a 30.000 anni. Il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso…”. ***** Perché cercate di disorientare la cittadinanza savonese dichiarando che investirete quasi 200 milioni di euro in energie alternative? il Vostro progetto infatti mira non certo allo sviluppo delle energie rinnovabili ‘pulite’ come eolico o solare (dei 600 MW previsti nel Vostro progetto fra carbone e rinnovabile, si prevedono solo 1,5 MW di fotovoltaico, ovvero un misero 0,2%),ma a cospargere il territorio ligure di centrali a biomasse (catalogate tra le energie ‘alternative’), centrali inquinanti e spesso destinate in realtà a diventare inceneritori di rifiuti. Ricordiamo invece che con l’utilizzo delle fonti realmente rinnovabili, nei Paesi del Nord Europa riescono a garantire un quantitativo di posti di lavoro che, in proporzione i miseri 30 posti in più garantiti da Tirreno Power fanno sorridere (ad esempio, sono 150.000 i posti di lavoro creati dall’eolico in Europa, che diventeranno 368.000 in meno di 10 anni secondo l’Unione Europea). In Germania, dove praticamente già il 20% dell’energia totale viene prodotta tramite le fonti alternative (eolico e solare), si prevede un forte aumento nei prossimi anni, dismettendo completamente le centrali nucleari entro il 2018. Anche il nuovo Presidente degli USA ha orientato grandi risorse verso l’utilizzo delle energie rinnovabili, ritenendolo il nuovo possibile volano, sia per la soluzione della grave crisi economica che per la protezione dell’intero pianeta. In sintesi, perché Lei che si dichiara il primo tesserato del PD, calpesta buona parte dei principi e dei valori propri del centrosinistra (e presenti nello Statuto del PD): rispetto della volontà popolare, rispetto della vita umana, rispetto e cura per l'ambiente, confronto e dibattito nelle decisioni, adeguamento alle normative dell’Unione Europea, adeguamento alle leggi non come merce di scambio, considerazione delle opinioni degli esperti e degli organi medici competenti, sviluppo delle energie rinnovabili, ecc.? Non conviene con noi, ing. De Benedetti, che il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile? Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone. Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare lo scempio ambientale e le morti premature causate dalla combustione del carbone. Le chiediamo quindi di rispettare la volontà della nostra comunità, desistendo dal Suo progetto di ampliamento della centrale a carbone e riducendo fortemente i livelli di inquinamento adeguando la centrale alle migliori tecnologie esistenti, così come previsto dalla legge. Certi di una sua Risposta, Le porgiamo distinti saluti.
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Comuni che hanno approvato delibere contro l’ampliamento della centrale Tirreno Power I Comuni di Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte. |
Associazioni savonesi che si sono dichiarate contro l’ampliamento della Centrale Tirreno Power, e a favore di un suo adeguamento alle normative:
ARCI, ACLI, Emergency, Libera, Meetup di Beppe Grillo, Rete Lilliput, Unione Donne in Italia, Donne in Nero, Legambiente, Greenpeace, UAAR, ANPI, Comitato Acqua Pubblica, Uniti per la Salute, Amare vado, Vivere vado, Medicina democratica, Fuoricontrollo, Margonaraviva, ecc |
Queste e altre informazioni medico scientifiche sono state tratte da: (Piano Regionale della qualità dell’aria 2006) (Nimis e collaboratori 1998). (Uncertainty and Variability in Heath related Damages from Coal – Fired Power Plants in the United States. Jonathan I. Levy et al.Risk Analysis, Vol. 29, No. 7, 2009) (Premature mortality from Proposed New Coal – Fired Power Plants in Texas, November 2006). (Epidemiologia e Prevenzione, 2006) (Sci Total Environ, 2009 Apr 1: 407: 2593 – 602). (J Epidemiol Community Health 2005) (Annals of Neurology 2008; 64: 53 – 9). (Arch Intern Med. 2008;168:909-911). (Stroke. February 2007. - S Yamazaki et al. Environmental Medicine. Sept. 2006) (K. A. Miller: N Eng. J of Med, february 1, 2007) (Am J Cardiol. 2006;98(3):423-424). (Epidemiology, September 2008 - Volume 19 - Issue 5 - pp 690-701). (EEA Report N° 10/2005). (Dubnov J. Et al. Estimating the effect of air pollution from a coal-fired power station on the development of children’s pulmonary function. Environ Res. 2006 Apr 14) (N E ngl J Med 2009; 360: 376 – 86). (Reducing ambient levels of fine parti culate matter could substantially improve health: a mortality impact assesment for 26 European cities, Ferran Ballestrer et al. on behalf of the Apheis network.) (Levy et al. 2000) (Mortalità in Provincia di Savona 1999 – 2004, A cura di:Marina VERCELLI1,2, Elsa GARRONE1, Claudia CASELLA IST Genova ). Ringraziamo vivamente tutti gli esperti, i medici, i biologi, gli amministratori, i giornalisti, i comitati che si sono pazientemente adoperati nello stilare questo documento. |
Tratto da IVG Hanno già dato adesione alla lettera:
Alla lettera hanno aderito diverse personalità del mondo savonese, oltre che le associazioni ed i Comuni del territorio che si battono contro il progetto di ampliamento. |
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