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14 agosto 2005

FERRAGOSTO 2011: LA FAVOLA DEL CARBONE PULITO E I SOGNI DEI CITTADINI


Continua da Ferragosto 2011......
ALCUNE CONSIDERAZIONI Tratte da Pensiero superficiale
Per informarsi basterebbe solo spulciare su internet Oppure leggere il libro inchiesta di Roberto Rossi, giornalista che da anni segue il piano governativo del rilancio nucleare italiano.
Un’inchiesta precisa, puntigliosa, a prova di bomba atomica.
Pagina dopo pagina, gli italiani capirebbero che ancora una volta stanno barattando i propri risparmi e la propria salute per ingrassare i soliti sospetti.
Proprio come l’industria degli idrocarburi, quella nucleare propone un patto col Diavolo: un patto che ridurrà in cenere e scorie il futuro delle prossime generazioni terrestri.

D
ifesa dell’ambiente e legalità, oggi in Italia chi si erge a paladino di questi valori rischia di essere .......

Come Angelo Vassallo, sindaco di Pollica.
Perché? Per la solita vecchia ragione. Per interessi economici, per il business, per la pecunia sterco del demonio che magari non olet, ma lascia delle coscienze sporche e sdrucite cui nemmeno una centrifuga miracolosa può restituire un minimo di candore.

Mezzo milione di malati e 35.000 morti: ogni anno sono queste le vittime delle sostanze tossiche che gli italiani mangiano e respirano.
Un territorio più esteso della Liguria - 6740 chilometri quadrati - rappresenta la superficie complessiva delle aree contaminate dai veleni nel nostro Paese.
Le persone che in Italia abitano in zone considerate ad alto rischio sanitario sono addirittura 15 milioni, ma nessuno ne parla.
Le cifre elencate sulla quarta di copertina e poi analizzate e descritte con precisione nel libro di Emiliano Fittipaldi ci raccontano che soprattutto negli ultimi 10 anni in Italia è in corso una guerra, una guerra silenziosa e non dichiarata, ma terribilmente reale e letale contro i cittadini.
..
Fittipaldi ha scritto un libro coraggioso e necessario, quindi scomodo per il Paese nel quale viviamo; o tentiamo di sopravvivere.

Servirebbero cuore e, auspicabilmente, cervello. Avere a cuore le vere risorse del territorio, l’integrità ambientale e la salute umana; e i valori fondamentali della democrazia: legalità, partecipazione, controllo costante del Potere.

Non credo si possa scappare da questi precetti.

Nè il cittadino può sperare di aggrapparsi ai medici e agli scienziati, sempre più spesso conniventi per remunerati interessi personali. Un solo esempio: Umberto Veronesi, smemorato d'Ippocrate, sostenitore dell'energia nucleare e degli inceneritori.
Esistono, per fortuna, anche scienziati ‘buoni’: Gatti/Montanari, Maria Rita D’Orsogna, Francesco Gonella, Giorgio Nebbia, Laura Corradi.
Ma scontano l'ostracismo dei media e l'opposizione delle potenti industrie inquinanti......

Ma il vero punto è sempre politico, nella accezione greca del termine.

Trovo sia aberrante dire che in certi territori l’unico sviluppo possibile sia quello assicurato dall’industria degli idrocarburi. Aberrante e falso. Ma il compito principale della politica qual è se non quello di amministrare la cosa pubblica per il bene comune? Qual è la dote principale di un vero politico se non – e ricorro un’altra volta al greco antico – la ‘pronoia’, la capacità di vedere prima, di avere una visione.
E capire che territori come la Sardegna, la Sicilia, l’Abruzzo, l’Italia intera hanno altri tesori, altre risorse da valorizzare.

La ‘mala politica’ appoggia la ‘mal imprenditoria’, la ‘mala scienza’ copre le vergogne: sopire, negare, anche contro l’evidenza......

La politica italiana considera l’organismo degli italiani simile a quello di Superman: se l’Organizzazione mondiale della Sanità (comunque non impermeabile alle pressioni delle lobbies) stabilisce che il corpo umano può tollerare H2S (idrogeno solforato, ndr) fino ad una soglia massima di 0,005 parti per milione (ppm) in italia la legge stabilisce un limite di 5 ppm per l’industria non petrolifera e addirittura 30 ppm per quella petrolifera:
6000 volte superiori a quello raccomandato dall’Oms.
Non si può avere fiducia in una politica che soccorre chi prospera sul malaffare e uccide i cittadini, cioé i soggetti che dovrebbe tutelare.

Paradigmatico in questo senso il caso ‘atrazina’ negli anni ’80: erbicida ad elevata persistenza ambientale, quindi difficile da smaltire.
Negli anni 80 si scoprono livelli altissimi di atrazina negli acquedotti e nelle falde di molti comuni italiani, soprattutto nell’area padana. Cosa fa la politica invece di intervenire e sanzionare i responsabili? Aumenta per legge, i limiti di tollerabilità alla sostanza da parte degli organismi degli italiani!!! Poi, nel 1992 l'abbiamo finalmente messo al bando, ma intanto per anni molti italiani hanno continuato a bere atrazina ‘tumorale’…

Perché ‘se niente importa, tanto per citare il titolo di un altro bellissimo libro ad alto tasso di contenuto ambientale di Jonathan Safran Foer, ma importa solo il business, ecco che ci ritroviamo nella condizione terribile, descritta in modo mirabile da Fittipaldi.
Siamo quindi destinati a soccombere? Una volta c’erano le 5 Regioni a statuto speciale (ci sono ancora, per carità) ma è come se l’Italia fosse tutta intera una nazione a statuto speciale per quello che avviene qui. Non che all’estero non esistano situazioni altrettanto gravi, ma l’impressione è che la società civile abbia maggiori anticorpi, abbia una capacità di reazione al momento sconosciuta alle nostre latitudini.

La Costituzione ci ha protetti ed è una legge fondamentale meravigliosa visto che qualcuno ne ha talmente paura da volerla incenerire.
La Costituzione però ci fa da scudo se noi la tuteliamo: non può fare tutto da sola.
La democrazia è partecipazione diretta, è impegno in prima persona.

Vorrei chiudere con le parole di Rita Atria, coraggiosa ragazza siciliana di Partanna nel Belice, capace di diventare collaboratrice di giustizia dopo aver visto ucciso il padre, piccolo boss di paese.
Per questo ripudiata dalla madre, dalla famiglia, dal fidanzato. Ma protetta da Paolo Borsellino che la convinse a trasferirsi a Roma e ad entrare nel programma di protezione dello Stato.
Dopo l’uccisione del magistrato, Rita Atria si suicidò lanciandosi nel vuoto.
Ma il suo esempio e questa frase in particolare, estratta dal suo tema di maturità sulla morte di Giovanni Falcone, dovrebbero convincerci che siamo sconfitti solo se rinunciamo a lottare:

Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare.
Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.

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