Tratto da
Dorsogna.blogspot.comLa BP e i pesci al petrolio
C'e' dentro del petrolio.
Questo e' molto grave, perche' mostra che il petrolio in cosi poco tempo e' riuscito ad infiltrarsi nella catena alimentare e pian piano potra' risalire all'uomo. Un pesce piu' grande mangera' quelle larve, e uno piu' grande ancora, fino ad arrivare a noi.
Mentre le specie piu' piccole accumulano poche quantita' di roba tossica perche' hanno una vita piu' breve, le specie piu' alto alla catena alimentare diventano dei veri e propri accumulatori di porcherie, perche' vivono piu' a lungo e continuamente si cibano di pescetti inquinati. E dai oggi e dai domani, si arriva alle megadosi di roba tossica.
I granchi sono degli ottimi indicatori della salute del mare perche' sono una via di mezzo nella catena alimentare, essendo sia predatori che predati. Sono un considerati "a living repository of information on the health of the environment", e cioe' un repositorio vivente di informazioni sulla salute del mare.
Come gia' detto all'inifito i pesci hanno la tendenza al bioaccumulo, mangiano robaccia e non la espellono, restando a volte piu' inquinati dell'ambiente in cui vivono.
"In my 42 years of studying crabs I've never seen this,"ha detto una biologa dell'Univiersita' del Mississippi del sud, in riferimento alle macchie arancioni di petrolio ritrovate su molti pesci e crostacei della zona.
Oltre al petrolio, portrebbe esserci anche traccia dei dispersanti illegali che la BP ha usato per nascondere meglio le macchie di petrolio e che sono molto tossiche.
Ma tanto in Italia questo non succedera' mai.
Pesci al veleno
Livorno - la seconda provincia piu' inquinata d'Italia, dopo Taranto. La ditta chimica Solvay lancia in acqua3000 chili l'anno di arsenico e mercurio e 6000 di piombo, la ditta Lucchini 9000 chili di cianuro. La centrale Enel ogni anno inquina per 800 mila tonnellate e l'ENI con 500 mila tonnellate, fra ossidi di azoto, composti a base di zolfo ed anidride carbonica.
Civitavecchia - due centrali termoelettriche Enel, una centrale di petrolio convertita a carbone, e una 'torre petrolifera' della Italpetroli a 2km da riva dove scaricano petrolio, benzina e e olio combustible e che voglionotrasformare in un rigassificatore. A 2 km da riva.
Segno che una volta che l' industria pesante arriva, non se ne va piu', anzi cresce smisuratamente.Genova - inquinamento alle stelle, raffineria Iplom nella zona Busalla che periodicamente esplode, acciaierie Italsider a Cornigliano, con il piu' alto tasso di inquinamento acustico d'Italia. Altoforni, cokerie del signor Emilio Riva, lo stesso dell'Ilva di Taranto. Il Castello Raggio demolito per fare spazio alle industrie. Alti tassi di tumori e di morti per inquinamento
Viareggio e Lerici - scarichi in mare di oli lubrificanti,Depuratori che non funzionano e che rigettano a mare fanghi di scarto.
E non solo di un pochino, qualche volta anche dieci volte in piu'! Molta di questa roba e' cancerogena. Li vicino c'è pure un santuario di cetacei nei quali hanno trovato batteri fecali.
La colpa e' dei fiumi tutti inquinati che portano in mare ogni sorta di schifezza.
La colpa e' delle industrie di cui sopra, incluse le ditte petrolifere, che scaricano di tutto e di piu' in quei fiumi, nella nostra aria, nella nostra acqua, dove gli capita.
La colpa e' degli amministratori locali e ai piani alti che non hanno il coraggio di contrapporsi veramente agli inquinatori di turno, spesso potenti e incuranti della gente............
La colpa e' del popolo che non si indigna, che non esige di meglio, che non si arrabbia, che non protesta.
La colpa e' di noi che ci rassegnamo a mangiare sogliole tossiche, cullati da una dolce vita che pian piano marcisce.
Fiumi liguri inquinati: ma nessuna analisi su Quiliano e Segno. Come mai?
di VALERIA ROSSI – Leggiamo sul Secolo XIX online i risultati di un’analisi di Legambiente e della sua Goletta Verde sui fiumi liguri: ovviamente un disastro, con tutte le foci inquinate e la balneabilità “a rischio” (ma a quale livello di rischio? Se sono inquinate già adesso, ‘ste foci, perché dovremmo aspettare che vada anche peggio per smettere di farci il bagno?).
L’articolo sta piuttosto sul vago, parlando di una “depurazione ancora irrisolta”: non sappiamo però di che livello di inquinamento e soprattutto di quale inquinamento si stia parlando… perché, ovviamente, c’è quello “classico” da colibatteri (insomma, il mare-fogna) e c’è quello più subdolo da depositi industriali, polveri sottili, metalli pesanti eccetera eccetera.
Quello, per esempio, che aveva evidenziato già molti anni fa come i muscoli (le cozze) pescate nei dintorni di Quiliano – Vado fossero le più inquinate d’Italia.
Insomma, siamo inquinati, ma parliamo d’altro che passa la gente. Anzi, scriviamo negli “articoli correlati”: “Ma a Bergeggi sembra di stare ai Caraibi”, così chi legge pensa che da Bergeggi in poi l’inquinamento non esista più (peccato che secondo Legambiente torni ad Albenga, perché è inquinato anche il Centa). In realtà l’articolo su Bergeggi parla di poseidonia e di canyon naturali in un ambiente (quasi) incontaminato. Il “quasi” tra parentesi indica che non abbiamo il coraggio di dire che a Bergeggi l’acqua non è inquinata…ma appunto, parliamo d’altro che passa la gente.
A noi che di parlare d’altro abbiamo poca voglia, perché questi argomenti ci turbano, sorgono invece spontanee un paio di domande:
a) quali inquinanti sono stati rilevati? In quale misura? Con quali rischi, esattamente, per chi fa il bagno OGGI?
b) perché a Savona è stata analizzata la foce del Letimbro ma sono stati ignorati il Quiliano e il Segno, ovvero i torrenti più vicini alla centrale a carbone? Vanno a finire in mare anche loro, eh. Ci sono spiagge e gente che fa il bagno anche lì intorno. Perché non ci si è premurato di analizzare quelle acque?
c) in generale: per quale motivo Legambiente – OGNI santa volta – parte da La Spezia e spara a raffica sugli inquinatori, poi passa a Genova e spara di nuovo a raffica, poi arriva a Savona…e tace, non parla, passa oltre fischiettando, per ricominciare a considerare l’inquinamento solo da Albenga in poi? Sarà mica – per purissimo caso – che c’entrino qualcosa le quote azionarie che Legambiente ha acquistato da Sorgenia, proprietaria della Tirreno Power?
Sì, è vero, siamo malpensanti. Però, a volte, i cattivi pensieri vengono proprio cercati col lanternino. Tirati fuori di peso anche da chi non vorrebbe pensare MAI male di nessuno, tantomeno di chi – almeno sulla carta – dovrebbe essere dalla parte dell’ambiente e contro l’inquinamento.
Quindi… signori di Legambiente? Sareste così gentili da rispondere alle domande (peraltro già poste in altre occasioni, ma sempre in tema di “Savona dimenticata”)?
Grazie mille.
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