Tratto da Savona News
Dal Punto di Mario Molinari
Apriti cielo
Le pesanti conclusioni della perizia giurata sull'ampliamento della Centrale di Vado e le proposte di totale metanizzazione presentate da ARCI ed ACLI.
Si, perché nonostante gli immensi apparati pubblici a spese di noi tutti, tocca ad un Comitato di Cittadini autotassarsi per commissionare una perizia giurata "al solo fine di far conoscere la verità" su cosa potrebbe succedere davvero - e aldilà di interessati proclami - qualora la centrale di Vado Ligure venisse ampliata.
I proponenti dicono che l'inquinamento diminuirebbe.
I sindacati che il lavoro aumenterebbe.
In entrambi i casi, molte sono le perplessità, che con il passare dei giorni si addensano e appaiono sempre più fondate.
Il progetto di ampliamento della Tirreno Power NON è attendibile: lo dice una perizia giurata.
di Valeria Rossi
Tratto da Savona News
Presentati i risultati di un’analisi delle emissioni della centrale Tirreno Power (audio)
Lei ritiene che il piano energia-clima in discussione al Senato americano sarà approvato entro l’anno? L’incidente del Golfo del Messico spingerà verso obbiettivi più ambiziosi sulle rinnovabili e sulle emissioni di gas serra rispetto a quelli previsti dal Congresso?
«Nel corso degli ultimi mesi la proposta di legge presentata in Senato è stata progressivamente annacquata. Si tratta di un documento di circa 980 pagine che contiene ogni sorta di eccezione e di esclusione. La mia sensazione è che questa legge non riuscirà ad avere un impatto consistente sulle emissioni di anidride carbonica. Ciò che invece è sicuro, è che non corrisponde a quanto sarebbe necessario fare alla luce del tasso d’incremento delle emissioni. Oggi, negli Stati Uniti, stanno avvenendo cose ben più rilevanti di quanto possa essere contenuto in questa legge.Una di queste è l’avvento di un movimento di base - “grassroots movement” – contro la costruzione di nuove centrali a carbone, movimento che è riuscito a paralizzare la concessione di nuovi permessi di costruzione al punto che dubito che, negli Stati Uniti, venga più costruita anche una sola centrale a carbone. In più questo movimento, che è stato coordinato a livello nazionale dal Sierra Club, si sta adoperando per avviare la fase due, ossia la chiusura delle centrali a carbone esistenti. Prima di lasciare Washington stavo stilando una lista di 30, forse 40 centrali che dovranno chiudere nei prossimi anni. Si tratta di 30-40 centrali su un totale di 600, quindi un numero piuttosto contenuto, ma siamo testimoni dell’inizio di un processo».
Quindi lei considera che questo movimento sarà sicuramente più efficace di quanto possa esserlo la proposta di legge energia-clima?
«Se, nei prossimi anni, questo movimento continuerà a essere altrettanto efficace di quanto lo è stato negli ultimi tre anni, allora assisteremo a una riduzione molto consistente dell’uso del carbone negli Stati Uniti, e ovviamente la riduzione dell’uso del carbone è la chiave per una riduzione dell’impatto sul clima.
Ma oltre a ciò la transizione energetica è già all’opera negli USA. Tra il 2007 e il 2009 l’uso del carbone è diminuito dell’11%; beninteso, ciò è avvenuto durante la recessione economica, ma nello stesso periodo 191 parchi eolici sono stati collegati alla rete e questi equivalgono a una potenza generata di oltre 17.000MW. Quindi vi faccio notare queste tendenze perché sono convinto che questo movimento avrà conseguenze enormi, ben maggiori di quanto la gran parte delle persone siano capaci di immaginare
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