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28 ottobre 2010

IMPEDIRE LO SCEMPIO DELLA" PROMOZIONE" DI ULTERIORI ...... CENTRALI A CARBONE.......

Tratto da Ecoblog

La Prestigiacomo ha deciso: la centrale a carbone di Saline Joniche si farà

Peppe Croce

La Prestigiacomo ha deciso: la centrale a carbone di Saline Joniche si farà

Il Ministero dell’Ambiente, guidato da Stefania Prestigiacomo, alla fine ha deciso di concedere la Via alla centrale termoelettrica a carbone di Saline Joniche, in Calabria.

Il progetto, proposto dalla Sei (una controllata della svizzera Repower) aveva avuto qualche difficoltà durante la prima analisi al Ministero tanto che, nel febbraio scorso, la Commissione Via chiese tempo per decidere.

Qualche mese è passato e, adesso, la Sei intasca il risultato e si dichiara soddisfatta. In una nota riportata da Energia24 l’azienda ribadisce la bontà del suo progetto:

Riteniamo che tale approvazione confermi la validità del progetto Sei e ne sancisca definitivamente la piena sostenibilità dal punto di vista del rispetto dell’ambiente e della salute. Questo passaggio premia la scrupolosità e la serietà con cui la centrale è stata progettata, nel pieno rispetto dei vincoli ambientali e con un deciso orientamento all’utilizzo delle tecnologie più all’avanguardia nel settore

La centrale, a regime, emetterà qualcosa come 7 milioni e mezzo di tonnellate di CO2 all’anno nonostante le roboanti affermazioni sul “carbone pulito” pervenute, negli scorsi mesi, dall’azienda. L’impianto, infatti, è “predisposto” per essere affiancato da un sistema di Carbon Capture and Storage (CCS), cioè da un sistema che sequestra la CO2 prima di mandarla al camino.

Leggendo bene il progetto, però, si apprende che “predisposizione” non vuol dire “adozione”: il CCS, infatti, se mai verrà installato sarà solo sperimentale e per una piccola parte dei fumi prodotti.

Scontata, per questo, la reazione negativa alla Via da parte di numerose associazioni ambientaliste che, già a febbraio, avevano criticato aspramente il fatto che a concedere la Via alla centrale di Saline Joniche sarebbe stata la stessa commissione già indagata per la Via ad un altro impianto a carbone: quello di Porto Tolle in provincia di Rovigo.


Tratto da REGGIO TV

Nuova interrogazione della parlamentare calabrese Angela Napoli

«Impedire lo scempio della centrale a carbone di Saline Joniche»


Quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell’area ex Liquichimica di Saline, anche al fine di assecondare giustamente le posizioni delle locali Istituzioni e dell’intero Consiglio regionale calabrese”,

queste le richieste conclusive dell’interrogazione a risposta scritta rivolta dall’onorevole Angela Napoli ai Ministri Ambiente, Tutela del Mare e del Territorio e Sviluppo Economico.


La questione del progetto della società elvetica Sei torna a Roma ma questa volta a rispondere dovranno essere i rappresentanti di governo chiamati in causa dalla parlamentare calabrese.

Nel testo

dell’interrogazione, emergono le notevoli riserve espresse su un progetto che, unitamente agli altri, produrrebbe più di 39 milioni di tonnellate di CO 2 a fronte di una riduzione di 60 milioni di tonnellate entro il 2020 per cui invece lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo si sarebbe impegnata a Copenaghen. Inoltre per la realizzazione della centrale sarebbe stata impegnata una iniziale ingente cifra di un miliardo di euro, si specifica nell’interrogazione, cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni di euro all’anno per i costi di esercizio.


Aspetto degno di nota e che desta ulteriori perplessità attiene ad un secondo progetto, presentato nei giorni scorsi con grande segretezza e che non sarebbe noto a fronte di un primo datato luglio 2007, corredato dalle modifiche richieste dal Ministero dell’Ambiente, e invece visibile solo sul sito apposito.


Nonostante i pareri contrari delle istituzioni locali, ad oggi la Sei propone delle ipotesi di compensazione territoriale che non riducono i rischi legati all’utilizzo di questa fonte non rinnovabile di energia.

Il carbone pulito dal canto suo, riduce solo in parte le particelle fini, ma non incide sulle emissioni delle polveri ultrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità, della morbilità e dell’inquinamento.


Ebbene alla luce di tutto questo quali iniziative saranno assunte dai ministeri competenti per impedire questo scempio.

Lo chiede l’onorevole Angela Napoli ma in molti,tanti, attendono la risposta.

Anna FotiAnna Foti

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