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08 ottobre 2010

Pesca dei miracoli : I pescatori veneti sono sul piede di guerra /Rifkin: vi spiego la terza rivoluzione industriale.




Tratto da Rovigoggi

Pesca dei miracoli

I pescatori veneti sono sul piede di guerra e protestano davanti alla Capitaneria di Porto a Venezia, sono incazzati duri perché le cosiddette “grandi opere” a mare starebbero danneggiando pesca e mitilicoltura.

Mose, Terminal gasiero (oltre 620 milioni di litri d’acqua al giorno necessari per le operazioni di rigassificazione e varechina usata come anifouling il tutto ributtato a mare con abbassamento della temperatura al suolo e inquinamento), i lavori al Progetto Integrato Fusina e, in prospettiva futura, la riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini con i suoi 2 milioni di metri quadrati di aree marine necessari per la nave storage (stoccaggio e rottura di carico per le navi carboniere) e le oltre 3000 bettoline per il rifornimento della centrale e lo smaltimento dei residui di combustione oltre a riscaldamento delle acque e inquinamento di metalli pesanti e polveri sottili e ultrasottili sono un macigno tombale sulle attività ittiche del Delta del Po e della laguna veneziana.

La decisa presa di posizione degli operatori economici del settore è un segnale positivo per chi, come me, da tempo milita tra le file dei cittadini contrari a questi ecomostri dannosamente invasivi per la salute, l’ambiente e l’economia di questi paraggi e non solo.....

Non ricordo neppure quante volte l’abbiamo detto o scritto delle devastazioni che ne sarebbero derivate e, purtroppo, quasi sempre nel generale silenzio e diffidenza salvo rare eccezioni.

Spesso ci si è trovati di fronte ad atteggiamenti ben diversi dall’attuale, al più ambiguo titubare, forse aspettando quelle compensazioni economiche fatte balenare sotto il naso dei pescatori da società proponenti e politici compiacenti, ma, alla fine, l’amara realtà è sotto gli occhi di tutti: le “grandi opere” vengono fatte nell’interesse di pochi e un ovetto oggi non vale la gallina del futuro.



Oltretutto il Terminal gasiero è praticamente fermo, l’Enel, per bocca di Fulvio Conti alza sempre più l’asticella per avviare i lavori a Polesine Camerini (adesso pretendono la modifica della Legge istitutiva del Parco del Delta del Po) e sembra fornire segnali di disimpegno rispetto al progetto di riconversione e non vorremmo che chi ci faceva affidamento economico-lavorativo avesse puntato sul cavallo sbagliato (anche questo detto e ridetto), il Mose entrerà in funzione forse 7 giorni l’anno a fronte di costi di gestione stratosferici e così via.

Danni, danni, danni, solo questo è il prodotto già visibile, ma ancora arginabile delle scelte politiche che hanno portato alle “grandi opere” a mare o a terra.

Noi metteremo tutto il nostro impegno per bloccare lo scempio.


E ci viene da sorridere se pensiamo alla solerzia con la quale il ministro della Giustizia Alfano raccoglieva qualche mese fa l’invito dell’onorevole Violante del Pd, portavoce di quella specie di massoneria economica che risponde al nome di Italia Decide, a mandare gli ispettori del Ministero capitanati da Arcibaldo Miller (indagato nella vicenda della loggia massonica P3!) per controllare l’operato della Procura della Repubblica di Rovigo rea, a suo dire, di intimidire le commissioni Via e rallentare i lavori del carbone Enel a Polesine Camerini.


I poteri forti, politici o economici che siano, fanno fronte comune per il loro interesse passando tranquillamente sopra a tutto e tutti, impariamo a farlo anche noi cittadini nei loro confronti?

Se l’ira dei pescatori è un segnale di risveglio ben venga, dunque.


Non è mai troppo tardi.


Vanni Destro Movimento 5 Stelle Rovigo

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Tratto da Rassegna.it

Rifkin: vi spiego la terza rivoluzione industriale

autore: greenforall.org, Hillary Birch Vanaria, da flickr (immagini di autore: greenforall.org, Hillary Birch Vanaria, da)
Lo vogliamo dire? Nell’era di internet, della società della conoscenza, del capitale immateriale, fa un certo effetto constatare che al centro della civiltà dell’empatia Rifkiniana ci siano l’industria, la fabbrica, il cantiere. E fa ancora più effetto sentire perché sarebbe "facile", anche per il nostro Paese, avviare un processo di crescita sostenibile destinato a creare diverse centinaia di migliaia di nuovi e qualificati posti di lavoro in pochi anni. Questioni di scelte. Di visione nazionale. Di politica industriale. Esattamente quello che è mancato in questa fase nel Belpaese. Ma è meglio non anticipare troppo e cominciare dal principio, da quello che Jeremy Rifkin – presidente di Foundation on Economic Trends (www.foet.org) e autore di numerosi bestseller sull'impatto del cambiamento scientifico e tecnologico sull'economia, il lavoro, la società –, ci ha detto .....

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