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03 novembre 2010

1)Vado: Tirreno Power, vertice sullo stato attuale della centrale elettrica2)Brindisi Provincia: siglato protocollo su monitoraggio ambientale

Tratto da Savona news

Vado: Tirreno Power, vertice sullo stato attuale della centrale elettrica

Si rivedranno tra un mese i tecnici dei Comuni di Vado e di Quiliano, i rappresentanti di Tirreno Power e i commissari per il conferimento dell'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale sullo stato attuale della centrale, riunitisi questo pomeriggio presso la sede della commissione a Roma per fare il punto sul conferimento dell'autorizzazione alla centrale Tirreno Power di Vado - Quiliano.

I tecnici di Tirreno Power hanno presentato la loro situazione attuale con due gruppi a carbone ed uno a turbogas e hanno preannunciato che presenteranno una nuova mappa di dati aggiornata, visto che l'ultima risale al 2006.

Ora la commissione si e' presa altro tempo per valutare quanto presentato dal gruppo Tirreno Power e entro un mese dovrebbe presentare una sua prima relazione nell'ambito dell'avvio dell'istruttoria.

I Comuni presenteranno a loro volta delle controdeduzioni.

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Tratto da Puglia Tv Brindisi

Brindisi Provincia: siglato protocollo su monitoraggio ambientale

Consegna ufficiale da parte dell’Enel, della rete di monitoraggio ambientale, la cui gestione sarà affidata all’Arpa.

Si tratta di un passaggio storico in quanto per la prima volta le amministrazioni locali avranno la possibilità di effettuare controlli in tempo reale, grazie ad un collegamento telefonico con i sistemi di rilevamento oggi consegnati all’Arpa e che di fatto rappresenta il primo passo in vista della firma delle convenzioni con le società elettriche. Questo passaggio era contenuto nello schema di convenzione, approvato poi dalle giunte provinciale e comunale, dove era stato previsto “un sistema integrato di monitoraggio ambientale globale dell’aria nel territorio brindisino con oneri a totale carico dell’Enel e gestione da affidare a soggetto da individuare a cura del Comune e della Provincia di Brindisi”. Enel Produzione era presente all’incontro con l’ingegnere Antonino Ascione, cui la società ha riconosciuto la procura, mentre per l’Arpa, era presente il direttore generale, Giorgio Assennato. L’Enel quindi, ha ceduto in comodato d’uso gratuito all’Arpa, le centraline chimiche presenti sul territorio provinciale, per un periodo di tempo pari a cinque anni, fatta eccezione per quella meteorologica installata all’interno dell’area della centrale Federico II.

Le centraline in questione, sono state installate nel 1998, per il rilevamento delle ricadute degli inquinanti immessi in atmosfera e sono in tutto sei: cinque chimiche più appunto, una meteorologica, tutte collegate da un sistema informatico di gestione ed elaborazione dei dati, che si trova nella centrale Enel di Cerano.

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DISCARICA DI BUSSI

Tratto da "PrimaDaNoi"

Processo Bussi. Il pm: «tutti sapevano dell’inquinamento. Triste vicenda di vile denaro»

PESCARA. La richiesta di processo per tutti i 27 indagati del processo Bussi. E’ durata quasi 5 ore la requisitoria del pm Anna Rita Mantini.

Oggi ennesima udienza preliminare sul processo che riguarda l’avvelenamento della acque e lo stoccaggio abusivo di oltre 500mila tonnellate di scorie altamente inquinanti nei pressi di Bussi....

Così oggi il pm davanti al gup Luca de Ninis ha chiesto che vengano processati i 27 indagati tra cui spiccano Giorgio D’Ambrosio all’epoca presidente del’Ente d’Ambito pescarese e Bruno Catena presidente dell’Aca oltre esponenti della Montedison.

Mantini ha parlato di un «filo rosso della vergogna» che lega sia la Montedison che gli amministratori di Aca e Ato, finalizzata a non far conoscere, e a non far sapere a chi non sapeva che c'era l'inquinamento, per non creare allarmismi. Dopo aver ricostruito le vicende della Montedison e aver parlato della sua politica ambientale il pm ha sostenuto che si sapeva della contaminazione dell'acqua a partire dagli anni '90 e dal '94 sarebbe cominciata l'opera finalizzata a nascondere e falsificare dati, mantenendo così una situazione «di disastro».

Si sosteneva che l'acqua fosse potabile perchè la legge prevedeva l'esame solo di determinati parametri, per cui il metodo utilizzato era quello di dichiarare potabile l’acqua senza però cercare determinate sostanze pericolose che però erano presenti nell’acqua del rubinetto.

Le difese hanno però opposto la ragione che la legge non prevedeva espressamente come obbligatoria la ricerca delle altre sostanze inquinanti.

Ma per il pm Mantini, però non ci si può nascondere dietro quei parametri ed ha puntato il dito contro una certa volontà precisa che sarebbe stata quella di tenere segreto l’inquinamento così come sarebbe stata volontaria la scelta di non cercare altre sostanze inquinanti perché si sapeva erano presenti.

L'acqua avvelenata, ha sostenuto l’accusa, veniva miscelata con quella buona dell’acquedotto Giardino per diluire in qualche modo quella inquinata e contaminata che è stata definita «acqua sporca di una pozzanghera».

Per la procura il «filo rosso di questa tristissima vicenda processuale è pur sempre il vile denaro. Per il denaro si è inquinato e per il denaro si è taciuto». ......

Tra i reati figurano avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte e adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa.

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Tratto da La Riviera On Line

Ricette tipiche calabresi. Polpette di Scorie Cubilot

Cemento,Calcestruzzo,Acqua, Zinco, Piombo, Cadmio, Arsenico, Germani, Mercurio,Indio. Mescolate il tutto energicamente e lasciate riposare l’impasto per alcuni anni. Dopo di che distribuite a piacere nella vostra città che sarà così… avvelenata! L’aspetto non è male. L’unico inconveniente è che lascia l’amaro in bocca. Un fastidiosissimo amaro in bocca pieno di rabbia e disperazione. Come quello avvertito due primavere fa da 20.000 crotonesi dopo aver scoperto che, negli ultimi 10 anni, ben 350.000 tonnellate di scorie cubilot, scorie provenienti dalla dismissione del più grande complesso industriale della Calabria, la Pertusola Sud, sono stati utilizzati per costruire abitazioni, scuole, strade, parcheggi, banchine del porto ed edifici pubblici.

La Pertusola Sud, attiva dal 1926, ha prodotto rifiuti tossici fino al 1994. Dopo 68 anni di industria chimica e metallurgica pesante, anziché effettuare una grande bonifica in tutto il territorio, le più importanti imprese locali (tra cui la «Craton Scavi» e la «Ciampà Paolo srl»), con il beneplacito della classe politico-dirigente crotonese, hanno furbescamente pensato di utilizzare quei rifiuti tossici come materiale edile da miscelare a cemento e calcestruzzo. Il fatto paradossale è che le stesse ditte venivano addirittura sovvenzionate per ritirare le scorie cubilot. Diciotto aree della città e provincia sono state sequestrate, due anni fa, dalla Procura di Crotone, in quanto siti altamente inquinati. L’operazione della polizia è stata definita “Black Mountains”, perché le Black Mountains erano le miniere di carbone negli Stati Uniti dove i minatori si riempivano i polmoni di zinco. Proprio come sta succedendo oggi ai crotonesi. Una miscela esplosiva di veleni è nascosta nelle viscere della città e ha provocato negli ultimi anni un aumento della mortalità a Crotone. Casi di tumori polmonari, alla prostata, all’utero, al fegato, al cervello riscontrati anche tra i più piccoli. Quei piccoli che per anni sono andati in scuole costruite su sostanze chimiche venefiche. E dove magari veniva loro assegnato il tema sull’inquinamento ambientale e si discuteva di coscienza ecologica! Nel 2003 uno studio dell’Alto Commissariato per l’Emergenza rifiuti aveva definito altissimo il livello di inquinamento dell’intero territorio crotonese. Nel 2004 Legambiente e WWF avevano effettuato lo studio “Lo stato di salute del mare italiano” e da questo era emerso che nel mare di Crotone erano presenti tracce di arsenico. Sempre nel 2004 la Procura di Crotone aveva denunciato al Ministero dell’Ambiente di mettere in sicurezza 18 siti e la stampa locale lo aveva anche riportato. Due anni fa arrivano i sigilli ed esplode la preoccupazione. Ma le istituzioni lo sapevano già. Lo sapevano da anni. Ma nessuno si è mosso. Un processo a carico di ben 45 persone è adesso in corso. Le accuse vanno dal disastro ambientale, all’avvelenamento delle acque, allo smaltimento illegale di rifiuti nocivi.

E i soliti Ponzio Pilato non tardano a venir fuori....

. E mentre c’è chi cerca di lavarsi le mani avanzando giustificazioni a dir poco ridicole, a Crotone la gente continua ad ammalarsi e a morire di tumore. Nessuno in dieci anni ha fatto niente per porre rimedio a un immane disastro ambientale dovuto, in gran parte, anche alle peggiori iniziative industriali che nemmeno i paesi del terzo mondo vorrebbero:

discariche, termoinceneritori, compattatori di cdr, biomasse, turbogas ecc. Una visione apocalittica che mette a repentaglio il futuro delle nuove generazioni.

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