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CENTRALE ENEL DI ROSSANO: IL MINISTERO RIFIUTA DI VALUTARE IL PROGETTO
INTEGRATO DI RICONVERSIONE
DAL COMUNE ESULTANO
Rossano - Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha riconfermato il proprio parere n. 438 dell’08 aprile 2010 circa il progetto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano ritenendo che le valutazioni espresse all’epoca mantengono integralmente la loro validità. Pertanto il Ministero decreta il pronunciamento interlocutorio negativo circa la compatibilità ambientale del progetto di riconversione prevalentemente a carbone della centrale presentata dalla Società Enel Produzioni S.p.A.
In sostanza il Ministero dell’Ambiente ha valutato le integrazioni progettuali trasmesse dall’Enel il 23 aprile 2010 come un nuovo progetto. Sulla base di ciò, scrive il dottor Mariano Grillo, Direttore Generale del Ministero, non si ritiene di dover procedere alla valutazione del nuovo progetto, nell’ambito della procedura di VIA avviata in data 26/04/05, ritenendo che siano bastevoli le valutazioni espresse nel parere dell’08 aprile 2010. Lo stesso Direttore Generale notifica chiaramente all’Enel il concetto che la nuova documentazione, definita integrativa, configurerebbe un nuovo progetto. In conseguenza di ciò l’Enel dovrà, secondo le norme in vigore, attivare formalmente un nuovo procedimento ai fini della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Viene messo a segno in questo modo un primo risultato positivo in favore della battaglia che il Comune di Rossano sta conducendo insieme ai cittadini, ai comitati, alle associazioni di categoria, ai 57 Comuni del territorio, alla Provincia e alla Regione e che ha come condizione esclusiva il “no al carbone”.
Il Sindaco Franco Filareto nel manifestare la propria soddisfazione per l’atteggiamento del Ministero dell’Ambiente rilancia sull’immediata attivazione di un tavolo interistituzionale in grado di definire il destino dell’importante sito produttivo di Rossano. Un impianto del quale non si disconosce l’importanza nell’ambito del sistema energetico nazionale. Occorre approfittare dello stop imposto dal Ministero dell’Ambiente per riannodare i fili di un dialogo che il Comune non ha mai voluto interrompere e che l’Enel ha stoppato sull’arroccamento di un’alimentazione prevalentemente a carbone.
Ci sono tutte le condizioni per l’attivazione del tavolo e sono convinto – ha dichiarato il Sindaco Filareto – che Regione, Provincia, i 57 Comuni e tutti i soggetti interessati non si sottrarranno ad un confronto che accantoni per sempre ogni pretesa neocolonialista di trasformazione dell’Enel a carbone e avvii un processo concertativo di riconversione del sito elettrico basato su energie pulite e rinnovabili.
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Breve aggiornamento sulla centrale Tirreno Power di Vado-Quiliano
Questa mattina "fumata nera "è partito un gruppo a carbone e
questa mattina 3 ottobre prima consultazione per il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale della Centrale AL MINISTERO DELL'AMBIENTE a ROMA.

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Savona. 02/11/2010
Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
territorio e del Mare
OGGETTO: OSSERVAZIONI DELL’ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA M.O.D.A. DI SAVONA RIGUARDO ALLA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE A.I.A. RICHIESTA DALLA SOCIETA’ TIRRENO POWER PER LA CENTRALE TERMOELETTRICA DI VADO –QUILIANO PER RISPETTARE I PARAMETRI UE PER LE MIGLIORI TECNOLOGIE (BAT) GLI OBSOLETI GRUPPI 3 E 4 A CARBONE DEVONO ESSERE CHIUSI E NON PUO’ ESSERE CONCESSA L’AUTORIZZAZIONE A.I.A.
OSSERVAZIONI :
1) ....RISULTA CHE GLI OBSOLETI GRUPPI A CARBONE 3 E 4 SONO DA SOLI RESPONSABILI ATTUALMENTE DI PIÙ DELL’80% DELL’INQUINAMENTO DELL’INTERA CENTRALE:
(a) 100 % dell’anidride solforosa SO2 (5.800 tonnellate l’anno)
(b) 77 % degli ossidi di azoto NOx (3.100 tonnellate/anno su 4.000 di t/a totali)
(c) 70% dell’ anidride carbonica .( 3,8 milioni t/anno su 5,4 milioni di t/anno totali
Sottolineamo come i gas inquinanti SO2 e NOx portano alla formazione in atmosfera di pericolose
polveri sottili secondarie cancerogene e cardiotossiche stimate per la centrale attuale, secondo i criteri stabiliti della Unione Europea( 88% degli NOx e 54% della SO2), in quantità di circa 6.000
tonnellate/anno di PM10 di cui circa 5.000 tonnellate/anno di PM 2,5.
2) Il PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E TUTELA DELLA QUALITA’ DELL’ARIA DELLA REGIONE LIGURIA 2006 a PAG. 1072-1073 E 1074 per La sottozona 2b) che comprende i Comuni di Savona, Quiliano e Vado Ligure, quando non era ancora entrato in funzione il gruppo a gas da 760 MWe (anno 2007) e la centrale funzionava a metà potenza di quella attuale con i “soli” gruppi 3 e 4 a carbone, documenta che
la combustione nell’industria dell’energia e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica, è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto (68,3%); PM10 (34,9%), SOx (89,7%) e di COV (37,9%).
3) I TABULATI ARPAL RELATIVI ALLE POLVERI SOTTILI PM10 MONITORATE PER LAZONA 2B NEL COMUNE DI SAVONA E I DATI SATELLITARI EVIDENZIANO SUPERI DEI LIMITI DI LEGGE PER GLI ANNI 2005, 2006, 2007, 2008:
GLI STUDI SUI LICHENI (anche Regionali) dimostrano come la centrale a carbone sia la principale
responsabile per la emissione oltre che di gas fitotossici (SO2 e NOx) anche di metalli pesanti come Hg,
Cd , Cr e Ni che superano i valori di background naturale e che seguono il modello diffusionale del
Vanadio prodotto solo dalla combustione del carbone.
4) MORTALITA’ PREMATURE E RELATIVI COSTI
Uno studio del "Public Citizen’s Texas Office and the Sustainable Energy and Economic Development (SEED) Coalition."( November 2006) ha valutato le mortalità precoci causate da alcune centrali a carbone e relativi costi in base alle emissioni di
SO2 e NOx.
Per la centrale Tirreno Power Vado L.: SO2 5.500 t/a e NOx 4.000 t/a oggi quindi si potrebbero
stimare almeno 20 morti ogni anno, una stima prudenziale se consideriamo l’alta densità di
popolazione del savonese rispetto al Texas
5) IL TOTALE DEI COSTI ESTERNI DELLA CENTRALE TIRRENO POWER di Vado, stimati
secondo i criteri della Comunità Europea, AMMONTA AD ALMENO 145 MILIONI DI EURO
ALL’ANNO di cui 40 milioni di euro per danni alla salute e alle cose e 105 milioni di euro per danni agli
ecosistemi e riscaldamento globale
6) SUGLI OBSOLETI GRUPPI 3 E 4 A CARBONE INOLTRE ESISTE LA POSSIBILITÀ DI
BRUCIARE I RIFIUTI SOLIDI URBANI COME CDR in contrasto con quanto consentito dalla
normativa europea ( Direttive 2000/76/CE E 75/442/CEE) , ma come previsto pericolosamente oggi a
pag.170 dal piano dei rifiuti della Provincia di Savona appprovato dalla Regione Liguria con il rischio di
un ulteriore e grave peggioramento delle emissioni per la formazione di diossine e metalli pesanti nei
fumi maggiori addirittura di quelle prodotte con un moderno inceneritore.
GRUPPI A CARBONE IN CONTRASTO CON LA NORMATIVA ITALIANA ED EUROPEA
1) I documenti della Commissione Ue di Siviglia 2005 sulle BREF (Linee guida per le BAT), che
sono punto di riferimento della normativa vigente (art. 29-bis, comma 1 del D.lgl. 128/2010),
pongono precisi valori di emissione a camino per poter considerare un impianto esistente a carbone
rispettoso delle BAT.
2)Come si evince dalla seguente tabella oggi non vengono rispettati dai gruppi 3 e 4 i valori
tabellari per le BAT che non verrebbero nemmeno rispettati (soprattutto per la SO2) dai gruppi 3 e
4 a carbone ancorchè ristrutturati secondo il progetto di Tirreno Power.......
A. PER TUTTI QUESTI DOCUMENTATI MOTIVI OSSERVIAMO CHE OGGI NON E'
ASSOLUTAMENTE POSSIBILE CONCEDERE A TIRRENO POWER L'A.I.A.
(Autorizzazione Integrata Ambientale) IL CUI RILASCIO È VINCOLATO AL
RISPETTO DELLE BAT PER GLI IMPIANTI ESISTENTI.
B. PER QUESTI STESSI DOCUMENTATI MOTIVI GLI OBSOLETI GRUPPI A
CARBONE 3 e 4, CHE NON POSSONO NEMMENO ESSERE RISTRUTTURATI NEL
RISPETTO DELLE NORMATIVE VIGENTI (BAT) VANNO IN OGNI CASO DISMESSI
IN TEMPI CERTI come peraltro era già stato richiesto ufficialmente a Tirreno Power e al