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22 novembre 2010

E... il carbone continua a mietere vittime innocenti sottoterra e ....non solo


Tratto da Savona news

Savona: alla Ubik "Il Racconto del Fiume Rubato" contro il raddoppio della Centrale a carbone Tirreno Power

A Savona presso la libreria Ubik mercoledì 24 novembre alle 18

A Savona presso la libreria Ubik mercoledì 24 novembre alle 18 "Il Racconto del Fiume Rubato" contro il raddoppio della Centrale a carbone Tirreno Power.

"A Vado Ligure una Centrale a carbone, non allineata alle leggi europee e ai parametri dell’Organizzazione mondiale della Sanità, continua da 40 anni a emettere 30 tonnellate al giorno di polveri sottili (avete idea cosa vuol dire una tonnellata di polveri invisibili a occhio nudo), senza un controllo pubblico sulle emissioni, polveri che ricadono sulla popolazione sottostante (case, negozi, scuole…).

La ditta Tirreno Power riferisce (con comunicati stampa, ma senza mai aver accettato un contraddittorio da anni con l’ordine dei medici e con la popolazione) che la Centrale è a norma, che l’aria è respirabile, ma stranamente a Savona muoiono migliaia di persone in piu’ rispetto alla media regionale. Probabilmente ritengono che i savonesi sono più cagionevoli di salute. Ma questo scempio non gli basta.

Ora vogliono addirittura ampliare la Centrale, nonostante la contrarietà dell’85% della popolazione, di tutti i Comuni interessati (hanno tutti deliberato contro l’ampliamento), delle Circoscrizioni, di tutte le Associazioni, dellOrdine dei medici, della Curia, delle principali personalità della società civile"

queste le parole dell' UC Unione comitati, associazioni e cittadini per la tutela della salute e dell’ambiente in provincia di Savona.


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Tratto da wwwrassegna.it
Sardegna

Miniere, i moicani del Sulcis

I minatori sardi della Carbosulcis sono gli unici rimasti in Italia a estrarre carbone dalle viscere della terra.

Una miniera dove lavorano 484 operai (prima erano 600), che picconano, estraggono, rinforzano pareti a 400 metri sotto il livello del mare, più altri 200 metri di galleria.....
Il 60 per cento dei minatori d’Italia si trova in Sardegna. Alla Carbosulcis, a scavare nel sottosuolo, ci sono anche tre donne: i minatori sono divisi in 4 turni al giorno che si intersecano, perché la miniera non può mai essere lasciata sola, altrimenti si sviluppano gas a combustione.
Su quello che è successo in Cile i lavoratori della Carbosulcis hanno da dire la loro: “Di quella storia non ci hanno fatto vedere tutto – commenta Carta –, e chi lavora in miniera lo sa. Certo il nostro ambiente di lavoro è pericoloso, perché liberi spazio alle frane. Quella del Cile però è una miniera come la nostra, e doveva essere attrezzata per le frane.Loro invece avevano solo un pozzo dove passavano merci e uomini, mentre noi abbiamo due pozzi di servizio e poi abbiamo i pozzi di ventilazione che fungono anche da vie di fuga"

La malattia professionale è molto comune tra chi fa questo mestiere:
dei 15.000 minatori del Sulcis che alla fine degli anni cinquanta lavoravano nel cosiddetto pozzo Gordon, a 672 metri sotto il livello del mare,
nemmeno uno ha superato i 48 anni di vita.

La prima malattia resta la carboniosi, che colpisce le vie respiratorie, mentre l’aria ad alta pressione usata per la perforatrice provoca l’angenerosi, che interessa le mani e le terminazioni nervose. Alle malattie si aggiungono gli infortuni.

Leggi l'articolo integrale su www.rassegna.it
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Tratto da Rainews24.it

Salvi i minatori cinesi intrappolati

Shangai, 22-11-2010

Sono tutti in buone condizioni i 29 minatori intrappolati ieri mattina in una miniera di carbone allagata nel sud est della Cina e tratti in salvo nella notte. La televisione cinese ha mostrato le immagini dei minatori che uscivano dalla Batian Coal Mine a Weiyuan, nell'omonima contea della provincia su orientale del Sichuan. ...I soccorritori giunti sul posto hanno cominciato a pompare acqua fuori dalla miniera, riuscendo cosi' a portare in salvo prima 13 e poi i restanti 16 minatori. Secondo il racconto dei lavoratori, l'acqua aveva raggiunto il collo di alcuni di loro.

Le miniere di carbone in Cina sono tristemente note per l'elevato numero di incidenti, spesso mortali, che si sono verificati negli ultimi anni, dovuti in gran parte a inadeguate misure di sicurezza. Lo scorso anno sono stati oltre 2.600 i minatori che hanno perso la vita sul lavoro.

Le autorita' cinesi e l'osservatorio per la sicurezza sul lavoro hanno chiesto ai proprietari delle miniere di raddoppiare i loro sforzi per migliorare le condizioni lavorative dei minatori e per adottare piu' stringenti misure di prevenzione per evitare altri incidenti.


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TRATTO DA WWW CORRIERE.IT

LA POLIZIA PER LA PRIMA VOLTA AMMETTE: «POTREBBERO NON ESSERE SOPRAVVISSUTI»

Nuova Zelanda, 29 in trappola in miniera Le speranze si affievoliscono

Dramma nella miniera di carbone di Pike River: ancora impossibile tentare un salvataggio

MILANO - La polizia neozelandese ha ammesso per la prima volta che i 29 minatori intrappolati sottoterra da venerdì scorso nella miniera di carbone di Pike River potrebbero non essere sopravvissuti all’esplosione di gas.
Il comandante di polizia Gary Knowles ha dichiarato lunedì che i soccorritori sono pronti a ogni eventualità «e ci stiamo preparando alla possibilità che siano morti dopo quanto successo sottoterra». I gas tossici hanno impedito finora alle squadre di soccorso di calarsi nella miniera, per cui finora non c’è stato alcun contatto con i dispersi.
In giornata verrà inviato un robot telecomandato in un tunnel della miniera per stabilire il livello dei gas a tre giorni dall’esplosione e trasmettere immagini. Il foro di 15 cm di diametro dovrà raggiungere la profondità di 160 metri, dove si ritiene che si trovino i minatori. Sarà quindi possibile prelevare campioni di aria per analizzare i livelli di gas tossico nel tunnel e usare un cavo a fibra ottica per vedere le condizioni nell'area.
I familiari dei minatori si sono riuniti sul luogo dell’incidente, che è stato vietato ai giornalisti e al pubblico (Apcom).

21 novembre 2010(ultima modifica: 22 novembre 2010)


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