
ISDE Italia News
A cura dell'Associazione Medici per l'Ambiente
Numero 416 (17 Novembre 2010)
SEGNALAZIONI DA PARTE DELL’ASSOCIAZIONE E DEI LETTORI
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, a seguito delle conclusioni della perizia epidemiologica condotta dal proprio consulente tecnico d’ufficio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha dichiarato concluso l’incidente probatorio che era stato richiesto nel 2006 dalla Procura della Repubblica di Roma nell’ambito del procedimento penale indiziario in corso nei confronti dei responsabili della Radio Vaticana ed ha rimesso gli atti al sostituto Procuratore della Repubblica che istituirà il processo penale formale. Dopo 10 anni dall’inizio della vicenda penale, i risultati sconvolgenti della perizia epidemiologica (Studio Marconi), durata oltre 4 anni, dimostrano “un’associazione coerente, importante e significativa” di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale alla Radio Vaticana fino a 12 km di distanza da questa.
Il perito del Tribunale ha affermato: “l’eccesso di rischio è clamorosamente alto… L’effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso… I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti… Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana… Non si può non pensare che lì sia successo qualcosa di importante per la vita di quelle persone, che non è spiegabile con altra causa che non siano le emissioni della Radio Vaticana… I risultati hanno a che fare con la dislocazione in cui queste persone hanno abitato nella loro vita e questi bambini hanno abitato nel loro periodo di vita… Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell’esplosione di una bomba atomica.”
Lo studio di incidenza ha analizzato i casi di leucemie, linfomi e mielomi nei bambini da 0 a 14 anni avvenuti negli anni dal 1989 al 2005 ed ha esaminato l’intera storia abitativa individuale antecedente la data in cui si è manifestata la patologia, determinando, fino a 12 km dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di ammalarsi di quelle patologie da 4,1 a 4,7 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km di distanza. Il rischio sale fino a 6,9 volte se si considerano solo i bambini di età maggiore di un anno. Questo si traduce in circa 1 caso stimato di leucemia o linfoma per esposizione residenziale a Radio Vaticana per ciascuno dei 17 anni di studio.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede alle autorità nazionali e locali:
1) - l’immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, oppure l’abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici;
2) - l’immediato blocco del rilascio di concessioni edilizie nel territorio oggetto di indagine;
3) - l’istituzione nello stesso territorio di un controllo sanitario pubblico specifico di diagnosi delle patologie in esame, attraverso cui indirizzare urgentemente gli ammalati nei centri clinici specializzati per la cura;
4) - l’istituzione di un registro dei tumori nel territorio oggetto dell’indagine epidemiologica.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord rileva la situazione paradossale in cui si è venuto a trovare in questa triste vicenda il Prof. Umberto Veronesi che, da una parte è tenace fautore della prevenzione delle malattie oncologiche (“occorre mangiare meno carne”), dall’altra è pass,ato da Ministro della Salute, durante il cui mandato istituì il Gruppo di Studio Ministeriale che, con il Rapporto ISTISAN 25/2001 dell’Istituto Superiore di Sanità, contrastò duramente i risultati dei primi due studi epidemiologici condotti nel territorio limitrofo agli impianti della Radio Vaticana dall’Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio e dall’Università di Firenze, a consulente tecnico del collegio di difesa dei responsabili dell’emittente della Santa Sede.
Info: cittadiniattivi@libero.it
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Tratto da UNONOTIZIE
Presentazione a Viterbo del registro tumori. Ma la prevenzione primaria chi la fa?
La loro presenza è stata subito sgarbatamente contestata dal Sindaco di Tarquinia, che ha dimostrato un certo timore e che (in un comprensorio avvelenato da 7000 MW di corrente elettrica prodotta anche bruciando il peggior carbone, il peggio olio combustibile e un po di gas), ha cercato di spostare l 'attenzione sottolineando, nel suo intervento, che bisogna mettere bene a fuoco le responsabilità degli agricoltori, lasciando intendere che il registro avrà questo tra i suoi obiettivi principali.
La cosa che non ha detto però, (e i responsabili del Comitato l hanno prontamente comunicata in particolare all Assessore della Provincia di Viterbo presente), è che il Sindaco di Tarquinia, insieme ai sindaci dei Comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Allumiere e Tolfa, stanno ricevendo tanti soldi dall 'ENEL e i soldi dell inquinatore non dovrebbero finanziare il Registro dei Tumori, così come non possono finanziare il nuovo Osservatorio Ambientale, nato per iniziativa del Ministero dell Ambiente dopo le denunce dei cittadini.
Dopo aver attentamente ascoltato le parole del responsabile del futuro Registro dei Tumori, i rappresentanti del Comitato di Tarquinia hanno posto alcune domande stringenti.
Anzi le uniche domande, che la stampa presente non ha fatto, ai responsabili del progetto del Registro.
Dalle risposte ricevute è emerso che il registro comincerà a dare indicazioni sul tipo di patologie tra vari anni, durante i quali le centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto di Castro potranno tranquillamente inquinare.
I rappresentanti del Comitato hanno evidenziato, in particolare, che nel comunicato stampa di invito alla conferenza si parla solo di diagnosi e terapie da mettere a punto in base alle risultanze del Registro,
nulla si dice e nulla è stato detto riguardo agli inquinatori, che oggi con metodiche scientifiche possono essere individuati.
Basterebbe volerlo e organizzare il Registro e le indagini epidemiologiche di conseguenza.
Nulla si è detto sulla prevenzione primaria, contro i tumori, su come evitare che ci possa ammalare, limitandosi a contarne i morti e malati, quando ormai sarà troppo tardi. Perché i sindaci non pretendono che vengano misurate continuamente le emissioni al camino di tutte le fonti più inquinanti per poterle mettere in relazione con le analisi sui tessuti tumorali dei nostri malati?
Chiediamoci tutti, perché il sindaco del comune di Tarquinia non protegge gli interessi e la salute dei suoi concittadini?
Questa storia noi cittadini dell 'Alto Lazio l' abbiamo già sentita, Brindisi docet,in una terra violentata dalla presenza della centrale a carbone, si è tentato di dare la colpa, dell inquinamento diffuso, agli agricoltori.
La teoria introdotta dal sindaco Mazzola, risulta alquanto azzardata, sulla ipotetica relazione, che vi sarebbe, come possibile causa dei tumori della nostra provincia, che possa provenire dall' agricoltura,
dimenticando quanta responsabilità in primis avrebbe la matrice ambientale e quella proveniente dalla qualità dell'aria di un dato territorio
Ricevere denaro per le compensazioni economiche non da diritto a nessuno, neanche ad un sindaco di calpestare le verità e gli studi provenienti e riconosciuti da tutto il mondo scientifico.
Gli agricoltori non pagano compensazioni, è più facile prendersela con loro?
Movimento no coke Alto Lazio
Comitato cittadini liberi
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