Tirreno Power: i Sindaci di Vado e Quiliano chiedono la VIS. Gli altri politici, invece…
di VALERIA ROSSI – I sindaci di Vado Ligure e Quiliano, in attesa della prossima conferenza dei servizi, hanno inviato una lettera al Ministero dell’Ambiente, a quello dello Sviluppo economico, al Presidente della commissione AIA e per conoscenza anche all’ ISPRA, alla Provincia di Savona e alla Regione Liguria, facendo rimarcare la totale ASSENZA, nel progetto di ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power,
I sindaci hanno pertanto chiesto come elemento fondamentale, condizionante e non prorogabile che venga definito ed attuato, come valutazione dell’attuale scenario di esercizio dell’impianto, un piano di monitoraggio ante operam concordato e concertato con gli ENTI sia nel metodo che nella definizione degli elementi da analizzare, a cui dovrà seguire una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), procedura che il buon senso indicherebbe come fondamentale ed obbligata quando si tratti di impianti fortemente inquinanti, che ha riferimenti normativi a livello europeo e che trova applicazione in diverse regioni italiane, ma che finora è stata ignorata sul nostro territorio.
Un passo fondamentale sulla strada che da sempre i cittadini interessati all’Ambiente vorrebbero che fosse percorsa, ovvero quella dell’analisi e dello studio accurato dell’impatto di un’azienda sulla salute pubblica, fino ad oggi bypassato nella nostra Provincia da studi raffazzonati e presentati invece come probanti, da occhi chiusi ad hoc (per sufficienza, ignoranza o interesse privato, scegliete voi la spiegazione che preferite) e dal desiderio smodato di “sviluppo a qualsiasi costo”, ma legato più al denaro privato che al pubblico interesse, che ha portato tutta l’Italia – ma alcune Regioni, tra cui la nostra, in particolare, ad una situazione insostenibile dal punto di vista ambientale.
Nei giorni scorsi sono stati resi noti i risultati dell’inchiesta sugli scarichi della Tirreno Power, risultati non a norma.
Sono stati resi noti i livelli di inquinamento insostenibile di molte città italiane, ricorrendo poi al solito palliativo delle “domeniche a piedi” che come al solito non saranno minimamente risolutive, visto che è assolutamente ridicolo pensare di ovviare ai danni ambientali di anni ed anni fermando il traffico per un giorno.
L’allarme si sta pian piano diffondendo a macchia d’olio, perché è allarme e non allarmismo: è emergenza, è dramma già consumato che continua a consumarsi e che DEVE essere fermato prima che arrivi a un punto di non ritorno.
A fronte di tutto questo, abbiamo ancora politici locali che, come le famose scimmiette, tengono ancora gli occhi e le orecchie chiuse (al massimo qualcuno sbircia…), ma a differenza delle scimmiette non hanno il buon senso di tener chiusa anche la bocca.
Questi signori fanno dichiarazioni e proclami ai limiti della decenza, continuando a volere il carbone a tutti i costi (ignorando gli studi scientifici che ne dimostrano l’altissima pericolosità), sostenendo che le acque reflue siano soltanto “calde” (cit. di Paolo Marson), quando emerge dal resoconto della stessa ARPAL che sono letteralmente invase da sostanze nocive, e dichiarando addirittura che gli ambientalisti sarebbero “quattro gatti che hanno avuto più risonanza mediatica di quanto meritassero” (questa è di Angelo Vaccarezza)..........
Gli unici a tenere ancora la testa fuori da questo mare di sabbia (sabbia costituita da interessi, ricatti, minacce e altre piacevolezze di questo tenore) sono i sindaci delle due cittadine interessate più da vicino dal problema della centrale: sindaci che vorremmo vedere affiancati da tutti gli altri politici che avrebbero il dovere di rappresentare i cittadini interessati dalle ricadute della centrale (che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, coinvolgono un raggio di CINQUANTA CHILOMETRI dalla centrale, ovvero praticamente tutta la provincia) almeno nella richiesta della VIS che, lo ricordiamo ancora una volta, fa riferimento a normative europee che andrebbero assolutamente seguite e rispettate, se si vuole almeno dare l’impressione di concedere un minimo di considerazione alla salute pubblica.
In attesa che altre figure istituzionali si sveglino finalmente da un torpore che ha dell’incredibile (compreso quello dell’assessore regionale all’Ambiente, che fino ad oggi ha continuato a promettere che avrebbe incontrato i comitati, ma si è ben guardata dal farlo pur essendo venuta più volte in provincia di Savona negli ultimi giorni), restano ancora una volta soltanto i cittadini ad affiancare le rare iniziative politiche positive e soprattutto a vigilare e a proseguire in un’opera di informazione che purtroppo ha ancora molta strada da fare, visto che è costretta a scontrari con l’ostracismo mediatico oltre che con gli interessi dei poteri forti (ovviamente l’uno conseguendo all’altro).
Il prossimo passo verso un’informazione più ampia e più completa verrà fatto con il convegno del 18 febbraio al Teatro Chiabrera, su iniziativa dell’associazione Uniti per la Salute Onlus,
a cui rinnoviamo l’invito a partecipare per poter finalmente CAPIRE
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RIPORTIAMO UN "ACCORATO APPELLO DA TARANTO"
Tratto da Peacelink
Il dossier Salvate i nostri bambini
“La preminente rilevanza del bene-salute - oggetto di riconoscimento incondizionato da parte dell'art. 32 costituzione - fa sì che il bilanciamento di interessi tra le esigenze sociali e produttive, da una parte, e le esigenze di tutela dei beni messi in pericolo dalla prosecuzione dell'attività industriale, dall'altra,vada compiuto a favore delle primarie esigenze di tutela della salute della collettività residente nel quartiere di Cornigliano….Dispone il sequestro preventivo dell'impianto di cokeria all'interno dello stabilimento delle acciaierie di Genova Cornigliano, sito in via Pionieri ed Aviatori d'Italia n. 8, di proprietà della Società Ilva spa."
Messaggio "Da MAMMA a MAMMA"
ATTIVIAMOCI PER NON FAR PARTIRE IL NUOVO GRUPPO A CARBONE.DOPO SARA' TROPPO TARDI
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