Ampio fronte di oppositori alla partecipazione di Repower in due progetti in Germania e Italia
Si amplia l'opposizione contro la prevista partecipazione dell'azienda elettrica Repower (già Rätia Energie) a due centrali termiche a carbone in Germania e in Italia. Oggi il WWF grigionese ha infatti lanciato, assieme ad altri 13 fra organizzazioni e partiti, un'iniziativa popolare cantonale denominata “Grigioni senza carbone”.
Le due progettate centrali di Brunsbüttel, località sul fiume Elba a nord-ovest di Amburgo, e Saline Joniche, in Calabria, produrrebbero circa il 40% delle emissioni di CO2 della Svizzera, sostiene il WWF, che ha l'appoggio, tra gli altri, di PS, Verdi, Verdi liberali, Pro Natura e Associazione traffico e ambiente (ATA).
Visto che il cantone dei Grigioni detiene una partecipazione del 46% in Repower, affermano gli oppositori, gli elettori devono avere la facoltà di esprimersi sulla questione. L’organizzazione ecologista è convinta di poter raccogliere in modo rapido le 4'000 firme necessarie per la riuscita dell'iniziativa.
anche nei Grigioni
Una campagna a livello svizzero
Una campagna a livello svizzero
Il 14 aprile 2010, il WWF svizzero e l'organizzazione tedesca Klima Allianz avevano avviato una campagna contro la partecipazione di aziende elettriche elvetiche alla centrale termica a carbone di Brunsbüttel, il più grande progetto di questo tipo attualmente previsto in Germania.
Lo stesso giorno, le aziende elettriche Groupe E e Romande Energie avevano annunciato la loro rinuncia, ma non Repower e il gruppo sangallese SN Energie, che avevano deciso di mantenere l'impegno.
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Tratto da Ecologiae
SOLARE, Obama finanzia programma per ridurre del 75%il suo costo entro il 2020
A differenza di quanto avviene in Italia, dove i politici fanno promesse che il giorno dopo hanno già dimenticato, negli Stati Uniti ogni promessa è debito, e così fa piacere notare come nei giorni successivi al discorso di Obama sullo Stato dell’Unione, in cui è tornato a parlare con forza delle rinnovabili, il presidente degli States abbia già intrapreso le prime iniziative.
Stephen Chu, Segretario all’Energia, ha infatti annunciato un grosso investimento nel campo dell’energia solare. Uno sforzo, finanziato dal Governo, per innovare la tecnologia necessaria in modo da rendere l’energia solare competitiva rispetto ai combustibili fossili. I dettagli di tale piano sono stati delineati: il Dipartimento dell’Energia spenderà 27 milioni dollari per un programma progettato per abbassare drasticamente il costo del solare, con una stima intorno al 75%.
Per capire con più precisione le parole utilizzate, ci affidiamo alla Reuters:
Il Segretario per l’Energia Steven Chu ha soprannominato il programma un “lancio verso il sole”, sul modello di ciò che il presidente John F. Kennedy battezzò come “lancio verso la luna” nell’obiettivo del 1960 di inviare il primo uomo sulla luna. Chu ha detto che il taglio del costo della potenza solare installata del 75% avrebbe portato il prezzo a circa 1 dollaro per watt, o circa 6 centesimi per chilowattora. “Questo renderebbe l’energia solare e i costi competitivi con le altre forme di energia senza sovvenzioni di alcun genere”, ha dichiarato durante una conferenza.
Naturalmente gli effetti positivi negli States si ripercuoterebbero sul resto del mondo. È sicuramente un obiettivo lodevole, un programma necessario, specialmente perché attuato pochi giorni dopo l’annuncio di nuovi investimenti nelle rinnovabili. Speriamo che, come il progetto di Kennedy di raggiungere la luna, anche questo sia un successo. L’anno in cui si prevede si possa raggiungere tale risultato è il 2020..
parola di Steven Chu
Sappiamo anche adesso che ci sono buone ragioni economiche per passare dai combustibili sporchi a quelli puliti. L’energia pulita sarà una grande forza del mercato a breve, ed i combustibili fossili diminuiranno l’offerta.
In altre parole è facile immaginare che le imprese preferiranno acquistare energia pulita a basso costo piuttosto che i combustibili fossili sempre più costosi.
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Tratto da Europarlamento europeo
Le guerre dei prìncipi di oggi: Carlo di Inghilterra contro il cambiamento climatico
C'erano una volta, nelle fiabe, i principi che risvegliavano le principesse o combattevano contro i draghi. Nel 2011, invece, possono innamorarsi dell'ambiente e impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico.È il caso di Carlo di Inghilterra, arrivato oggi in Parlamento per il "Low-Carbon Prosperity Summit". Davanti a deputati, organizzazioni non governative e esperti del settore, il principe ha immaginato una crescita economica che si dissoci dalla costante distruzione dell'ambiente.
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Foreste pluviali grandi quanto 24.000 campi di calcio vengono distrutte ogni giorno", ha
ammonito il principe,avvisando del rischio collasso. "Fermare la deforestazione non è soltanto una scelta legata al nostro stile di vita, è una cosa indispensabile".
Accogliendo l'ospite, il presidente del Parlamento Jerzy Buzek ha ricordato come proprio l'eurocamera sia stata la prima istituzione a creare una commissione ambiente dopo le prime elezioni dirette nel 1979.
La strategia europea per tagliare le emissioni del 20%, aumentare l'efficienza energetica e portare al 20% l'uso di energie rinnovabili entro il 2020, ha aggiunto Buzek, è un passo nella giusta direzione. Importante anche la nascita di una comunità europea per l'energia e la collaborazione tra istituzioni pubbliche, private e organizzazioni non governative.
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