Venerdì sera il teatro Chiabrera traboccava. Gente in platea, sui palchi, nei corridoi, all’incontro pubblico organizzato da “Uniti per la Salute” contro il carbone della centrale di Vado....
SILENZIO IN SALA
In videoconferenza da Parigi ...il dott. Ghirga, pediatra, portavoce del Comitato Medici per l’Ambiente Lazio, studioso e medico ISDE, parla della salute dei bambini, i più colpiti dall’inquinamento da nano-polveri e della lentezza dei medici a recepire i pericoli e la diretta corrispondenza tra gravi patologie e inquinamento da combustione di carbone e rifiuti.Le 163 sostanze tossiche prodotte dal carbone, assimilate dalle donne in gravidanza, di cui i loro feti non si libereranno mai, potranno produrre patologie cancerogene anche dopo quarant’anni dall’esposizione.
Numeri da ecatombe: 6% di mortalità di bimbi da 0 a 4 anni, 350.000 persone danneggiate da polveri sottili.
Dichiara con provata certezza, che nessuno può ritenersi fuori pericolo perché lontano da Vado: le polveri percorrono 300 chilometri in 12 ore e se le polveri di Vado arrivano a danneggiare direttamente un territorio di un raggio di 40 chilometri intorno, i bimbi che vivono, nei primi anni di vita, a un chilometro dalla centrale corrono un rischio elevatissimo di ammalarsi.
Un kg di carbone contiene 35 gr di arsenico, sostanza direttamente legata al tumore e mentre il mercurio danneggia il sistema nervoso e lo sviluppo polmonare, la diossina si maschera da ormone e così viene direttamente recepita dal corpo umano in maniera subdola.
Così la curva esponenziale d’incidenze di asma bronchiale, il rischio di autismo, il cancro ai polmoni e alla vescica. Senza parlare della tossicità delle ceneri che vengono spesso riutilizzate dai cementifici .
Il dott Ghirga ricorda con amarezza di aver presentato già nel 2007 al Senato la quantificazione dei costi esterni, quelli sulla salute umana, prodotti dalla combustione da carbone e di come questo documento sia stato, colpevolmente, ignorato.Le cose si conoscono ora, si cominciano ad avere le conoscenze che ci imporrebbero di dire basta e invece, soprattutto in Italia, si va avanti.
”Non potremo mai dire ai nostri nipoti di non sapere!”. Questo il suo monito.
La determinazione di Gervino di Uniti per la Salute, a voler comunicare, a fare informazione anche sui passi svolti, già da quattro anni, dall’associazione, intercala in modo pacato ma incisivo, gli interventi.
Lo schermo sullo sfondo del teatro mostra quattro teneri gattini e “non è un caso” dichiara Gervino. I riferimenti sono al Presidente della Provincia, Vaccarezza, che dopo aver dato l’assenso all’ampliamento, definisce “quattro gatti” gli oppositori, minimizzandone la forza.
Gervino ricorda che non solo le diecimila firme raccolte, attestano la contrarietà dei cittadini che l’amministrazione provinciale dovrebbe tutelare, ma l’opposizione dei comuni di Vado e Quiliano e di quelli che hanno approvato specifiche Delibere Consiliari contro l’ampliamento stesso e la combustione da carbone.L’elenco è lunghissimo nella costa savonese e nell’interno. Chi ascoltava si sentiva un po’ rassicurato nell’apprendere che il suo Comune c’era e che non erano poi quattro i gatti.......
NESSUN COLPEVOLE?Il.. dott Stevanin ...esperto ambientale, già membro commissione nazionale VIA-VAS, a cui Uniti per la salute commissionò una perizia proprio sulle affermazioni di miglioramento ambientale dichiarate da Tirreno Power in fase di ampliamento, ci racconta i rischi che, invece, anche a Vado si continuerebbero a correre.
Spiega come T.P. chieda di ampliare per inquinare meno e come l’attendibilità dei dati che supportano tale affermazione sia facilmente discutibile, perchè falsati in modo anche grossolano, dall’ante operam al post operam, in un territorio dove le emissioni sono controllate dai controllati e dove si può asserire tutto e il contrario di tutto, vista l’inesistenza di controllo efficaci su tutte le sostanze nocive. “Qui nel savonese non conosciamo la qualità dell’aria.”
Insomma, si potrebbe verificare che in un’eventuale vertenza non ci sia nessun colpevole, di costi sanitari subiti per quarant’anni e di danni al territorio che sarà difficilissimo bonificareLE MORTI EVITABILI
Il ...Dott Fabrizio Bianchi ... ricercatore CNR epidemiologo, si occupa di VIS,
la valutazione impatto salute, una cosa che in Danimarca, ad esempio si fa ogni volta che si decide di costruire qualcosa d’importante, anche una scuola. Figuriamoci una centrale.
“Bisogna cominciare a pensare alle disequità di un territorio” dichiara dal palco, ” i vantaggi e gli svantaggi devono essere per tutti”. Spiega che i danni alla salute non sono più solo genetici ma epigenetici, cioè sulla fisionomia del genoma e quindi a rischio sono anche le generazioni future.
Negli studi vanno, quindi, cambiati i paradigmi, perché mentre dieci anni fa veniva colpito l’abitante che abitava vicino alla centrale, oggi non è così.
Come misurare i rischi? Non sembra così difficile come ci fanno credere. Non più centraline pseudo fasulle, ma dosimetri applicati alle persone, strumenti più sofisticati che, insieme ad altri, potranno dare un quadro che il dottor Bianchi, ritiene già fortemente compromesso.
Le sostanze in questione sono molte e terribili solo a sentirle nominare, ma T.P., in modo anacronistico, continua a parlare solo di SOx, NOx e PM10.
Un‘assurdità che però i nostri Amministratori e i politici non hanno mai avuto la forza e l’intelligenza di contraddire.
“Dobbiamo decidere solo quando abbiamo certezze?” Chiede Bianchi proprio a chi amministra. NO! Si deve decidere anche con l’incertezza.
Brindisi, Porto Tolle, Civitavecchia, Tarquinia, Rossano Calabro, gli agguerriti rappresentanti dei Comitati No CARBONE erano là, sul palco a raccontare con passione le loro storie, i loro drammi, le loro sconfitte, ma anche la loro determinazione a non fermarsi a continuare a combattere.
Tutti straordinariamente vivi, in territori morti d’inquinamento da carbone.Da Brindisi si raccontava che 400 ettari intorno alla centrale sono stati proibiti alle colture, e come succedeva anche a Rossano , le economie agricole di un territorio andate in fumo.
Marzia, da Civitavecchia, racconta come gli amministratori inizialmente contro la centrale si siano fatti convincere con opere in contropartita e siano diventati gli artefici della morte di un’economia turistica. “I posti di lavoro che già ci sono questi sono da difendere e non sono quelli di un’ampliamento della centrale che si sono rivelati fasulli.”
“Non cedete!”, urlava dal palco ai politici. “Per carità non fatelo e voi non pregateli ma prendeteli per i capelli se è necessario”.
Noi, a Savona, non possiamo tradire questo segno di speranza, di vitalità di solidarietà che Uniti per la Salute ha voluto regalarci:
FACCIAMOLA SPEGNERE!!!
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