In linea con gli obiettivi imposti dall'Unione Europea al 2020
Le imprese sempre più impegnate nella transizione verso la low carbon economy
A questi temi è dedicato l'incontro del Csr Manager Network organizzato martedì 22 febbraio a Milano
Roma, 18 feb. - (Adnkronos) - Il sempre più ampio utilizzo del carbone e dei combustibili fossili ha determinato un'eccessiva dispersione di gas ad effetto serra nell'atmosfera. Una delle principali sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare, si concretizza nella messa in atto di azioni volte alla riduzione delle emissioni in atmosfera di questi gas, dannosi per l'intero ecosistema.Tale situazione spinge fortemente le imprese a ripensare il loro modo di fare business. In questo contesto cresce il numero di imprese che stanno attuando meccanismi di carbon neutrality per misurare, ridurre e compensare le emissioni legate al ciclo produttivo, in linea con gli obiettivi imposti dall'Unione Europea al 2020.
Ma, pur non mancando esperienze di eccellenza, sono ancora troppe le complessità tecniche, normative, di efficacia e trasparenza che caratterizzano i tanti strumenti oggi a disposizione delle aziende.
A questi temi è dedicato l'incontro organizzato martedì 22 febbraio a Milano dal Csr Manager Network Italia, l'associazione che riunisce i responsabili delle politiche di sostenibilità delle maggiori imprese italiane promossa da Altis (Alta Scuola Impresa e Società dell'Università Cattolica di Milano) e Isvi (Istituto per i valori d'impresa).
Nella situazione attuale, la vera posta in gioco per le imprese è realizzare pienamente la transizione verso la low carbon economy. Si tratta allora di definire un quadro strategico di supporto che stimoli le aziende ad intraprendere percorsi reali di innovazione di lungo periodo e di ripensare, in questa chiave, il concetto stesso di responsabilità sociale d'impresa.
Obiettivo dell'incontro è fare il punto sulle opportunità e le sfide della low carbon economy, a partire dagli strumenti esistenti e dalle esperienze più innovative, e approfondire come questa strada possa diventare l'elemento centrale di una nuova politica di responsabilità sociale d'impresa realmente orientata allo sviluppo sostenibile.
Questo richiederà anche di attuare una trasformazione, in termini di vision e mission, per guardare maggiormente alla dimensione territoriale e a logiche di partnership di sviluppo locale tra imprese, cittadini, istituzioni locali ed altri stakeholder.
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TRASFORMAZIONE CHE DOVREBBE RIGUARDARE ,CI AUGURIAMO ANCHE LA NOSTRA REGIONE LIGURIA ed una RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA che dovrebbe riguardare anche Industrie come "TIRRENO POWER"...........
Vado Ligure. L’associazione Onlus “Uniti per la Salute” risponde al segretario generale Cisl Liguria, Sergio Migliorini, che ieri ha lanciato un appello ai comitati sul tema dell’ampliamento di Tirreno Power affinchè questi non si chiudano in pregiudizi ma si aprano al confronto con gli enti locali per il bene del territorio.
“Crediamo che quel segretario sindacale che sale in cattedra e si permette di accusare i ‘comitati’ di commettere di errori, parli di persone e di cose che pensiamo non conosca o che conosca in modo assai superficiale – è la risposta secca di “Uniti per la Salute” –
Nell’incontro pubblico di Savona la nostra associazione ha presentato documentazioni e uomini di scienza, medici e tecnici della materia che hanno prodotto relazioni che riteniamo inconfutabili. A questi argomenti si ribatte non confutando i nostri argomenti ma solo parlando di genericamente di ‘pregiudizi’: è curioso constatare come quel segretario sindacale usi quasi le stesse parole dei vertici della Centrale ‘pregiudizi’ l’uno, ‘accuse preconcette e di parte’ gli altri.
Se prima di parlare si informasse, se prima di esprimere giudizi avesse il buon senso approfondire appena quello di cui parla, se avesse avuto l’acume di essere presente al teatro Chiabrera avrebbe visto che nella sala non si è svolto ‘un incontro tra loro’: c’erano cittadini, associazioni come ACLI, ANPI, ARCI e molte altre, c’erano moltissimi amministratori locali e regionali con molti dei quali ci confrontiamo costruttivamente da anni.
Provi lui a chiedere delucidazioni agli enti locali, chieda ai sindaci di Vado e Quiliano , alle numerose amministrazioni comunali che si sono espresse FORMALMENTE contro il potenziamento (come Vado, Quiliano,Spotorno, Celle, Savona, Albissola Sup, Bergeggi, Vezzi Porti, Carcare, Finale, Noli, Cairo Montenotte, Altare, Albisola Marina, Balestrino, Bergeggi, Pietra Ligure; Calice Ligure) i motivi del loro no al potenziamento a carbone. Chieda anche alla Regione Liguria, ai comuni di Vado, Quiliano, Savona, Spotorno, Noli, Bergeggi i motivi del loro ricorso al TAR contro il potenziamento”.
“Chieda all’Ordine dei Medici se ha pregiudizi quando afferma: ‘nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause , che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari’.
Chieda alla confederazione degli agricoltori savonese il ‘senso strategico’, le ‘prospettive’ quando afferma: ‘La CIA di Savona ritiene assolutamente inaccettabile la scelta di un potenziamento della centrale. Non vorremmo che per creare qualche decina di posti di lavoro in questo settore energetico che desta forti preoccupazioni in tutta la popolazione, si facciano sparire centinaia di altri posti di lavoro già presenti.
L’ampliamento a carbone sembra porre le premesse per una pericolosa monocultura del carbone che tenderà a schiacciare tutto il resto’.
Si informi su cosa stanno facendo gli Stati più avanzati, dove stanno andando nella produzione di energia che crea veri posti di lavoro, argomento di cui è stato ampiamente trattato nell’incontro al Chiabrera. E dopo che si sarà convenientemente aggiornato pensiamo possa vedere, se non ha pregiudizi, da che parte stia la cecità, la mancanza di senso strategico e di prospettive.
Se lo ritiene opportuno, ci dichiariamo volentieri disponibili ad un incontro senza pregiudizi,(almeno da parte nostra), come abbiamo già avuto molte volte con enti e amministratori locali, provinciali, regionali e a livello ministeriale”
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