Al Terminal Rinfuse quantità di polveri superiori ai livelli consentiti. Rischio salute per lavoratori e cittadini
di MARCO PREVEInquinamento ambientale provocato dai cumuli di carbone del Terminal Rinfuse. E´ questa l´ipotesi che sta alla base di un´inchiesta aperta dalla procura di Genova che, nei giorni scorsi, ha fatto registrare un blitz della Guardia di Finanza negli uffici dell´Autorità portuale, dove è stata acquisita documentazione relativa ad autorizzazioni, parametri, organizzazione dei cicli produttivi.
L´indagine del sostituto procuratore Walter Cotugno nasce a sua volta da una segnalazione inviata dall´ufficio Ambiente e Territorio della Provincia, l´ente cui compete il monitoraggio dell´aria anche all´interno del porto. I tecnici, nel corso di recenti ispezioni, avevano riscontrato all´interno e nell´area circostante il Terminal Rinfuse, una quantità di polveri di carbone superiori ai livelli consentiti e avevano inoltrato la relazione alla procura. Il pm Cotugno, del pool reati ambientali, ricevuta la denuncia della Provincia ha deciso di approfondire la questione per capire se le montagne di carbone custodite sui moli del terminal, proprio di fronte alla Lanterna, inquinando l´aria siano una fonte di pericolo per la salute pubblica.
L´indagine mira alla tutela della salute dei lavoratori che operano nel terminal - in primis i "carbunin" - ossia i camalli della storica compagnia Pietro Chiesa -, ma anche dei dipendenti di altre società e uffici confinanti.
E poi c´è l´incolumità degli stessi abitanti dei quartieri a ridosso della zona di San Benigno.
Negli anni, infatti, sono state molte le denunce di operai, impiegati, cittadini che si lamentavano per le nubi nere che si sollevano ad ogni giornata di vento, oppure per quella polvere di carbone depositata sulle scrivanie, sui davanzali di casa, sulla biancheria stesa.
A Palazzo San Giorgio i finanzieri della Stazione Navale hanno prelevato, tra i vari documenti, l´autorizzazione alla società Terminal Rinfuse, risalente al 2000, con cui la Provincia fissava i parametri relativi agli inquinanti. Tutta una serie di misure, contenute anche in un elenco di regole imposte dall´Autorità Portuale.
L´autorizzazione sta per scadere e andrà rinnovata, e proprio questo appuntamento potrebbe servire per rivedere una situazione profondamente mutata nell´arco del decennio. Intanto, perché fissava norme molto severe per tipi di materie - ad esempio la polvere di clinker - dalla granulometria assai più fine e quindi potenzialmente più pericolose rispetto al carbone.
Ma se il traffico delle prime, nel tempo, è andato diminuendo, si è invece moltiplicato quello del carbone in arrivo, e di conseguenza i problemi sono stati ingigantiti proprio dalla quantità di prodotto.A cominciare dai sistemi di aspirazione delle tramogge in cui si scarica il carbone dalle navi.
E´ probabile che l´inchiesta della procura voglia verificare il rispetto delle norme e delle procedure ma anche, e soprattutto, la validità delle stesse, se non siano cioè tecnologicamente superate e vadano migliorate per proteggere la salute dei cittadini.24 febbraio 2011____________________________________________GUARDA IL VIDEO:IL CARBONILE di Vado visto da un treno in transito
Guarda il video
:CARBONE PULITO A VADO LIGURE
_________________
Tratto da "La Stampa" cronache della Liguria di oggi 25 febbraio 2011.
"NO AL CARBONE",I COMITATI DI TUTT' ITALIA SI UNISCONO.
La nascita di un fronte comune tra tutti i comitati che combattono le centrali a carbone in Italia e si riuniscono nel "Coordinamento No al Carbone".
E' questa l'eredità più importante nata dall'assemblea di Venerdì scorso al Teatro Chiabrera contro l'ampliamento della centrale termoelettrica di Vado e Quiliano della Tirreno Power,organizzata dall'Associazione "Uniti per la Salute".
I vari Comitati di Brindisi,Tarquinia,Porto Tolle ,Civitavecchia e Rossano presenti a Savona lanceranno alcune iniziative comuni di origine tecnico -legale su tutto il territorio nazionale per mettere in luce le gravi lacune del sistema energetico italiano e della RELATIVA PROGRAMMAZIONE PER DIRE UN SECCO NO AL CARBONE.
I COMITATI INSISTONO,TRA L'ALTRO, SULLA NECESSITA' CHE NEI VARI TERRITORI DOVE ESISTANO CENTRALI A CARBONE SIANO REALIZZATE VALUTAZIONI DI IMPATTO SANITARIO.
Nessun commento:
Posta un commento