Fukushima oltre ogni previsione: radiazioni raddoppiate e fusione totale dei reattori
Per mesi la Tepco e i funzionari giapponesi si sono rifiutati di ammettere che si fosse verificata una qualche fusione nei reattori di Fukushima.
Poi (il 15 maggio) hanno ammesso la fusione nel reattore n1, sostenendo però che nei reattori 2 e 3 si era trattato di fusioni solo parziali.
Infine lunedì 6 giugno hanno ammesso quel già si sapeva: ci sono state fusioni totali in tutti e tre i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. (Il meltdown è il caso più temuto, l’incidente peggiore: vuol dire che le barre di combustibile passano dallo stato solido a quello liquido, con reazioni varie, e il rischio che la micidiale miscela radioattiva crepi il vessel e penetri nel sottosuolo inquinando falde freatiche, terreni , acque circostanti…e il mare come sta accadendo. Fino – estrema possibilità – alla corteccia terrestre in quella che viene definita ”sindrome cinese” dal film omonimo).
Come ha riportato, fra gli altri, la CNN, riferendo quanto detto dalla governativa Nuclear and Industrial Safety Agency (NISA) “si tratta di una nuova valutazione che va ben oltre le precedenti dichiarazioni sull’estensione del danno provocato dal terremoti e dallo tsunami dell’11 marzo”. La Tepco fino al 24 maggio scorso aveva descritto uno scenario ben diverso, affermando che nei reattori 2 e 3 la temperatura nei due reattori si era sostanzialmente raffreddata e che non vi era stata fusione totale del nocciolo. Il termine meltdown veniva accuratamente omesso, dalla società, rileva il 6 giugno il Washington’s blog, che ha seguito passo passo le varie fasi dell’incidente e ricorda come un ingegnere dell’università del Michigan, il prof. Gary Was che,intervistato dalla CNN, dai dati riportati già temeva il peggio in tutti e tre i reattori. La fusione sarebbe avvenuta molto più rapidamente di quanto non si fosse capito. Vale a dire quasi subito. Tanto che la NISA ora stima che la quantità di radiazioni rilasciate nell’atmosfera nella prima settimana non sia stata di 370,000 ma di 770,000 terabecquerels. Sebbene l’agenzia sottolinei che comunque si tratti di un valore pari solo al 10% delle radiazioni rilasciate nel disastro di Chernobil – osserva il Mail online- la revisione dei dati mostra il fallimento nel contenere l’incidente si sia risolto in un livello di contaminazione delle zone circostanti molto più alto di quanto si sia inizialmente ritenuto.
Inoltre tracce di plutonio sono state trovate all’esterno del reattore n. 1 ed è stato confermato che provengono dalla centrale (a quanto riferisce Kyodo News)....
L’Agenzia internazionale avrebbe saputo già a fine marzo della fusione, avendo ricevuto la relazione di un supertecnico americano, Chris Allkison, basata su una accurata simulazione, ma avrebbe omesso passi successivi.
Il meltdown era avvenuto subito, 50 minuti dopo il guasto al sistema di raffreddamento del reattore n.1, sosteneva Allison. (MGB, LaStampa)
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Tratto da Corriere di Milano
Traffico illecito di rifiuti e tangenti a Pavia: arrestato Dario Scotti
Secondo l'accusa, nella centrale venivano bruciati rifiuti, anche
pericolosi, al posto di biomasse
LE ACCUSE - Secondo le indagini condotte dal Corpo forestale, nell’impianto, insieme alla lolla, si bruciavano anche rifiuti di varia natura (tra cui legno, plastiche, imballaggi e fanghi di depurazione di acque reflue) con concentrazioni di inquinanti (soprattutto metalli pesanti) superiori ai limiti consentiti dalla legge. Un traffico di 40.000 tonnellate di rifiuti urbani e industriali non regolarmente trattati, provenienti da impianti di smaltimento in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Tutto ciò era possibile grazie ai falsi certificati rilasciati da laboratori di analisi chimiche compiacenti, per un giro d’affari di almeno 28 milioni di euro, grazie anche agli incentivi statali che questo genere di impianti riceve.
TANGENTI - Stando agli sviluppi dell'inchiesta, per evitare di restituire allo Stato 7 milioni di euro percepiti indebitamente attraverso la fasulla produzione di energia pulita, la società Riso Scotti Energia avrebbe pagato mazzette a funzionari compiacenti del Gestore dei Servizi Energetici di Roma.....Leggi l'articolo integrale
Redazione online
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