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07 giugno 2011

Fukushima oltre ogni previsione: fusione totale dei reattori

Tratto da la Voce dell'Emergenza

Fukushima oltre ogni previsione: radiazioni raddoppiate e fusione totale dei reattori


Per mesi la Tepco e i funzionari giapponesi si sono rifiutati di ammettere che si fosse verificata una qualche fusione nei reattori di Fukushima.
Poi (il 15 maggio) hanno ammesso la fusione nel reattore n1, sostenendo però che nei reattori 2 e 3 si era trattato di fusioni solo parziali.
Infine lunedì 6 giugno hanno ammesso quel già si sapeva: ci sono state fusioni totali in tutti e tre i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. (Il meltdown è il caso più temuto, l’incidente peggiore: vuol dire che le barre di combustibile passano dallo stato solido a quello liquido, con reazioni varie, e il rischio che la micidiale miscela radioattiva crepi il vessel e penetri nel sottosuolo inquinando falde freatiche, terreni , acque circostanti…e il mare come sta accadendo. Fino – estrema possibilità – alla corteccia terrestre in quella che viene definita ”sindrome cinese” dal film omonimo).
Come ha riportato, fra gli altri, la CNN, riferendo quanto detto dalla governativa Nuclear and Industrial Safety Agency (NISA) “si tratta di una nuova valutazione
che va ben oltre le precedenti dichiarazioni sull’estensione del danno provocato dal terremoti e dallo tsunami dell’11 marzo”. La Tepco fino al 24 maggio scorso aveva descritto uno scenario ben diverso, affermando che nei reattori 2 e 3 la temperatura nei due reattori si era sostanzialmente raffreddata e che non vi era stata fusione totale del nocciolo. Il termine meltdown veniva accuratamente omesso, dalla società, rileva il 6 giugno il Washington’s blog, che ha seguito passo passo le varie fasi dell’incidente e ricorda come un ingegnere dell’università del Michigan, il prof. Gary Was che,intervistato dalla CNN, dai dati riportati già temeva il peggio in tutti e tre i reattori. La fusione sarebbe avvenuta molto più rapidamente di quanto non si fosse capito. Vale a dire quasi subito. Tanto che la NISA ora stima che la quantità di radiazioni rilasciate nell’atmosfera nella prima settimana non sia stata di 370,000 ma di 770,000 terabecquerels. Sebbene l’agenzia sottolinei che comunque si tratti di un valore pari solo al 10% delle radiazioni rilasciate nel disastro di Chernobil – osserva il Mail online- la revisione dei dati mostra il fallimento nel contenere l’incidente si sia risolto in un livello di contaminazione delle zone circostanti molto più alto di quanto si sia inizialmente ritenuto.
Inoltre tracce di plutonio sono state trovate all’esterno del reattore n. 1 ed è stato confermato che provengono dalla centrale (a quanto riferisce Kyodo News)....
L’Agenzia internazionale avrebbe saputo già a fine marzo della fusione, avendo ricevuto la relazione di un supertecnico americano, Chris Allkison, basata su una accurata simulazione, ma avrebbe omesso passi successivi.
Il meltdown era avvenuto subito, 50 minuti dopo il guasto al sistema di raffreddamento del reattore n.1, sosteneva Allison. (MGB, LaStampa)

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Tratto da Corriere di Milano

Traffico illecito di rifiuti e tangenti a Pavia: arrestato Dario Scotti

Secondo l'accusa, nella centrale venivano bruciati rifiuti, anche

pericolosi, al posto di biomasse

MILANO - È stato arrestato, su richiesta della Dda di Milano, Angelo Dario Scotti, figlio del «patron» Ferdinando, vicepresidente del Cda di Riso Scotti Energia e ad di Riso Scotti Spa, nell'ambito dell'inchiesta su un traffico illecito di rifiuti. Secondo l'accusa, nella centrale venivano bruciati rifiuti, anche pericolosi, al posto di biomasse.
Con Scotti sono stati posti ai domiciliari un funzionario del Gestore dei Servizi Energetici di Roma, Andrea Raffaelli, un consulente esterno di Assoelettrica, Elio Nicola Ostellino, e Nicola Farina, commercialista di fiducia del Gruppo Scotti. In carcere invece è finito Franco Centili, funzionario del Gestore dei Servizi Energetici di Roma. Sono accusati tutti, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri dell'ufficio,per fatti commessi tra il 2005 e il 2010. Nell'ambito delle indagini, sono stati sequestrati 17 milioni di euro riconducibili agli indagati.
IL SEQUESTRO - La centrale a biomasse Riso Scotti Energia di Pavia era stata messa sotto sequestro nel novembre scorso, durante l’operazione «dirty energy», coordinata dalla procura della Repubblica di Pavia – diretta dal procuratore capo Gustavo Adolfo Cioppa – e condotte dai sostituti Roberto Valli, Luisa Rossi e Paolo Mazza. Sette persone erano finite agli arresti domiciliari, tra cui il presidente della società, Giorgio Radice e il direttore dell’impianto, Massimo Magnani. Gli indagati nel complesso sono 12. Inoltre, sono stati sequestrati 40 mezzi ed eseguite 60 perquisizioni in tutta Italia.

LE ACCUSE - Secondo le indagini condotte dal Corpo forestale, nell’impianto, insieme alla lolla, si bruciavano anche rifiuti di varia natura (tra cui legno, plastiche, imballaggi e fanghi di depurazione di acque reflue) con concentrazioni di inquinanti (soprattutto metalli pesanti) superiori ai limiti consentiti dalla legge. Un traffico di 40.000 tonnellate di rifiuti urbani e industriali non regolarmente trattati, provenienti da impianti di smaltimento in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Tutto ciò era possibile grazie ai falsi certificati rilasciati da laboratori di analisi chimiche compiacenti, per un giro d’affari di almeno 28 milioni di euro, grazie anche agli incentivi statali che questo genere di impianti riceve.

TANGENTI - Stando agli sviluppi dell'inchiesta, per evitare di restituire allo Stato 7 milioni di euro percepiti indebitamente attraverso la fasulla produzione di energia pulita, la società Riso Scotti Energia avrebbe pagato mazzette a funzionari compiacenti del Gestore dei Servizi Energetici di Roma.....Leggi l'articolo integrale

Redazione online

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