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12 luglio 2011

OGGI CONFERENZA DEI SERVIZI Al MINISTERO/CARBONE,SEMPRE CARBONE ANCORA CARBONE :PERCHE' FORZARE LA POPOLAZIONE AD OSPITARE UN 'OPERA CHE NON VUOLE!

OGGI AL MINISTERO CONFERENZA DEI SERVIZI

La notte porta consiglio e il nuovo giorno porterà decisioni importanti per il Territorio savonese .

Chissà se tra i convocati al Ministero dello Sviluppo Economico "qualcuno" ha realmente presente l' importanza delle decisioni che si stanno prendendo
per il futuro del nostro territorio e se a parte i Sindaci di Quiliano e di Vado Alberto Ferrando e Attilio Caviglia,a cui va il nostro incoraggiamento a rappresentare sino in fondo le istanze del nostro territorio,

QUALCUNO SI RICORDERA' CHE SOTTO QUELLE CIMINIERE VIVONO E RESPIRANO DA
INNUMEREVOLI ANNI MIGLIAIA DI PERSONE ,CON CONTROLLI AGLI SCARICHI IN ARIA E ACQUA ASSAI FUMOSI......
,E CON CITTADINI
ORMAI CONSAPEVOLI E INFORMATI E PER QUESTO MOLTO TIMOROSI PER IL LORO FUTURO,MA FERMAMENTE DECISI A NON DEMORDERE DAL FAR RISPETTARE IL PROPRIO DIRITTO A VIVERE IN UN'AMBIENTE TUTELATO A NORMA DI LEGGE.




E' stato chiesto alla nostra associazione un commento sulla delibera della Giunta Regionale di oggi a proposito di nuovi gruppi a carbone .
Rispondiamo utilizzando le parole dell'autorevole Senatore del PD Della Seta, nella dichiarazione rilasciata proprio oggi e ripresa da" Agenzia parlamentare".
Senatore che, se non sbagliamo, appartiene allo stesso partito del Presidente della Regione Liguria.

Tratto da Agenzia Parlamentare

DELLA SETA (PD), TENTATIVO DISPERATO PER RICONVERSIONE CENTRALI A CARBONE

(AGENPARL) - Roma, 12 lug -
.........Una scelta profondamente sbagliata perchè il carbone è, in tutti i paesi europei più avanzati, una fonte presa in considerazione solo nella misura in cui possa essere accompagnata dal sequestro dell'anidride carbonica nel sottosuolo, processi di Ccs, e non è il caso della centrale di Porto Tolle. Aumentare il contributo del carbone alla produzione di elettricità per un paese come l'Italia - incalza il senatore Pd - è una scelta tanto più grave perchè noi siamo già inadempienti rispetto agli obiettivi del protocollo di Kyoto e siamo lontani dagli obiettivi del pacchetto clima.
Il carbone non va demonizzato - spiega Della Seta -
però tra tute le fonti fossili è sicuramente quella che ha il potenziale clima - alterante maggiore. E' una fonte accettabile, soprattutto nel caso di riconversione, soltanto nel caso in cui contemporaneamente ci siano i Ccs.

Al contrario si tratta di fare una scelta contro l'interesse nazionale, contro l'interesse del nostro paese
. L'Italia ha interesse a camminare molto più velocemente verso l'innovazione energetica.
Oltretutto la riconversione di Porto Tolle è paradossale visto che a pochi km da quel sito, da pochi mesi, è entrato in funzione il più grande gassificatore italiano.
Quindi, semmai, lì ci si sarebbe dovuti muovere verso una riconversione della centrale a gas, non certamente a carbone - afferma il senatore democratico che conclude - Sono favorevole a che in italia vengano realizzati dei gassificatori, ma se poi questi non vengono utilizzati per ridurre l'inquinamento non si capisce a cosa servono".
Leggi l'articolo integrale




L'italia ha interesse a camminare molto più velocemente verso l'innovazione energetica......MA LA LIGURIA E' ... IN ITALIA?

ANCHE ......LA REGIONE EMILIA ROMAGNA SE NON SBAGLIAMO E' GUIDATA DA ESPONENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO

Tratto da "Il Fatto Quotidiano"

L’Emilia Romagna dice no alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle

Questo pomeriggio, la Regione ha approvato la risoluzione promossa dal Movimento 5 Stelle, che impegna l’Emilia Romagna a bloccare, in sede di conferenza Stato-Regioni, il progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, respingendo così il progetto nel Delta del Po fortemente voluto dalla Regione Veneto.


Una legge regionale (n.36/1997) istitutiva del Parco del Delta del Po, vietava la costruzione di centrali elettriche che non fossero “a metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale” all’interno del parco. Con il tentativo di modifica di un comma, sulla scia della presunta esistenza di un “carbone pulito”, l’amministrazione veneta guidata del governatore Luca Zaia, “spianerebbe la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel Spa di Porto Tolle-Polesine Camerini, assecondando i progetti presentati da Enel Spa e creando notevoli ricadute negative sia per i territori della provincia di Rovigo anche per i vicini territori delle province di Ferrara e Ravenna”, come recita la risoluzione.

Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza il 10 maggio 2011 dando ragione ai comitati ed associazioni ambientaliste, confermando la legge in vigore e i suoi presupposti, in quanto “è facilmente dimostrabile anche utilizzando le normative europee – prosegue la relazione – che il carbone inquina più del metano”.

Il primo firmatario è proprio il Consigliere Regionale del Movimento, Giovanni Favia, che grazie a una falla nel piano energetico regionale 2011-2013, ha potuto portare in aula la questione: “Le leggi prevedono infatti che per il nuovo Piano si faccia una Valutazione Ambientale Strategica, per capire gli effetti che avrà sull’ambiente, anche se si tratta della conferma di progetti precedenti. Per farlo, ovviamente, servono dati aggiornati. Purtroppo la Regione s’è ‘scordata’ di fare una nuova Vas, con dati 2010 – prosegue – e s’è limitata a riproporre tout court la vecchia, fondata su dati 2007. La legge quindi è stata infranta, e il Piano 2011-2013 non ha fondamento cogente.”....

Favia spiega: “La pesantezza a livello ambientale e sanitario di questo intervento al confine con la Regione, danneggerebbe seriamente il territorio. Noi dobbiamo, se non altro, far valere i diritti degli abitanti di quella zona. La Regione Emilia Romagna deve far sentire la sua voce, sul piano giuridico legale nei confronti di Enel-Spa, come del governo”.
Ilaria Giupponi
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Stralcio da Savona News

Tirreno Power: la giunta regionale approva l'ampliamento a carbone. No al terzo gruppo, ma si agli altri due

Salvo errori, la potenza installata a carbone passerebbe dagli attuali 660 Megawatt a 790 MegaWatt con un incremento del 20%, portando la centrale di Vado a 1590 MW, probabilmente la più grossa centrale termoelettrica italiana in un centro abitato. Ferrante e Della Seta (PD) “Il carbone – continuano i senatori - è il meno caro dei combustibili fossili ma anche il più sporco in assoluto.Parliamo dunque di livelli di inquinamento elevatissimi”. Se lo dicono loro...

La giunta regionale benedice il nuovo maxigruppo a carbone da 460 Megawatt in affiancamento ad un altro di 330 MegaWatt. Burlando possibilista persino su un terzo gruppo afferma che sosterrà l'Autorizzazione di Impatto Ambientale (obbligatoria).

Tra le prime reazioni registriamo quella della Libreria Ubik, da sempre impegnata sul fronte della tutela della salute da possibili conseguenze della combustione del carbone:

"La delibera della giunta Burlando, concedendo due nuovi gruppi a carbone e la possibilità di trattare tra qualche anno per un terzo gruppo, non è un allontanamento ma purtroppo un avvicinamento alle esigenze di Tirreno Power, concedendo la costruzione di nuovi gruppi a carbone che avranno per altri 50 anni effetti devastanti per la comunità savonese, e prefigurando peraltro la possibilità di avere tra qualche anno anche il terzo gruppo, e quindi una Centrale a carbone di addirittura di 1120 Mw (più i gruppi a metano), come richiesto dalla controproposta di Tirreno Power.

Diversi Comitati e Partiti savonesi si raduneranno nei prossimi giorni per valutare tutte le azioni legali da adottare in difesa del diritto alla salute della cittadinanza.

Questa sciagurata scelta va in controtendenza rispetto all’Ultimatum di questi giorni della Commissione Europea all’Italia sulle normative europee che disciplinano le sanzioni penali contro i reati ambientali e l’inquinamento: il nostro paese avrà altri due mesi per recepire in maniera adeguata le norme, altrimenti la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell'Unione europea (dato che l’Italia per molti reati ambientali prevede sanzioni scarsamente deterrenti, tempi di prescrizione bassissimi, insufficiente tutela dell’ambiente, ecc)

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Leggi anche:Reati ambientali: ultimatum della Ue all’Italia
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Tratto da "La Voce dell'emergenza"
Processo Eternit, Regione Piemonte chiede maxirisarcimento

Per la bonifica del territorio e la cura dei malati. GUARDA IL VIDEO: “NOI CI AVVELENAVAMO”, LA TESTIMONIANZA DEGLI OPERATI DI CASALE MONFERRATO

Nella maxi aula 1 del tribunale di Torino campeggia un timer che scandisce un conto alla rovescia: quindici minuti di tempo per ogni avvocato.
Quindici minuti per condensare una vita stroncata, il dolore dei familiari o cinquant’anni di vita delle istituzioni a stretto contatto con la letale polvere d’amianto e i suoi costi. Una ghigliottina temporale che livella tutto e tutti, cinica ma necessaria perché il processo Eternit non diventi infinito con le sue 6.392 parti civili.

Al banco si alternano i legali per le richieste di risarcimento danni, operazione che continuerà anche oggi. Una spoon river che coglie appena un brandello di vita (e non potrebbe essere altrimenti) di quelle tremila vittime dell’amianto decedute o ammalatesi in questi anni. Le storie di Teresina, Francesco, Giovanni intrecciate a quelle di Medicina Democratica, della Cgil regionale, della Provincia e altri. Di chi, insomma, ha cercato di affrontare l’emergenza. Famiglie e istituzioni accomunati dal dramma. Un disastro umano e sociale prima che nel senso giudiziario del termine. Leggi tutto »

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