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07 agosto 2011

ALTAMAREA:Taranto e fabbriche, diffida degli ambientalisti "Maroni intervenga contro l'inquinamento"

Tratto da La Repubblica

Taranto e fabbriche, diffida degli ambientalisti
"Maroni intervenga contro l'inquinamento"

Il coordinamento di cittadini e associazioni ambientaliste 'Altamarea' di Taranto ha inviato una lettera-diffida al ministro dell'Interno Roberto Maroni (e per conoscenza al ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al sindaco e al presidente della provincia di Taranto) chiedendo un immediato intervento per fronteggiare la grave situazione dell'inquinamento prodotto dalle grandi industrie nel capoluogo jonico.

Nella lettera si chiede tra l'altro di verificare "le responsabilità" che gli stessi ambientalisti intravedono "soprattutto nelle strutture decentrate e nelle persone, inclusi i Prefetti ed i Comandanti regionali e provinciali dei vigili del fuoco che si sono succeduti nel tempo a Taranto, persone o timorose di affrontare poteri forti o comunque succubi dei cavilli e dei formalismi opposti dalle aziende".

Il coordinamento di associazioni ambientaliste contesta il rilascio dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) allo stabilimento Ilva, ritenuto "il principale responsabile dell'inquinamento di origine industriale che fa di Taranto la città più inquinata d'Europa" e fanno presente che la città "da una decina di anni risulta essere priva di Certificato Prevenzione Incendi (CPI) e di nulla osta sull'analisi di rischio di incidente rilevante, pilastri della sicurezza generale".

Altamarea ricorda che "la gravità eccezionale della situazione di Taranto è testimoniata dagli innumerevoli procedimenti
giudiziari in corso contro proprietà e dirigenza Ilva". "Preghiamo il Ministro - conclude il coordinamento - di voler esercitare il suo potere per rimettere tutto sui binari della legalità e del rispetto delle norme.
Guai se si dovesse verificare un incidente, anche meno grave di quello occorso alla ThyssenKrupp di Torino, ed accertare in tale dannata occasione che tante iniquità sono state commesse nel campo della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, con la consapevolezza delle Autorità competenti".
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Tratto da Peacelink

Il diritto dei bambini di stare bene

Si conclude a Taranto un bel progetto dedicato ai bambini del quartiere Tamburi, ideato dal comitato "Donne per Taranto". Ma adulti e Istituzioni rischiano di essere poco attenti ai più giovani, occupandosi delle loro esigenze, ma non sempre dei loro diritti fondamentali.
6 agosto 2011 - Lidia Giannotti

Ne sappiamo tutti qualcosa, ormai, ma si moltiplicano gli studi che provano che i danni procurati ai bambini e agli adolescenti da alcune sostanze pericolose con cui vengono a contatto, che respirano o ingeriscono, sono pesantissimi, vanno oltre quanto immaginiamo e sono in grado di segnarne tutta la vita, e addirittura di colpire le generazioni future attraverso alterazioni del patrimonio genetico.

I bambini non possono fare nulla per difendere il loro diritto di vivere in un modo sano. Sembra un argomento scontato, ma vale la pena di ricordare le nostre responsabilità e quelle delle istituzioni.

Dobbiamo concentrarci su questo, fare - ed esigere - bilanci in termini di tempo, denaro e risorse destinati in modo specifico a tutelare i bambini e la loro salute.

Intanto, a partire dal mese di settembre, la Commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza fisserà alcune sedute dedicate ai rischi per la salute dovuti all'alta concentrazione nell'aria di benzo(a)pirene - un cancerogeno di cui oramai a Taranto si sa molto - dopo l'arretramento della tutela dovuto a una "inattesa" disposizione di legge dell'estate 2010. Lo scorso inverno - dopo aver esaminato i documenti relativi alla situazione ambientale a Taranto e Trieste nel corso di un'audizione - la Commissione ha infatti deciso di svolgere un'indagine conoscitiva.
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