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12 ottobre 2011

1) DANGER GREENPEACE :"Santuario inquinato: ora basta"2)Indagini Carabinieri su Fenice di Melfi per disastro ambientale


Tratto da Flash news 24

Genova, attivisti di Greenpeace in azione per i cetacei: "Santuario inquinato: ora basta"


Greenpeace per il Santuario dei cetacei
Greenpeace per il Santuario dei cetacei
Liguria. Greenpeace in azione a Genova per difendere il Santuario dei cetacei. Una decina di attivisti dell'associazione si sono presentati, questa mattina, davanti al palazzo della Regione Liguria a Genova, sede simbolo del Santuario dei Cetacei, per chiedere al Presidente, Claudio Burlando, di salvare il Santuario. Gli attivisti hanno aperto uno striscione con il messaggio" Santuario inquinato: ora basta" e si sono incatenati a dodici bidoni con la scritta "danger"(pericolo) posizionati all'ingresso. Alcuni erano travestiti da balena.

Proprio oggi Greenpeace presenta il rapporto: Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei e denuncia la contaminazione da sostanze chimiche pericolose delle coste liguri e toscane. Secondo il rapporto, oltre il 50 per cento dei campioni esaminati è risultato positivo ai test di laboratorio. Tra le sostanze rinvenute, pericolose per la salute dell'uomo e dell'ambiente figurano metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e composti organici volatili. Critica la situazione in Liguria, con valori accertati oltre i limiti in quattro delle cinque fonti inquinanti testate.Leggi Com’è profondo il (livello di inquinamento) del Nostro mare Ligure


"Dai dati di Greenpeace, anche se preliminari e parziali, emerge un quadro molto grave che dovrebbe obbligare le amministrazioni locali e nazionali a intervenire con urgenza per salvaguardare ambiente e salute ha commentato a Greenpeace Valerio Gennaro, medico oncologo ed epidemiologo che lavora all'Istituto Tumori di Genova ed è membro di Medici per l'Ambiente (ISDE-Italia) -. In tanti anni di ricerche è sempre più evidente il legame fra la contaminazione dell'ambiente, l'insorgenza di malattie e gli enormi costi sociali ed economici associati."

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Tratto da Legambiente

29 ottobre: mobilitazione nazionale contro il carbone


Contro l'uso del carbone che inquina e minaccia pesantemente la salute dei cittadini, manifestazione nazionale nel Polesine e presidi davanti alle centrali a carbone. Il Governo punta sulle centrali a carbone per rispondere al fabbisogno energetico del Paese: la fonte fossile più climalterante e maggiormente in contrasto con la lotta ai cambiamenti climatici.
Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno rivendicato il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l'ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica, un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un "piano carbone" che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro, o addirittura la costruzione di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di investimenti, pubblici e privati, dell'ordine di 10 miliardi di euro. Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma dall'interesse di tutti e dal bene comune.
Per questo insieme a insieme a un fitto cartello di associazioni il 29 ottobre organizziamo una giornata di mobilitazione nazionale e una manifestazione contro la centrale di Porto Tolle dove Enel vuole convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW nel mezzo del parco del Delta del Po. Una scelta che va contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, a sfavore dello sviluppo territoriale, dell'agricoltura, del turismo, della pesca. Il corteo colorato e pacifico percorrerà le strade di Adria (Ro) a partire dalle ore 14,30 fino alle 16,30. La manifestazione continuerà con interventi dal palco, collegamenti con le altre piazze, spettacolo e si concluderà alle 19,30. 
Per maggiori informazioni e per firmare l'appello vai su www.fermiamoilcarbone.it.
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Il comitato Spezia via dal carbone aderisce alla manifestazione nazionale del Polesine

Il Comitato Spezia via dal carbone ha aderito all’iniziativa convidendone le ragioni sovralocali: “La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. La combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici, ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.”

Tali ragioni si coniugano coerentemente con l’azione al livello locale del comitato, che organizzerà per quella giornata il presidio spezzino condividendo le ragioni con il movimento nazionale Fermiamo il carbone. 
 

"Anche in questo quadro - afferma il comitato - risulta evidente la contraddizione che emerge dall’indisponibilità degli Enti locali liguri (con la sola eccezione di quelli genovesi per la città di Genova) e dei partiti di centrosinistra che governano ampiamente la nostra regione a pretendere con forza la dismissione del gruppo a carbone nella centrale Enel della Spezia; per non dire dell’approvazione del raddoppio di quello della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. Invitiamo i partiti che aderiscono all’iniziativa nazionale ad agire conseguentemente anche sul piano locale, eventualmente facendo proprie e sostenendo con determinazione le istanze del comitato".




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Tratto da Ansa

Rifiuti: no dati inquinamento, arrestati due dirigenti Arpab

Indagini Carabinieri su Fenice di Melfi per disastro ambientale

 

(ANSA) - POTENZA, 12 OTT - Il termovalorizzatore Fenice di Melfi (Potenza) ha inquinato le falde acquifere almeno dal 2002, ma l'Arpab non ha comunicato i dati sull'inquinamento ambientale agli enti pubblici lucani. Con le accuse di disastro ambientale e omissione di atti d'ufficio, i Carabinieri hanno eseguito due provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari, per l'ex direttore generale e per il coordinatore del dipartimento provinciale dell'Arpab, Vincenzo Sigillito e Bruno Bove. Leggi l'inquinatore di Melfi

Leggi anche su Il Quotidiano.it

Chiudere l'impianto. Dimettere gli assessori

Questa vicenda è la peggiore macchia nera che si sia mai registrata nella storia del governo della Basilicata. Una bomba ecologica è stata fatta esplodere nel nome del profitto e del peggiore colonialismo economico ai danni della popolazione del Vulture. E ad oggi né l’Arpab, né i tecnici sono in grado di poter assicurare se le acque usate in agricoltura contengano sostanze nocive. Leggi tutto

 



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