Tratto da Flash news 24
Genova, attivisti di Greenpeace in azione per i cetacei: "Santuario inquinato: ora basta"
Greenpeace per il Santuario dei cetacei
Proprio oggi Greenpeace presenta il rapporto: Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei e denuncia la contaminazione da sostanze chimiche pericolose delle coste liguri e toscane. Secondo il rapporto, oltre il 50 per cento dei campioni esaminati è risultato positivo ai test di laboratorio. Tra le sostanze rinvenute, pericolose per la salute dell'uomo e dell'ambiente figurano metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e composti organici volatili. Critica la situazione in Liguria, con valori accertati oltre i limiti in quattro delle cinque fonti inquinanti testate.Leggi Com’è profondo il (livello di inquinamento) del Nostro mare Ligure
"Dai dati di Greenpeace, anche se preliminari e parziali, emerge un quadro
molto grave che dovrebbe obbligare le amministrazioni locali e nazionali a
intervenire con urgenza per salvaguardare ambiente e salute ha commentato a
Greenpeace Valerio Gennaro, medico oncologo ed epidemiologo che lavora
all'Istituto Tumori di Genova ed è membro di Medici per l'Ambiente (ISDE-Italia)
-. In tanti anni di ricerche è sempre più evidente il legame fra la
contaminazione dell'ambiente, l'insorgenza di malattie e gli enormi costi
sociali ed economici
associati."
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Tratto da Legambiente
Contro l'uso del carbone che inquina e minaccia pesantemente la salute dei cittadini, manifestazione nazionale nel Polesine e presidi davanti alle centrali a carbone. Il Governo punta sulle centrali a carbone per rispondere al fabbisogno energetico del Paese: la fonte fossile più climalterante e maggiormente in contrasto con la lotta ai cambiamenti climatici.
29 ottobre: mobilitazione nazionale contro il carbone
Contro l'uso del carbone che inquina e minaccia pesantemente la salute dei cittadini, manifestazione nazionale nel Polesine e presidi davanti alle centrali a carbone. Il Governo punta sulle centrali a carbone per rispondere al fabbisogno energetico del Paese: la fonte fossile più climalterante e maggiormente in contrasto con la lotta ai cambiamenti climatici.
Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno rivendicato
il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l'ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica,
un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia
richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un "piano
carbone" che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie
centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro, o addirittura
la costruzione di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di
investimenti, pubblici e privati, dell'ordine di 10 miliardi di euro.
Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili.
Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate
su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma
dall'interesse di tutti e dal bene comune.
Per questo insieme a insieme a un fitto cartello di associazioni il 29
ottobre organizziamo una giornata di mobilitazione nazionale e una
manifestazione contro la centrale di Porto Tolle dove Enel vuole
convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW nel mezzo del parco del Delta del Po. Una scelta che va contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica,
a sfavore dello sviluppo territoriale, dell'agricoltura, del turismo,
della pesca. Il corteo colorato e pacifico percorrerà le strade di Adria
(Ro) a partire dalle ore 14,30 fino alle 16,30. La manifestazione
continuerà con interventi dal palco, collegamenti con le altre piazze,
spettacolo e si concluderà alle 19,30.
Per maggiori informazioni e per
firmare l'appello vai su www.fermiamoilcarbone.it.
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Il comitato Spezia via dal carbone aderisce alla manifestazione nazionale del Polesine
Il
Comitato Spezia via dal carbone ha aderito all’iniziativa convidendone
le ragioni sovralocali: “La scelta di incrementare l’uso del carbone per
la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata,
soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia
per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza
energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. La
combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la
più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di
quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici,
ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione
Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno
del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.”
Tali
ragioni si coniugano coerentemente con l’azione al livello locale del
comitato, che organizzerà per quella giornata il presidio spezzino
condividendo le ragioni con il movimento nazionale Fermiamo il carbone.
"Anche
in questo quadro - afferma il comitato - risulta evidente la
contraddizione che emerge dall’indisponibilità degli Enti locali liguri
(con la sola eccezione di quelli genovesi per la città di Genova) e dei
partiti di centrosinistra che governano ampiamente la nostra regione a
pretendere con forza la dismissione del gruppo a carbone nella centrale
Enel della Spezia; per non dire dell’approvazione del raddoppio di
quello della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. Invitiamo i partiti
che aderiscono all’iniziativa nazionale ad agire conseguentemente anche
sul piano locale, eventualmente facendo proprie e sostenendo con
determinazione le istanze del comitato".
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Tratto da Ansa
Rifiuti: no dati inquinamento, arrestati due dirigenti Arpab
Indagini Carabinieri su Fenice di Melfi per disastro ambientale
(ANSA) - POTENZA, 12 OTT - Il termovalorizzatore Fenice di Melfi (Potenza) ha inquinato le falde acquifere almeno dal 2002, ma l'Arpab non ha comunicato i dati sull'inquinamento ambientale agli enti pubblici lucani. Con le accuse di disastro ambientale e omissione di atti d'ufficio, i Carabinieri hanno eseguito due provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari, per l'ex direttore generale e per il coordinatore del dipartimento provinciale dell'Arpab, Vincenzo Sigillito e Bruno Bove. Leggi l'inquinatore di Melfi
Leggi anche su Il Quotidiano.itChiudere l'impianto. Dimettere gli assessori
Questa vicenda è la peggiore macchia nera che si sia mai registrata nella storia del governo della Basilicata. Una bomba ecologica è stata fatta esplodere nel nome del profitto e del peggiore colonialismo economico ai danni della popolazione del Vulture. E ad oggi né l’Arpab, né i tecnici sono in grado di poter assicurare se le acque usate in agricoltura contengano sostanze nocive. Leggi tutto
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