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19 dicembre 2011

Casale Monferrato: i danni ambientali e il valore della vita umana.

Tratto da Ambienteambienti
Casale Monferrato: i danni ambientali, il valore delle attività industriali e il valore della vita umana.


Il Consiglio Comunale di ha fatto una scelta importante: quella di chiudere con la propria costituzione a parte civile nel processo che si sta celebrando per la strage dell, un’azienda su cui, a Casale soltanto, pesa la responsabilità di circa 3000 persone, tra ammalati e deceduti. 
Qua’è il valore di un atto simile? Competeva moralmente al Consiglio comunale o ai cittadini? Questi avrebbero potuto decidere attraverso una pubblica consultazione sulla volontà del proprio Comune di porre fine a tale costituzione, o avrebbero potuto decidere di proseguire, credendo nella giustizia e lasciando alla stessa la chiusura di un annoso problema.
Stabilimento Eternit di Casale Monferrato

Innanzitutto è sbagliata la decisione di ritirarsi e di rinunciare per sempre al ruolo per il quale ci si era inizialmente costituiti. Poi, solo in ultima istanza, si sarebbe dovuto parlare di monetizzazione della vita umana, pesandola con attenzione ed orientandola al vero danno cagionato alla collettività e per il quale il Comune deve chiedere il giusto risarcimento. Il danno alla persona spetta alle famiglie, che hanno perso i loro cari, oltre a qualcosa di monetizzabile con riferimento solo ad alcuni aspetti. Non è mai monetizzabile, infatti, il valore della vita umana.  
Un conto economico banale porta ad evidenziare che 18 milioni di euro sono il prodotto di 3000 vittime per un valore di circa 600 euro per vita umana.
È difficile accettare questo atteggiamento, non solo il valore......


Non possiamo noi giudicare, ma senz’altro noi possiamo riflettere.... Ma riteniamo che ciò significa anticipare un giudizio finale che spetta ad altri e che magari potrà essere differente.  .....La transazione incide negativamente e sembra l’anticipazione di una pena mite per i colpevoli.
..........riteniamo che il Comune dovesse condividere i momenti difficili a fianco dei propri cittadini e non puntare al solo ristoro, fra l’altro di qualcosa di non quantificato.  .. Non si hanno certezze sul reale , come sulla gravità ed estensione dello stesso. Il passato in Italia, e purtroppo a volte anche il presente, è caratterizzato da scelte e comportamenti deprecabili ed incoscienti, a causa dei quali l’ non è ancora conosciuto realmente perché anche lo smaltimento veniva fatto di nascosto (con ciò evidenziando di conoscerne il rischio ed il costo) e violando non solo la legge, ma le principali norme, e provocando effetti indiretti di enorme gravità.
Insomma principi nobili, ma che vediamo con occhi diversi e con il terrore che possano essere estesi ad altre situazioni in Italia e nella nostra regione. 
Anche in Puglia l’inquinamento è ampio, non ancora noto, colpevole per atteggiamenti illegittimi da parte di coloro che l’hanno provocato conoscendone i rischi reali, nascondendolo e negandolo ancora oggi. 

Ma è colpevole anche un parte del sistema di potere e di controllo inefficiente o a volte complice, che ha nascosto e continua a nascondere la reale portata dei disastri ambientali. Eppure quando si dismettono o vendono gli stabilimenti, gli specialisti fanno attente valutazioni: giungono ad un valore di decremento delle attività industriali e prevedono rimborsi per i danni cagionati dalle stesse, accollandosi a volte i costi di ripristino ambientali.
Poi queste valutazioni rimangono nei cassetti una volta utilizzate a scopo economico, richiudendo negli stessi le informazioni sulla presenza degli inquinanti, sulla loro estensione, sul rischio associato. 
In quei cassetti c’è tutta la storia dei disastri annunciati e della gente che soffre, oltre alla ricchezza portata a chi era delegato a proteggerci e che ha fatto commercio della vita, della storia e della salute della povera gente.
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