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09 gennaio 2012

Denuncia di Greenpeace:“Il santuario dei cetacei è inquinato”

Altro tassello da aggiungere al

" PENSIERINO di INIZIO  2012"

Tratto da  Articolo tre

Mar Tirreno: Arriva la denuncia di Greenpeace: “Il santuario dei cetacei è inquinato”

Pubblichiamo un pezzo del giornalista Gianni Lannes comparso sul suo blog ”Su la Testa”. Un’inchiesta sull’inquinamento di una delle oasi dei cetacei più importante d’Italia che sarebbe purtroppo solo la “punta dell’iceberg” .....di un numero impressionante di scandali.

- Gianni Lannes-  8 gennaio 2012- Rifiuti chimici, scorie radioattive, scarti petroliferi, bombe inesplose, siluri attivi, ordigni Nato: nell’Alto Tirreno – compreso l’omologo Basso, come nell’Adriatico e nello Jonio – abbonda sui fondali l’armamentario proibito, vietato da leggi e normative nazionali e comunitarie. I pescatori da tempo denunciano inascoltati rischi e pericoli concreti, ma le autorità non muovono un dito.....Continua....
Guerrieri dell’arcobaleno 
Il 12 ottobre 2011 una decina di attivisti di Greenpeace sono entrati in azione al palazzo della regione Liguria a Genova, sede simbolo del Santuario dei Cetacei, per chiedere al Presidente Burlando di salvare il Santuario.  Due attivisti travestiti da balena, hanno portato i messaggi SOS SANTUARIO e CERCO CASA.  Greenpeace ha presentato il rapporto: “Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei” denunciando con nuovi dati la contaminazione da sostanze chimiche pericolose delle coste liguri e toscane.  

Diamo i numeri. Oltre il 50 per cento dei campioni esaminati è risultato positivo ai test di laboratorio. Tra le sostanze rinvenute, pericolose per la salute dell’uomo e dell’ambiente: metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e composti organici volatili. Critica la situazione in Liguria, con valori accertati oltre i limiti in quattro delle cinque fonti inquinanti (hot spot) testate. Presso l’acciaieria Ilva di Genova, ad esempio, cadmio e zinco superano la soglia di riferimento così come il triclorometano e il tetracloroetilene, due composti organici cancerogeni. Anche in Toscana i dati non sono positivi con quattro hot spot su sei campionati oltre i limiti di riferimento. «Dai dati di Greenpeace, anche se preliminari e parziali, emerge un quadro molto grave che dovrebbe obbligare le amministrazioni locali e nazionali a intervenire con urgenza per salvaguardare ambiente e salute – commenta il Dottor Valerio Gennaro, medico oncologo ed epidemiologo che lavora all’Istituto Tumori di Genova e membro di Medici per l’Ambiente  (ISDE-Italia)
In tanti anni di ricerche è sempre più evidente il legame fra la contaminazione dell’ambiente da sostanze chimiche pericolose, l’insorgenza di malattie e gli enormi costi sociali ed economici associati». Elevati i livelli di idrocarburi policiclici presso le aree portuali.


Ad esempio, la concentrazione di benzo(a)pirene – una sostanza cancerogena – riscontrata nel sedimento prelevato al porto di Piombino è 90 volte superiore al limite di riferimento. Anche nei pressi dell’acciaieria di Piombino si rivela la presenza di IPA, di cui tre composti in quantità doppia rispetto la soglia, e di alcuni metalli pesanti, come arsenico e zinco. Gli stessi metalli insieme al benzo(a)pirene (con valori due volte oltre la soglia) sono stati rilevati a Vado Ligure, presso la foce del torrente Segno, all’Oasi dei Germani, non lontano da una località balneare.
(nota:leggi  anche sul Nostro  BLOG   Com’è profondo il (livello di inquinamento) del Nostro mare Ligure  con i valori alla foce del Torrente Quiliano; nella sottostante immagine il valore degli IPA)
Lo riportiamo perché è particolarmente interessante quel numerino (53,7) in alto, accanto alla linea rossa: significa che, se questa linea fosse stata riprodotta interamente per il valore riportato, sarebbe occorso un foglio TRE VOLTE PIU’ GRANDE di quello previsto per il diagramma.E naturalmente vi invitiamo ancora una volta ad osservare dove sta la linea orizzontale, prossima allo zero quella dei limiti previsti dalla legge.

Da anni Greenpeace monitora lo stato di salute del Santuario denunciandone il crescente degrado.Dopo l’allarme “Sogliole tossiche nel Santuario dei Cetacei: non ingerire”, lanciato ad agosto 2010, il rapporto “Veleni a galla” conferma l’inattività delle Regioni e del Ministero dell’Ambiente. «Quasi due anni fa, dal Salone Nautico di Genova, abbiamo chiesto alle Regioni di intervenire per salvare il Santuario – ricorda Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Se Liguria, Toscana e Sardegna vogliono davvero tutelare il Santuario, devono smetterla di rimpallare la responsabilità al Ministero dell’Ambiente e impegnarsi subito a definire entro giugno 2012 piani di monitoraggio e misure restrittive per mitigare e, laddove possibile, eliminare le cause principali di degrado, come l’inquinamento. Altrimenti dovremo pensare che non sono interessate a proteggere le balene, né la salute e l’economia dei propri cittadini».

Pesci tossici - Le sogliole che nuotano nel Santuario dei Cetacei sono tossiche. Contengono metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e Bisfenolo A. Tutte sostanze pericolose per la salute. Il Santuario dei Cetacei, o Santuario Pelagos, è nato circa 12 anni fa per proteggere un ecosistema particolare dove vivono numerosi mammiferi marini come balenottere, capodogli, stenelle e tursiopi (della famiglia dei delfini), ma si è subito rivelato una creatura fragile, una riserva “sulla carta” che in realtà è funestata da inquinamento e traffico marino.

 Ora si è voluto vedere cosa accade ai pesci. Si sono scelte le sogliole per vari motivi. Innanzitutto conducono una vita stanziale, a contatto con i fondali marini fangosi e quindi sono un ottimo bioindicatore, ovvero permettono di valutare la qualità dell’ambiente in cui vivono. In secondo luogo, sono un importante anello della catena alimentare. Di sogliole si nutrono i cetacei, ma anche noi, esseri umani, ne apprezziamo la carne delicata, tanto che la sogliola è tra i pesci che vengono consigliati per lo svezzamento dei bambini. Da giugno a luglio scorsi sono stati prelevati 31 campioni di questo pesce in 5 aree: Viareggio, Livorno, Lerici, Genova e Civitavecchia. Le prime quattro si trovano all’interno del Santuario, l’ultima invece si trova poco fuori del margine meridionale dell’area. Le sogliole sono state poi inviate per l’analisi al dipartimento di scienze ambientali dell’università di Siena. Tutti i campioni sono contaminati da metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e Bisfenolo A. In alcuni casi, metalli e idrocarburi hanno raggiunto concentrazioni al di sopra dei limiti di legge. Ma di quali sostanze stiamo parlando? Gli idrocarburi policicli aromatici (IPA) si trovano naturalmente nel carbon fossile e nel petrolio, ma si possono anche produrre ad esempio bruciando combustibile fossile, legname, rifiuti....  Gli IPA sono tanti, ma 16 di essi sono stati inseriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra i principali inquinanti dell’ambiente.

Tra questi, ce ne sono alcuni che lo Iarc (International Agency for Research on Cancer) ha classificato come “probabili cancerogeni per l’uomo”, mentre uno, il benzo(a)pirene, è stato riconosciuto come sicuramente cancerogeno per l’uomo. Il Bisfenolo A (BPA) è usato per la produzione di plastiche. Molti studi hanno dimostrato che ha effetti cancerogeni e effetti neurotossici, tanto che alcune industrie lo hanno eliminato dai prodotti, soprattutto quelli destinati ai bambini. Infine, i metalli pesanti. Nelle sogliole analizzate ne sono stati trovati tre: piombo, cromo e mercurio. Il piombo è tossico per il sistema nervoso. Il cromo è in grado di causare diversi effetti sulla salute umana, da reazioni allergiche a problemi respiratori, fino a indurre cancro ai polmoni. Il mercurio è dannoso sia per il sistema nervoso centrale che per i reni. Sicuramente il campione di sogliole preso in esame dalla ricerca di Greenpeace è piccolo, ma ci dà comunque un’indicazione importante. Soprattutto perché quei pesci provengono da un’area che dovrebbe essere protetta. Il Santuario dei cetacei è nato da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per preservare questo ecosistema e gli animali che lo abitano. Ma secondo le recenti stime dell’Istituto Thetis, la mortalità dei cetacei è in aumento.......


Leggi l’articolo completo su http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/

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