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Il carbone pulito non esiste.
Il carbone è radioattivo.
Il carbone pulito non esiste. Il carbone è radioattivo.
"Il 90% degli elementi radioattivi emessi dalle centrali a carbone è costituito dal 210Polonio e dal 210 Piombo.
Il primo impiega più di quattro mesi a dimezzare la propria radioattività, il secondo 22 anni. Il che significa che quando una particella di 210-Piombo, trasportata dalle polveri emesse dalle centrali, si deposita nei polmoni o in qualsiasi parte del nostro organismo, irradierà le nostre cellule per buona parte della nostra vita.
Il primo impiega più di quattro mesi a dimezzare la propria radioattività, il secondo 22 anni. Il che significa che quando una particella di 210-Piombo, trasportata dalle polveri emesse dalle centrali, si deposita nei polmoni o in qualsiasi parte del nostro organismo, irradierà le nostre cellule per buona parte della nostra vita.
Secondo
uno studio dell’agenzia per la protezione dell’ambiente e per i
servizi tecnici (APAT), la via principale di ingresso nell’organismo
umano delle sostanze radioattive emesse dalle centrali a carbone è
l’ingestione, cioè l'alimentazione, che complessivamente rappresenta il
78 - 98% di tutte le possibili vie di contaminazione, se si utilizzano,
secondo alcuni modelli di simulazione, solo prodotti locali.
I prodotti alimentari più significativi ai fini della valutazione della dose di radiazioni sono i cereali e gli ortaggi."
I prodotti alimentari più significativi ai fini della valutazione della dose di radiazioni sono i cereali e gli ortaggi."
18 ottobre 2009 - Maurizio Portaluri (Medicina Democratica)
Nell'ottica
di una capillare informazione riportiamo da un sito di "Agenda 21"
della Regione Puglia , uno studio sulla radioattivita' del carbone :è
un articolo lungo ma merita sicuramente la nostra attenzione.
Per stimolarne la lettura vi antecipiamo una delle conclusioni :
In queste condizioni il problema della valutazione dei flussi di radioattività conseguenti all'esercizio delle centrali a carbone diviene di particolare interesse dal momento che in particolari condizioni metereologiche il pennacchio della centrale potrebbe raggiungere anche altezze notevoli. In tal caso i materiali volanti potrebbero coprire distanze molto grandi prima della ricaduta, determinando un contributo non solo a livello locale ma anche su scala globale.Leggi lo studio tratto da" Agenda 21 della terra d'Arneo"
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