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15 gennaio 2012

1)DA STRASBURGO UNA BOCCATA D’OSSIGENO E FORSE 2)REGOLARE I CONTI CON LA NATURA:EFFETTO SENECA



Leggi su Trucioli Savonesi
 
DA STRASBURGO UNA BOCCATA D’OSSIGENO E FORSE…..
DI DIFESA DI UN PERDUTO  DIRITTO !!!!!!!!
A Savona manca l’ossigeno. 
Le ultime vicende circa l’approvazione dell’ampliamento della centrale a carbone, hanno portato i numerosi abitanti della Provincia di Savona, che da anni si oppongono alla combustione del carbone e alla conseguente “pandemia silenziosa” causata dalle emissioni nocive della stessa, ad avere la triste conferma dell’incapacità delle forze politiche a farsi carico delle problematiche del loro territorio.
Forse una nuova bombola d’ossigeno c’è !!!!
La Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, in questi giorni ha condannato l’Italia per la vicenda dei rifiuti in Campania.
In un primo momento può apparire estraneo alla vicenda legata all’inquinamento della centrale a carbone di Vado, ma così non è.
Questo fatto, infatti, apre le porte ad altri ricorsi per I'inquinamento dove le autorità italiane, come hanno fatto a Napoli, hanno violato il diritto al rispetto della vita e alla salute.
Leggi il molto interessante articolo di Antonia Briuglia
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Stralcio da Come Don Chisciotte
REGOLARE I CONTI CON LA NATURA
DI ANTONIO TURIEL
Effetto Cassandra


Cari lettori,
un mio collega di laboratorio di tanto in tanto realizza campagne oceanografiche in Antartide. Al ritorno mi ha raccontato molte storie sul suo viaggio, e mi ha detto:Sai, la cosa peggiore non è che ogni volta ci sia più mare libero. Vent'anni fa gli iceberg erano bianchi, ora sono azzurri.” Risposi:Già”,

Il colore del ghiaccio indica la quantità di aria che si trova intrappolata al suo interno; nella misura in cui il ghiaccio resta intrappolato a maggior profondità ed è sottoposto a maggior pressione, l'aria tende a fuoriuscire ed il ghiaccio diventa sempre più azzurro. Quegli iceberg che aveva visto il mio collega erano di ghiaccio vecchio, probabilmente molto vecchio, ghiaccio che non aveva visto la luce del Sole da molto tempo, probabilmente da secoli. Lavorando in ciò in cui lavoro trovo molto scioccante sentire le urla ostinate del negazionismo climatico, poiché giorno dopo giorno i miei colleghi mi raccontano delle loro campagne di lavoro, o quelle dei loro colleghi, con una copertura pressoché globale.

Raccontano che i clatrati dei fondali marini in alcune zone stanno evaporando, che le specie di pesci ed insetti tropicali si stanno spostando a latitudini più alte, che nelle specie di pesci presso le quali il sesso viene determinato dalla temperatura si osserva una sproporzione di femmine, che le temperature del Polo Nord e della Groenlandia superano di 8 gradi la media del XX secolo in modo costante, che la maggior parte dei ghiacciai della Groenlandia stanno accelerando la perdita di ghiaccio e il fronte degli stessi retrocede, che la calotta di ghiaccio dell'Artico è sempre più sottile, che si cominciano a vedere terre libere da ghiaccio in Antartide durante l'estate australe...

E questo senza tener conto di effetti più sottili come l'aumento dell'evaporazione e del suo possibile collegamento con l'aumento di eventi estremi (precipitazioni più intense in certi luoghi e, paradossalmente, siccità più pronunciate in altri, a seconda dei capricci della circolazione atmosferica generale). Se c'è qualcosa di evidente, questo è che si sta verificando un cambiamento del clima veloce e su larga scala, di una ampiezza maggiore di quello che ci mostrano i registri dell'ultimo milione di anni (escludendo le glaciazioni che sono di segno contrario) e, per quanto insensatamente possano insistere i negazionisti, scollegato dai cicli dell'attività solare.

Ugo Bardi osserva che certi effetti indesiderati dell'attività industriale lasciano un pesante fardello alla società, sotto forma di inquinamento – inteso in senso ampio, come ora vado a spiegare. Questo fardello è inizialmente leggero, irrilevante, e la società può farvi fronte facilmente, la maggior parte delle volte ignorandolo.
Tuttavia il suo effetto è generalmente cumulativo, per cui la sua presenza finisce per essere generalizzata e alla fine la società deve dedicare sempre maggiori risorse per tenerlo a bada. Nel momento in cui la società entra in una fase di declino energetico causata dall'arrivo del Picco del Petrolio e del Peak Everything (la Grande Scarsità) il contenimento degli effetti di questo inquinamento è letteralmente una necessità vitale, ma in questo momento la scarsità di risorse mette la società di fronte ad un crudele dilemma: o destina risorse per rimediare – o, per meglio dire, mitigare – il disastro precedente e quindi diminuisce ancora di più la propria capacità produttiva o ignora il problema dell'inquinamento come ha sempre fatto e quindi questo, di proporzioni già gigantesche, chiederà il suo pedaggio di vite umane e infrastrutture distrutte.

In entrambi i casi il risultato è un declino della società più brusco di quanto previsto dagli stessi modelli che predicono l'esaurimento delle risorse. È ciò che Bardi chiama effetto Seneca.

La conseguenza più immediata dell'effetto Seneca è che il collasso della società è molto più probabile di quanto si possa pensare, tenendo in considerazione che il discorso implicito di questa società è che le questioni ambientali sono secondarie.
A questo punto è importante chiarire una cosa: è vero che i nostri leader si riempiono la bocca con la necessità di rispettare l'ambiente, cosa di cui la lotta ai cambiamenti climatici è diventata una bandiera. Analogamente i nostri mezzi di comunicazione ripetono monotonamente che dobbiamo proteggere l'ambiente e promuovono campagne di sensibilizzazione basate su piccoli gesti in suo favore. Il che va molto bene, ma è ampiamente insufficiente rispetto a quello che si dovrebbe fare. Tuttavia, quando si arriva al momento di essere seri, quando si dovrebbero adottare le misure drastiche e decidere, per esempio, di ridurre drasticamente il volume di emissioni della CO2, allora i discorsi si riempiono di frasi vuote e alla fine non si fa nulla.
Perché? 
È già stato spiegato in un post precedente: per scarsa lungimiranza e per timore di compromettere la crescita economica, che è il Sancta Sanctorum dell'agenda politica.
La nostra strategia animale, come specie e come individui, ci porta a restare a guardare i pericoli concreti che esistono, aspettando che i pericoli futuri diventino presenti, prima di reagire, senza cercare di capire che quando questi si presenteranno alla nostra porta, la loro grandezza ci travolgerà e ci fagociterà.


La gestione dell'acqua 
 
I problemi di inquinamento ambientale sono abbastanza gravi e tutti richiedono un sistema di monitoraggio e mitigazione per evitare che abbiano un impatto non solo sociale, ma anche economico, nella nostra società. Si segnala in particolare il trattamento dell'acqua, poiché l'acqua è veicolo per la dispersione di sostanze su larga scala e un vettore perfetto per via dell'ingestione diretta o indiretta nell'organismo delle persone. I nostri sistemi di potabilizzazione dell'acqua per il consumo umano e per l'irrigazione, richiede grandi quantità di energia. 
In parte frutto della nostra attività industriale, i nostri fiumi sono più inquinati e bisogna mettere in atto controlli speciali e trattamenti per eliminare le sostanze tossiche, prima che arrivino in qualsiasi punto della catena trofica e non solo all'acqua potabile. Problemi ricorrenti dell'inquinamento dell'acqua sono la presenza di arsenico a causa del sovrasfruttamento delle falde acquifere, di metalli pesanti come cadmio, zinco, piombo e mercurio provenienti dall'attività industriale, di purine a causa delle attività di allevamento, delle diossine di diversa provenienza e della presenza, di per sé naturale, di batteri ed altre sostanze.
Nella misura in cui il declino energetico vada lasciando meno risorse energetiche disponibili, saranno richiesti più soldi alla popolazione, finché, ad un certo punto, tali servizi non saranno più forniti su larga scala.
Il non trattamento dell'acqua moltiplicherà i problemi di salute della popolazione, che in certe occasioni saranno molto gravi, il che obbligherà a deviare altre risorse per la cura dei malati e diminuirà la mano d'opera disponibile.
A causa della concentrazione dei problemi intorno alla installazioni industriali, le grandi città e le popolazioni molto industrializzate si vedranno particolarmente minacciati da questo problema, il quale sicuramente comporterà una crescente sensazione di insalubrità per il fatto di vivere in questi luoghi e che una parte crescente della popolazione li abbandoni, accelerando il declino della società.....



 Tratto da UgoBardiblogspot

Vi siete mai chiesti come mai, quando le cose vanno male, vanno male così alla svelta? 
Beh, adesso possiamo  attribuirlo all' "Effetto Seneca". 
Cosa c'entra Seneca? Beh, era lui che aveva detto:
"La crescita è lenta ma la rovina è rapida"   
in una delle sue lettere al suo amico Lucilio. 
  Cosa penserebbe Seneca se potesse vedere come stiamo mettendo in pratica questa sua idea a livello planetario. .......?

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