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21 gennaio 2012

Sos Salute:Doctors for the Environment contro le biomasse di Tirreno Power e il carbone

Tratto  da Agora vox.it

Doctors for the Environment contro le biomasse   di Tirreno Power e il carbone: SOS salute



No, bio, almeno in questo caso, non è sinonimo di biologico quanto dell’ennesima fregatura ai danni dei cittadini italiani più creduloni, quelli convinti che bruciare scarti di varia e dubbia provenienza sia come usare un po’ di legna nel camino di casa, come dire che un termovalorizzatore sia un’innocua stufetta.
Per fortuna non tutti abboccano “sulla parola” ed in particolare le donne di “Se non ora quando?” di Allumiere, le quali dalla collina hanno un osservatorio unico su uno dei siti italiani più noti per mix di inquinanti, dal carbone all’olio combustibile al gas: l’area compresa tra Civitavecchia e Montalto di Castro.
Parliamo di un polo energetico con tre centrali termoelettriche, il più grande porto crocieristico europeo per numero di passeggeri e depositi costieri di oli e carburanti. .....


E adesso "Se non ora quando?" fa scattare un nuovo allarme su una quasi certa riconversione a biomasse di un gruppo, fermo da anni, della centrale elettrica di Torre Valdaliga Sud (TVS) di Tirreno Power (società partecipata da Sorgenia e dalla francese GDF Suez), che potrebbe essere foriera di un’altra disgrazia annunciata: la discarica rifiuti di Roma.
Per vederci chiaro, il movimento ha organizzato il convegno "Dopo il carbone pulito le biomasse?" al quale hanno fornito il necessario supporto scientifico tre medici: Fulvio Floccari, nefrologo presso l’Ospedale San Paolo dell’Asl RMF, Giovanni Ghirga,pediatra presso lo stesso ospedale e Mauro Mocci, medico di base.
Sia Mocci che Ghirga sono anche esponenti apprezzati della sezione italiana dell’International Society of Doctors for the Environment, ovvero i Medici per l’ambiente, da anni impegnati a “stimolare e sollecitare l'impegno dei medici a promuovere e proteggere la salute tramite la salvaguardia e il miglioramento dell’ambiente”In una sala molto affollata, il dottor Floccari si è soffermato su due aspetti: l’insostenibilità ambientale di una nuova fonte d’inquinamento e l’illusione delle biomasse come energia rinnovabile.
Ne è venuta fuori una storia complessa che inizia nel 1999 ............ Sopraggiunge nel 2011, un decreto del Ministero dell’Ambiente che rinnova l’autorizzazione solo per i moduli turbogas ma decreta la dismissione e lo smantellamento del 4° gruppo.
E’ a questo punto che la vicenda si arricchisce di due nuovi particolari: il ricorso al TAR di Tirreno Power contro la decisione e le famose biomasse”. Ed è proprio il primo cittadino di Civitavecchia, Gianni Moscherini, a parlare nel novembre scorso di un progetto di Tirreno Power (mai presentato alla città) che prevede la possibilità di bruciare biomasse (provenienti addirittura dall’Australia). Cerca conforto il sindaco presso ASL e Ministeri, affermando che “solo se ci dovessero garantire che l'impianto non avrebbe un impatto negativo sulla qualità dell'aria, allora potremmo discuterne”.


Si chiede a questo punto il dottor Floccari quale ente pubblico possa affermare che bruciare biomasse non peggiori una situazione già critica per la salute degli abitanti del comprensorio.


Ma cosa sono le biomasse e perché è un combustibile pericoloso? Il dottor Floccari cita il Decreto legislativo 387 del 2003, sulla “promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità”. In modo alquanto ingannevole si annoverano così tra le rinnovabili le biomasse: “La parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Ma è davvero roba così innocua? No...... 

Altro che rinnovabile, qui ci sono emissioni di polveri ultrasottili e diossine. E le diossine appartengono ai composti classificati come cancerogeni (gruppo 1), che si accumulano nei grassi animali sono insolubili in acqua, sfuggono ai filtri. 
E non è finita qui, perché gli interventi dei due medici della sezione italiana di ISDE, Ghirga e Mocci, fanno luce anche sulla situazione epidemiologica. 
In particolare il dottor Ghirga sottolinea come le aziende siano molto abili nel produrre dubbi nell’opinione pubblica quando, ad esempio, parlano di “carbone pulito”, dimenticando che la realtà invece fornisce dati allarmanti per la salute umana. 


Ad esempio, dalla combustione di biomasse vengono emesse polveri di diametro inferiore ai 2.5 micron (PM2.5) che penetrano nel polmone causando ogni anno, solo in Europa, 348.000 morti premature e 100.000 casi di ricoveri ospedalieri per cause respiratorie o cardiovascolari. Senza dimenticare che nei fumi si ritrovano 5 gruppi di sostanze riconosciute come cancerogene da IARC (il Centro internazionale per la ricerca sul cancro).
E il cancro è in aumento in Italia del 2%, come dimostra l’incidenza di linfomi o sarcomi in aree che si trovano a diretto contatto con inceneritori. Così, mentre i ricavi sono appannaggio delle imprese che producono energia da fonti fossili o fatte ritenere rinnovabili, come le biomasse, gli elevati costi sociali ed economici sono a carico delle famiglie e dello Stato.
E allora dov’è tutta questa convenienza se poi il conto da pagare è così salato? Si calcolano in addirittura 200 milioni di euro i costi per mortalità e morbilità dopo 25 anni di attività di una sola centrale a carbone. Tocca infine al dottor Mocci tracciare quella che lui stesso definisce la “fotografia di un disastro”, perché quasi nessuno informa i cittadini di un dato ormai consolidato e provato: una percentuale compresa tra il 70 e il 90 % dei tumori è determinata da fattori ambientali.
Eppure nessuno sembra apprezzare gli allarmi che provengono dal mondo medico.......Leggi l'articolo integrale

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