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25 marzo 2012

1)Il mio carbone? E' differente 2))Coal Rush.La corsa al carbone che uccide l'America.


Leggi su Savona news

Il mio carbone? E' differente

In Puglia Repubblica massacra la centrale a

carbone ENEL di Cerano (Brindisi). Farà lo stesso con quella di Vado Ligure, ampiamente partecipata dal suo editore (CIR) attraverso Sorgenia?

Al momento pare di no.

Riportiamo da Repubblica.it una bella inchiesta di Sonia Gioia.

"Coltivazioni proibite vicino alla centrale

L'ombra del carbone sui terreni contaminati.

Quattrocento ettari avvelenati da arsenico, berillio e altri metalli pesanti. Sono le aree agricole a ridosso della grande centrale termoelettrica Federico II di Cerano, a pochi chilometri da Brindisi. Ora un'inchiesta della procura salentina cerca di accertare la responsabilità dell'impianto nell'inquinamento delle terre. La perizia disposta dai pm non lascia dubbi: "E' la principale via di contaminazione". .....

Le stesse conclusioni a cui giunge l'equipe di ricercatori ai quali nel 2009 il Comune di Brindisi aveva commissioanto un'analisi di rischio, effettuata dall'Università del Salento e Arpa Puglia. Le analisi su prelievi e campionamenti rilevano la presenza di metalli pesanti nell'area, stigmatizzando come pericolosa per la salute dei coltivatori l'esposizione superiore ai sei mesi all'anno. Lo studio conclude individuando come "fonte potenziale più probabile" delle emissioni "la centrale Enel Federico II, con particolare riferimento alla gestione del carbonile".

Continua  a leggere  il molto interessante articolo su Savona News

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Tratto da La Repubblica

Coal Rush.La corsa al carbone che uccide l'America.


"Un film sull'America remota e poco setacciata dai media, una storia di monopolio dell'industria carbonifera nel cuore degli Appalachi, dove gli uomini e i luoghi diventano immensi come le montagne che li circondano". Per raccontare il loro documentario, Coal Rush, i registi Lorena Luciano e Filippo Piscopo partono dalla Green America, la terra del "progresso verde"contaminata dalla speculazione e dal malaffare delle grandi corporation, come la compagnia Massey Energy, accusata di aver inquinato le acque della Virginia Occidentale.
Tutto è cominciato da una notizia al telegiornale: tredici minatori rimasti intrappolati in una miniera della West Virginia, a Sago......
Appena tornati a New York, i due filmmaker cominciano a fare ricerca sulle miniere negli Stati Uniti. Prendono atto che gli USA dispongono dei più grossi giacimenti di carbone al mondo (secondo posto Russia, terzo Cina) e che quasi il 50% dell'energia americana dipende dal carbone. Adesso la percentuale si è abbassata al 42%, grazie anche alla nuova amministrazione Obama che incentiva le energie rinnovabili. "Una volta arrivati in West Virginia, abbiamo capito subito che il film che avremmo girato doveva raccontare lo stridere di questi luoghi incantati, in contrasto con la barbarie perpetrata dall'industria carbonifera".
Il viaggio nei meandri del capitalismo sfocia nel crudo, e poco garantito, diritto alla salute. Ma "Coal Rush", che il 29 marzo sarà proiettato in anteprima al Landmark Midtown Art Cinema di Atlanta, è anche un ritratto dei vizi di certe corazzate
Lorena Luciano: "La realizzazione di questo film ci ha permesso di avvicinarci ad una realtà sociale di cui spesso nemmeno il cittadino medio americano è a conoscenza. Più che di diritto alla salute qui si tratta di un diritto umano fondamentale, quello all'acqua potabile, negato a un'intera comunità per decenni. Questa tragedia ambientale e umana poteva essere evitata con l'assunzione delle debite misure di smaltimento dei rifiuti tossici da parte di una compagnia che invece ha messo i profitti davanti a tutto. In America, come in Italia, le grandi compagnie rappresentano un grosso introito per le casse dello stato, che spesso chiude un occhio sui costi ambientali della grande industria. Inutile citare la diossina a Marghera o l'amianto di Casale Monferrato"...(Omissis)
 
La vicenda avrà un nuovo inizio con "Coal Rush"?
Filippo: "Dal punto di vista legale, no, perché le parti hanno raggiunto un accordo extra-giudiziale, quindi il caso é chiuso

 Dal punto di vista umano, questo film ha un grande significato emotivo per i nostri personaggi che hanno lottato sette anni contro un gigante dell’energia.  
Ci vuole forza, audacia e una grande perseveranza per non farsi intimorire, e questo film è la testimonianza del loro coraggio".
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