E ARRIVA IL MOMENTO CHE....... I NODI GIUNGONO AL PETTINE.
Leggi su Peacelink
Lettera aperta
Clini ritiri l’AIA di Ilva e Sebastio indaghi su Commissione IPPC
Vendola, Florido e Stefàno soltanto ora invocano la riapertura dell’AIA
12 marzo 2012 - Biagio De Marzo (Presidente Altamarea)
Sulla vicenda dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’Ilva di Taranto il 4 agosto 2011 dal Ministro dell’epoca Stefania Prestigiacomo si è scatenata una retromarcia impudica. Apprendiamo che il Presidente della Regione Nichi Vendola, il Presidente della Provincia Gianni Florido ed il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, applauditi da sindacati, confindustria, forze politiche di destra, centro e sinistra, hanno chiesto all’attuale Ministro Corrado Clini di riconsiderare l’AIA..........
Noi esortiamo con forza il Ministro Clini di guardarsi dagli appelli “pelosi”. Tutti, tranne noi, plaudirono entusiasti al rilascio dell’AIA, salvifico per Taranto e tarantini, avvenuto con il loro contributo determinante mentre ora, a caccia di verginità elettoralistiche, diventano pseudo difensori della salute dei cittadini.
Essi hanno permesso il rilascio di un’autorizzazione abnorme e inefficace per l’assenza di vere prescrizioni atte a ridurre effettivamente il nefasto inquinamento emesso dagli impianti Ilva.
Grazie alla regia del Dirigente ministeriale, Responsabile Unico del Procedimento e realisticamente “pilotato” dal ministro Prestigiacomo, essi hanno approvato con gli altri il “Parere istruttorio conclusivo” elaborato dalla Commissione IPPC, nominata dallo stesso ministro Prestigiacomo. Essi hanno ignorato osservazioni, prescrizioni e allarmi contenuti nei documenti presentati ufficialmente dal “pubblico interessato” durante i quattro anni di traccheggio sull’AIA, rilasciata solo quando è diventata un must senza il quale era impossibile per Ilva ottenere i finanziamenti europei richiesti.
I lavori della Conferenza dei Servizi continuarono senza “pubblico interessato” estromesso d’autorità.
A conclusione dei lavori durati oltre 7 ore, “La Conferenza all’unanimità delibera di aggiornare i propri lavori, dando mandato alla Commissione IPPC di esaminare puntualmente, entro trenta giorni, quanto concordato in corso di seduta, eventualmente aggiornando il parere istruttorio conclusivo”.
Tale impegno fu disatteso nei tempi e nei contenuti; AltaMarea ribadì a Vendola, Florido, Stefàno e Miccoli “la propria posizione sull’inqualificabile operato della Commissione e delle sue lungaggini. Tale operato, di fatto, ha permesso e permette ad Ilva di continuare a gestire gli impianti senza apportare riduzioni effettive dell'enorme carico inquinante che grava sulla città e sui lavoratori addetti provocando direttamente o indirettamente danni alla salute.”
Nella tarda mattinata di martedì 28 giugno 2011, nella sede del Consiglio Regionale, ci fu l’incontro tra una rappresentanza di AltaMarea e Vendola, Nicastro, Cervellera, Mazza e Antonicelli (dirigente regionale): fu assicurato l'impegno ad adoprarsi in sede di CdS per ottenere un’AIA che riducesse il carico inquinante complessivo attraverso prescrizioni dettagliate ed introducesse controlli severi e sanzioni esemplari e pesanti in caso di trasgressioni.
Il 29 giugno 2011 AltaMarea chiese al Ministero di partecipare alla CdS del 5 luglio “in osservanza della Direttiva Comunitaria nr. 96/61 modificata dalla Direttiva Comunitaria nr. 2003/35, che, recependo i principi sanciti dalla Convenzione di Aarhus del 1998, ha stabilito il diritto ed accesso del pubblico alle informazioni, il diritto del pubblico ad influenzare le decisioni, nonché il diritto ed accesso alla giustizia, al fine di favorire la partecipazione del pubblico con l’impegno dell’Autorità competente ed in ossequio dell’art. 118, ultimo comma della Costituzione”. “Altamarea è un’associazione regolarmente costituita, nel rispetto del codice civile e della legge 383/2000, e, nella fattispecie, ha la qualifica di “pubblico interessato”.
Il 4 luglio 2011 AltaMarea comunicò, anche via fax, a Ministero, Regione, Provincia e Comuni di Taranto e Statte i 10 punti irrinunciabili per il rilascio dell’AIA..........
Al “pubblico interessato” non fu consentito di partecipare alla
riunione della Conferenza dei Servizi decisoria del 5 luglio 2011. La
Commissione IPPC, che non aveva esaminato puntualmente né si era
espressa in merito alle nostre osservazioni e punti irrinunciabili,
presentò un “parere istruttorio conclusivo” ancora peggiore del
precedente. ......Con il consenso dei rappresentanti di Regione Puglia,
Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte, la CdS approvò
l’irricevibile “Parere istruttorio conclusivo” che il ministro
Prestigiacomo fece proprio con il decreto del 4 agosto 2011.
Sulla vicenda dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’Ilva di Taranto il 4 agosto 2011 dal Ministro dell’epoca Stefania Prestigiacomo si è scatenata una retromarcia impudica. Apprendiamo che il Presidente della Regione Nichi Vendola, il Presidente della Provincia Gianni Florido ed il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, applauditi da sindacati, confindustria, forze politiche di destra, centro e sinistra, hanno chiesto all’attuale Ministro Corrado Clini di riconsiderare l’AIA..........
Noi esortiamo con forza il Ministro Clini di guardarsi dagli appelli “pelosi”. Tutti, tranne noi, plaudirono entusiasti al rilascio dell’AIA, salvifico per Taranto e tarantini, avvenuto con il loro contributo determinante mentre ora, a caccia di verginità elettoralistiche, diventano pseudo difensori della salute dei cittadini.
Essi hanno permesso il rilascio di un’autorizzazione abnorme e inefficace per l’assenza di vere prescrizioni atte a ridurre effettivamente il nefasto inquinamento emesso dagli impianti Ilva.
Grazie alla regia del Dirigente ministeriale, Responsabile Unico del Procedimento e realisticamente “pilotato” dal ministro Prestigiacomo, essi hanno approvato con gli altri il “Parere istruttorio conclusivo” elaborato dalla Commissione IPPC, nominata dallo stesso ministro Prestigiacomo. Essi hanno ignorato osservazioni, prescrizioni e allarmi contenuti nei documenti presentati ufficialmente dal “pubblico interessato” durante i quattro anni di traccheggio sull’AIA, rilasciata solo quando è diventata un must senza il quale era impossibile per Ilva ottenere i finanziamenti europei richiesti.
La conclusione della procedura di rilascio dell’AIA a Ilva Taranto
Il punto sul rilascio dell’AIA a Ilva fu fatto nella Conferenza dei
Servizi del 22 febbraio 2011 presso Minambiente. AltaMarea, in qualità
di “pubblico interessato”, presentò la relazione generale concordata con
6 associazioni e comitati della provincia di Taranto e accompagnata da
specifiche relazioni di dettaglio. La conclusione di quella
argomentatissima relazione fu: “Analizzato alla luce del D.Lgs 59/05,
della “Guida alla compilazione della domanda di Autorizzazione
Integrata Ambientale” rev. febbraio 2006 e del DM 7 febbraio 2007 del
Ministro dell’ambiente, il Parere IPPC edizione 2010 è erroneo,
ingannevole, inidoneo e del tutto inadeguato al rilascio dell’AIA.” Contro
il parere del legale di Ilva, la Conferenza, all’unanimità, deliberò,
come è scritto a verbale, che le “osservazioni presentate debbano essere
prese in esame puntualmente dalla Commissione IPPC, che dovrà
esprimersi in merito”. I lavori della Conferenza dei Servizi continuarono senza “pubblico interessato” estromesso d’autorità.
A conclusione dei lavori durati oltre 7 ore, “La Conferenza all’unanimità delibera di aggiornare i propri lavori, dando mandato alla Commissione IPPC di esaminare puntualmente, entro trenta giorni, quanto concordato in corso di seduta, eventualmente aggiornando il parere istruttorio conclusivo”.
Tale impegno fu disatteso nei tempi e nei contenuti; AltaMarea ribadì a Vendola, Florido, Stefàno e Miccoli “la propria posizione sull’inqualificabile operato della Commissione e delle sue lungaggini. Tale operato, di fatto, ha permesso e permette ad Ilva di continuare a gestire gli impianti senza apportare riduzioni effettive dell'enorme carico inquinante che grava sulla città e sui lavoratori addetti provocando direttamente o indirettamente danni alla salute.”
Nella tarda mattinata di martedì 28 giugno 2011, nella sede del Consiglio Regionale, ci fu l’incontro tra una rappresentanza di AltaMarea e Vendola, Nicastro, Cervellera, Mazza e Antonicelli (dirigente regionale): fu assicurato l'impegno ad adoprarsi in sede di CdS per ottenere un’AIA che riducesse il carico inquinante complessivo attraverso prescrizioni dettagliate ed introducesse controlli severi e sanzioni esemplari e pesanti in caso di trasgressioni.
Il 29 giugno 2011 AltaMarea chiese al Ministero di partecipare alla CdS del 5 luglio “in osservanza della Direttiva Comunitaria nr. 96/61 modificata dalla Direttiva Comunitaria nr. 2003/35, che, recependo i principi sanciti dalla Convenzione di Aarhus del 1998, ha stabilito il diritto ed accesso del pubblico alle informazioni, il diritto del pubblico ad influenzare le decisioni, nonché il diritto ed accesso alla giustizia, al fine di favorire la partecipazione del pubblico con l’impegno dell’Autorità competente ed in ossequio dell’art. 118, ultimo comma della Costituzione”. “Altamarea è un’associazione regolarmente costituita, nel rispetto del codice civile e della legge 383/2000, e, nella fattispecie, ha la qualifica di “pubblico interessato”.
Il 4 luglio 2011 AltaMarea comunicò, anche via fax, a Ministero, Regione, Provincia e Comuni di Taranto e Statte i 10 punti irrinunciabili per il rilascio dell’AIA..........
“Le Istituzioni centrali, regionali e locali comunque presenti
nella Conferenza dei Servizi del 5 luglio 2011 presso il Ministero
dell'ambiente, decisoria per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata
Ambientale per lo stabilimento Ilva di Taranto, hanno la responsabilità
storica di decidere sul futuro del territorio ionico e sulla salute dei
suoi abitanti e dei lavoratori coinvolti direttamente o indirettamente”.
Leggi la lettera integrale.di cui pubblichiamo il finale............
Indagini penali a carico dei protagonisti?
Al Procuratore della Repubblica, al quale è pure indirizzata questa
lettera aperta, chiediamo di valutare se, alla luce degli elementi
presenti qui e nella nostra documentazione ufficiale acquisita dal
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sono
rilevabili comportamenti penalmente rilevanti da parte dei pubblici
ufficiali protagonisti di questa pessima vicenda, con particolare
attenzione verso i membri della Commissione IPPC, verso il dirigente del
ministero dell’ambiente Responsabile Unico del Procedimento e verso i
Sindaci di Taranto e di Statte, autori di un vergognoso voltafaccia nei
confronti dei cittadini di Taranto rispetto agli impegni presi con la
lettera al Ministero dell’ambiente del 29 gennaio 2009, da essi firmata
insieme ad associazioni e comitati di volontariato.Leggi la lettera integrale
Nessun commento:
Posta un commento