Nuovo articolo oggi su La Repubblica sui "Veleni delle Centrali a carbone".
Attendiamo vivamente su" La Repubblica"anche un articolo calibrato sulla centrale a carbone di Vado Ligure.
VISTO CHE ANCHE I NOSTRI IMPATTI SANITARI RISULTEREBBERO NOTEVOLI
VISTO CHE VORREBBERO LEGARCI PER ALTRI 50 ANNI A DOPPIO FILO CON IL CARBONE....VISTO CHE QUESTI NUMERI FANNO PAURA ANCHE A NOI.
NON "ENEL" ma "TIRRENO POWER".......
MA LA PROBLEMATICA SULLA COMBUSTIONE DEL CARBONE E' SEMPRE LA STESSA!!!!
Tratto da "La Repubblica"
BRINDISI
Veleni dalla centrale Enel"Più di cento morti all'anno"
I dati di uno studio commissionato da Greenpeace: intorno allo stabilimento a carbone pugliese i picchi più alti di decessi. I primati delle emissioni di CO2 e PM10
di SONIA GIOIA
Un morto al giorno, 366 morti all'anno, di cui poco meno
di un terzo solo a Brindisi, terra che nel 2009 ha pagato un tributo di
sangue pari a 119 morti. Tanti i decessi in più rispetto a quelli che
si sarebbero verificati in un ambiente sgombro dalle emissioni della
centrale termoelettrica Enel, la famigerata Federico II. Sono le
conclusioni agghiaccianti di uno studio commissionato da Greenpeace
all'istituto di ricerca indipendente e no profit Somo, un primo stralcio
dei quali è stato reso noto ieri mattina. La centrale è la stessa,
naturalmente a carbone, che nel novembre dello scorso anno ha meritato
il 18esimo posto nella classifica degli impianti industriali più
inquinanti del Vecchio continente, stilata dalla Agenzia europea per
l'ambiente (Eea).
Numeri che fanno paura.
Scopo della ricerca calcolare i danni che le emissioni atmosferiche prodotte dalla combustione del carbone nelle centrali termoelettriche determinano a livello ambientale, economico (con particolare riferimento alle colture) e sanitario. La metodologia utilizzata da Somo-Greenpeace ed Eea è la stessa, applicata su dati di emissione pubblici e di fonte istituzionale. Metodo che tiene conto di un numero relativamente ristretto di inquinanti. Le stime dei danni sulla salute, per esempio, sono riferite alle emissioni di particolato primario, ossidi di zolfo e ossidi di azoto, questi ultimi in particolare contribuiscono alla formazione di ozono, con tutto quel che ne consegue. Gli indici di mortalità sono calcolati, nella metodologia Eea, in base al metodo Vls (Value of statistical life) che indica il numero di morti in eccesso associate a una data esposizione a inquinanti.
La spaventosa pole position meritata da Brindisi su questo fronte sarebbe direttamente connessa, secondo la ricerca Somo, con i numeri degli inquinanti di cui sopra, a partire dai 13.000.000 di CO2 emessi dalla Federico II. La cifra a sei zeri surclassa di gran lunga quella degli impianti di tutta la penisola, se è vero come è vero che al secondo posto si trova Fusina con 4.300.000. Primato che fa il paio con quello delle emissioni di PM10 (473), NOx (7.300) e SOx (6.540). Cifre direttamente proporzionali ai danni cagionati all'agricoltura, stimati nell'ordine 1.372.000 euro solo nel 2009, per un totale di 707 milioni di euro di costi interni ed esterni sempre nello stesso anno, una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale brindisina. A chi conviene, dunque, l'uso del carbone? Secondo Greenpeace, numeri alla mano, a nessuno. Nemmeno al colosso energetico, a quanto pare.
Un momentaccio, per l'Enel in generale e per la centrale brindisina in particolare, anche prima che arrivassero i numeri dell'associazione che ha dichiarato guerra, giurata e nonviolenta alla multinazionale, ribattezzata "Enel, l'energia che ti avvelena".
Scopo della ricerca calcolare i danni che le emissioni atmosferiche prodotte dalla combustione del carbone nelle centrali termoelettriche determinano a livello ambientale, economico (con particolare riferimento alle colture) e sanitario. La metodologia utilizzata da Somo-Greenpeace ed Eea è la stessa, applicata su dati di emissione pubblici e di fonte istituzionale. Metodo che tiene conto di un numero relativamente ristretto di inquinanti. Le stime dei danni sulla salute, per esempio, sono riferite alle emissioni di particolato primario, ossidi di zolfo e ossidi di azoto, questi ultimi in particolare contribuiscono alla formazione di ozono, con tutto quel che ne consegue. Gli indici di mortalità sono calcolati, nella metodologia Eea, in base al metodo Vls (Value of statistical life) che indica il numero di morti in eccesso associate a una data esposizione a inquinanti.
La spaventosa pole position meritata da Brindisi su questo fronte sarebbe direttamente connessa, secondo la ricerca Somo, con i numeri degli inquinanti di cui sopra, a partire dai 13.000.000 di CO2 emessi dalla Federico II. La cifra a sei zeri surclassa di gran lunga quella degli impianti di tutta la penisola, se è vero come è vero che al secondo posto si trova Fusina con 4.300.000. Primato che fa il paio con quello delle emissioni di PM10 (473), NOx (7.300) e SOx (6.540). Cifre direttamente proporzionali ai danni cagionati all'agricoltura, stimati nell'ordine 1.372.000 euro solo nel 2009, per un totale di 707 milioni di euro di costi interni ed esterni sempre nello stesso anno, una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale brindisina. A chi conviene, dunque, l'uso del carbone? Secondo Greenpeace, numeri alla mano, a nessuno. Nemmeno al colosso energetico, a quanto pare.
Un momentaccio, per l'Enel in generale e per la centrale brindisina in particolare, anche prima che arrivassero i numeri dell'associazione che ha dichiarato guerra, giurata e nonviolenta alla multinazionale, ribattezzata "Enel, l'energia che ti avvelena".
La centrale dedicata
all'imperatore svevo è finita nel mirino della procura messapica per
ipotesi di reato direttamente collegate con inquinamento ambientale,
danni all'agricoltura e morti per le quali più di un esposto indirizzato
alla magistratura inquirente ha chiesto di indagare il nesso con
l'esposizione alle polveri di carbone. Quesiti dai quali sono scaturite
due grandi inchieste. La prima per getto pericoloso di cose,
danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni, a carico
di dodici indagati fra cui dieci dirigenti Enel. Nell'ambito
dell'indagine in questione, giunta a conclusione a inizio marzo scorso, è
emerso che le polveri nere di carbone che hanno ucciso l'agricoltura a
Cerano provengono dalla centrale. Conclusioni del consulente tecnico
incaricato dal pm Giuseppe De Nozza in perfetta antitesi con quelle di
uno studio commissionato da Enel all'istituto di ricerca Erm. La seconda
indagine affidata allo stesso pm, in dirittura d'arrivo, parla di
omicidio colposo, dovrà verificare se a uccidere i contadini siano state
le emissioni della centrale stessa.
Se il dossier griffato
Greenpeace farà la differenza nelle valutazioni della procura
brindisina, non è dato sapere. Quel che è certo è che quei numeri che
fanno paura, non sorprendono. Se è vero come è vero che fra i tanti
slogan possibili gli ambientalisti di Brindisi non hanno esitato a
scegliere uno, bianco su nero: "No al carbone".
(30 aprile 2012)
Promemoria del 2010
10 DOMANDE ALL’ING. DE BENEDETTI SULLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI SAVONA .
Egr. ing. Carlo De Benedetti, a Lei che si vanta di essere la tessera numero uno del Partito Democratico, poniamo 10 questioni in merito alla Sua decisione di ampliare la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), da Lei controllata attraverso CIR Sorgenia, con tutte le conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la quasi totale contrarietà di cittadini, istituzioni, partiti, associazioni, medici e biologi. 10 le domande, alle quali Le chiediamo di dare risposta:
________________
MA................Leggi anche su Il Cambiamento
Greenpeace chiede a Enel di azzerare il carbone entro il 2030.
Gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione oggi presso la centrale Enel Federico II di Brindisi.
Leggi
________Promemoria del 2010
10 DOMANDE ALL’ING. DE BENEDETTI SULLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI SAVONA .
Egr. ing. Carlo De Benedetti, a Lei che si vanta di essere la tessera numero uno del Partito Democratico, poniamo 10 questioni in merito alla Sua decisione di ampliare la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), da Lei controllata attraverso CIR Sorgenia, con tutte le conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la quasi totale contrarietà di cittadini, istituzioni, partiti, associazioni, medici e biologi. 10 le domande, alle quali Le chiediamo di dare risposta:
Le 10 domande nella sua versione integrale
Immagine tratta da Libero del 24 agosto 2010
Link ad articoli su Siti e Quotidiani nazionali a proposito
delle dieci domande all'Ingegner De Benedetti inerenti
"Il potenziamento a carbone della Centrale Tirreno Power
delle dieci domande all'Ingegner De Benedetti inerenti
"Il potenziamento a carbone della Centrale Tirreno Power
di Vado Ligure"Leggi qui
Leggete bene :Nel 2010 Anche il pd locale
era contro l' ingrandimento a carbone .........
era contro l' ingrandimento a carbone .........
Ricordiamo che Sorgenia, società del gruppo CIR, è il secondo
azionista di Tirreno Power con una quota di circa il 39%.
Il resto del capitale è posseduto da
GDF SUEZ ( francese 50%), Hera ed Iren.
azionista di Tirreno Power con una quota di circa il 39%.
Il resto del capitale è posseduto da
GDF SUEZ ( francese 50%), Hera ed Iren.
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