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25 maggio 2012

Diffusione delle rinnovabili: gli effetti sul prezzo dell'elettricità.Il no all'atomo fa bene alla Germania

 Tratto da Parole verdi.blogosfere.it

 

Diffusione delle rinnovabili: gli effetti sul prezzo dell'elettricità

Cosa comporta la diffusione massiccia delle rinnovabili sul sistema elettrico?

 
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La diffusione delle rinnovabili, cominciamo a rendercene conto, comporta un'alterazione degli equilibri del sistema elettrico.
Incidendo sulla formazione del prezzo del kWh, le rinnovabili intervengono, di conseguenza, sull'intero assetto del sistema elettrico.
Con una rilevanza tanto maggiore quanto più ampia è la loro diffusione.
Noi, in Italia, cominciamo ad acquisire consapevolezza di ciò.
Altrove, lì dove le rinnovabili sono più diffuse, gli effetti sono maggiori.
Guardiamo, ad esempio, a quel che sta avvenendo in Germania.
La diminuzione del prezzo del kWh, causato dalla massiccia immissione in rete di energia da fonte rinnovabile (fotovoltaico ed eolico) pone fuori mercato gli impianti di produzione di energia da fonti tradizionali.
Con conseguenze che vanno nella direzione opposta a quanto si pensava solo un anno fa: Germania rinnovabile che esporta elettricità alla Francia nucleare.
Un esempio che dovrebbe far riflettere sulla delicatezza della fase di transizione che ci apprestiamo a vivere tra un sistema energetico da fonti tradizionali ad uno da fonti rinnovabili.
Con l'auspicio che la gestione della transizione avvenga, evitando di difendere a testa bassa interessi e logiche appartenenti ormai solo al passato.



 Tratto da  Adnkronos.com
Nessun black-out

I super tecnici si erano sbagliati, il no all'atomo fa bene alla Germania


Aumenta l'uso delle rinnovabili e scendono del 2% le emissioni di Co2
Roma, 23 mag. (Adnkronos) - I super tecnici si erano sbagliati. Ad un anno di distanza dall'abbandono del nucleare da parte della Germania con lo spegnimento immediato dei primi otto impianti, il Paese non è precipitato nell'emergenza energetica e non si è verificato nessun black-out . I contraccolpi si sono limitati ad una riduzione nelle esportazioni di energia, passate da 70 terwattora a 7 terawattora. Un bel salto, non c'è che dire ma che non scalfisce la posizione di esportatore netto del Paese.
Eppure le stime allarmistiche erano state più che precise per un Paese che importa il 70% del suo fabbisogno e si erano spinte addirittura a disegnare scenari quasi catastrofici che prevedevano l'aumento dell'uso delle energie convenzionali' (carbone in testa) con conseguente aumento dell emisisioni di Co2. 
In effetti nel Paese è stata autorizzata la costruzione, entro il 2020, di 69 nuove centrali elettriche a gas e a carbone, ma di pari passo i tedeschi hanno diminuito i consumi di energia elettrica nelle case e nelle aziende, compensando la maggiore richiesta di energia durante l'inverno ed ottimizzando i cicli produttivi dell'industria.


Nel 2011 le emissioni di Co2 in Germania sono scese del 2% e ben il 60% dell'energia venuta a mancare con lo spegnimento delle centrali nucleari è stata sostituita con energia prodotta da fonti rinnovabili.  

Anche sul fronte dei prezzi le cose non sono andate come gli esperti avevano previsto: a fronte di un immediato aumento dopo la chiusura delle centrali, ora i prezzi si sono stabilizzati ad un livello inferiore del 15%, ed anche questo risultato è strettamente legato al maggior impiego di rinnovabili, arrivate al 20% del fabbisogno energetico totale.
Su QualEnergia
 Leggi:Intanto la corsa del fotovoltaico tedesco non si arresta

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