Tratto da News Attico
Energie rinnovabili: è lotta contro le lobby del fossile
Appello
alle Regioni e alle aziende del settore rinnovabili di rimanere unite:
con l’unità d’intenti si può affrontare la nuova sfida.
I governatori, in sede di Conferenza Stato-Regioni, esprimeranno le
loro opinioni sul Quinto Conto Energia per il fotovoltaico e sul
provvedimento che stabilisce gli incentivi per le altre rinnovabili
elettriche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse e biogas). È
l’ultima possibilità di apportare delle modifiche a due decreti che,
così come sono, ucciderebbero l’unico settore capace di creare
occupazione e produrre reddito in questo periodo di crisi.
Infatti, lavoratori e imprenditori impauriti, operai già in cassa
integrazione, titolari di aziende che temono l’ennesimo stop and go
imposto da leggi in continua evoluzione: è questo lo scenario d’oggi.
Gli impianti fotovoltaici hanno avuto risultato ottimali, ma di fronte
ai vari cambiamenti legislativi, il mercato si ferma. Al di là
dell’importo degli incentivi, quello che danneggia il settore è
l’incertezza. Il taglio agli incentivi è consistente. A questo si
aggiungono una penalizzazione della bonifica dei tetti in amianto e un
eccesso di impedimenti burocratici e di barriere agli investimenti che
potrebbero fermare i successi realizzati in questi anni in termini di
produzione di energia pulita e di nuova occupazione.
Ecco perché bisogna restare uniti, perché uno dei maggiori nemici
della causa delle rinnovabili continua a essere la lobby del carbone. Il
settore, infatti, è oggi in grave pericolo per i “colpi di coda” dei
grandi produttori di energia da fonti fossili, che si oppongono non solo
alle rinnovabili, ma anche al nuovo modello di produzione energetica
basato sulla generazione distribuita. Con il rischio anche che l’Italia
non riesca a raggiungere gli obiettivi europei al 2020
Tratto da Casa e Clima
Tratto da Casa e Clima
Prospettive ambientali al 2050, allarme dell'OCSE
Se non si cambia rotta il dominio dei carburanti fossili nel mix energetico aumenterà con effetti devastanti sull'ambiente
Se
non verranno introdotti significativi cambiamenti nel mix energetico
globale, nel 2050 le fonti fossili arriveranno a coprire circa l'85%
della domanda di energia mondiale, e le emissioni di gas serra
potrebbero aumentare del 50%.
A lanciare l'avvertimento è l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE o OECD), che ha pubblicato lo studio “Environmental Outlook to 2050: the consequences of inaction”.
In aumento la domanda di energia, acqua e cibo
Nel report viene stimato che al 2050 il
valore dell'economia mondiale, nonostante l'attuale crisi economica,
sarà quasi quadruplicato. L'innalzamento della qualità della vita in
molte aree del mondo determinerà un aumento della domanda di cibo, di
energia (+80%), e di risorse idriche (+55%), a causa della crescente
richiesta del settore manifatturiero (+400%), delle centrali
termoelettriche (+140%) e del comparto domestico.
Gli effetti sull'ambiente
Il forte consumo delle risorse naturali
avrà come effetto l'incremento esponenziale dell'inquinamento e delle
emissioni di gas nocivi, l'impoverimento ecologico e la distruzione
degli habitat naturali.
Le misure da adottare
Per evitare o quantomeno mitigare queste
conseguenze, lo studio propone l'adozione di una serie di azioni per
rendere più eco-sostenibili l'industria, la produzione di energia, la
fornitura di acqua e l'agricoltura.
Secondo l'Ocse, occorre rendere la
produzione inquinante più costosa rispetto alle alternative ecologiche,
aumentando le tasse ambientali e rivedendo i programmi di negoziazione
delle emissioni. e sovvenzionando.
Inoltre, è necessario sovvenzionare
l'innovazione amica dell'ambiente - fornendo sostegno pubblico agli
investimenti in attività di RICERCA E SVILUPPO - e valorizzare e rendere più
efficienti i servizi per il patrimonio naturale dell'ecosistema, come
l'acqua, l'aria pulita e la biodiversità.
NOI DA CHE PARTE VOGLIAMO STARE?
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