Ancora in lotta per l'energia pulita
Nel solo 2011 sono stati
installati in Italia circa 10mila megawatt tra fotovoltaico ed eolico,
per una produzione energetica pari a quella di due centrali nucleari.
Onufrio: a che serve una quota di controllo pubblico del trenta per
cento se l'Enel, invece di guidare la trasformazione verso un futuro
basato sulle rinnovabili, punta su fonti inquinanti?
Esattamente un anno fa, con la chiusura delle procedure di voto per i
referendum abrogativi (sull'acqua, sul nucleare, sul legittimo
impedimento), dalle urne usciva un risultato tanto chiaro quanto
inatteso per la forza con cui veniva espresso: porte sbarrate al ritorno
dell'atomo in Italia. Il nostro Paese rimaneva ancora una volta terra
preclusa alle centrali nucleari, al rischio radioattivo, al modo più
pericoloso di produrre elettricità.
«La vittoria al referendum sul nucleare rappresenta un incredibile
successo della società civile, maturato in un clima di black out
mediatico senza precedenti e in controtendenza con tutti gli indici di
partecipazione politica registrati fino ad allora - commenta oggi
Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia -. Quel voto
ha segnato un momento di straordinaria partecipazione democratica: gli
italiani non hanno accettato il ruolo di spettatori delle decisioni che
riguardano il loro futuro».
La risposta di Enel alla volontà espressa dagli Italiani è stata
paradossale: «andremo a carbone» dichiarò l'AD Fulvio Conti all'indomani
del voto. «L'energia che ti ascolta non ha ascoltato un bel niente. Si
sono battuti per riportare il nucleare in Italia e sono stati fermati da
chi chiedeva energia pulita e rinnovabile. Così, senza poter investire
sull'atomo, ai cittadini hanno promesso un futuro a carbone: questo il
loro progetto paleolitico» continua Onufrio.
Dalle parole ai fatti: la promessa si è tradotta nell'aumento della
produzione a carbone dal 34% al 41% con la messa a regime della centrale
di Civitavecchia. Enel possiede 8 delle 13 centrali a carbone presenti
oggi in Italia e vuole costruirne altre due a Porto Tolle e Rossano
Calabro. Greenpeace, ricordando l'enorme successo di un anno fa, ritiene
che la battaglia per un futuro energetico sicuro e pulito non sia
affatto conclusa. Nel solo 2011 sono stati installati in Italia circa
10mila megawatt tra fotovoltaico ed eolico, per una produzione
energetica pari a quella di due centrali nucleari.
«È in atto un conflitto nel settore della produzione elettrica, tra
eccesso di capacità da fonti fossili e sviluppo delle rinnovabili, che
rappresentano il futuro.
Il maggiore azionista di Enel è il ministero
del Tesoro: a che serve una quota di controllo pubblico del trenta per
cento se l'azienda, invece di guidare la trasformazione verso un futuro
basato sulle rinnovabili, punta su fonti inquinanti e nemiche del
clima?» conclude Onufrio.
(Fonte Greenpeace)
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