Riceviamo e pubblichiamo.
ITALIA :Carbone e petrolio a gogò
Mentre a Rio si tiene il vertice dell’Onu
sullo sviluppo sostenibile, in Italia si registra:
ieri la sentenza del Consiglio di Stato che autorizza il prosieguo dell’iter autorizzativo per la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle;
il 15 giugno il Consiglio dei Ministri ha decretato la compatibilità ambientale del progetto Repower di costruzione di una nuova centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria);
per la centrale a carbone di Vado Ligure è stato già autorizzato l’ampliamento;
nel decreto sviluppo si fanno salvi tutti i procedimenti per le ricerche di giacimenti petroliferi bloccati dalla modifica al codice ambientale del giugno 2010 dopo il disastro nel Golfo del Messico nel tratto di mare al di sotto delle 12 miglia dalla costa.
Come se non bastasse, in questi giorni i rappresentanti di Eni, Unione petrolifera e Confindustria stanno chiedendo a gran voce di cancellare dal decreto sviluppo la fascia di interdizione a tutela dell’ambiente marino e costiero posta a 12 miglia anche per il futuro.
Tutto
questo mentre si pongono ostacoli, burocratici e non solo, alle energie
rinnovabili.
Questo governo si sta facendo portatore convinto di un
modello di politica energetica ad alto tasso di emissioni di carbonio e di
inquinanti.
E' una politica sciagurata che ci fa fare passi indietro.
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Leggi anche : Su Il Fatto Quotidiano
Carbone e trivelle, via libera al “futuro nero” dell’Italia
...... E’ questa l’escalation di eventi che, in meno di 24 ore, ha fatto apparire il futuro energetico – e climatico – dell’Italia più nero che mai, mostrando all’orizzonte uno scenario costellato da centrali a carbone e trivelle.
Il tutto in netta contraddizione con quanto si sta discutendo in queste ore al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile “RIO+20”, in
corso a Rio de Janeiro fino a domani 22 giugno, e al percorso
intrapreso dal Ministero dell’Ambiente in Italia con presentazione lo
scorso aprile del Piano di Riduzione delle Emissioni di Anidride
Carbonica e degli altri Gas Serra, che avrebbe dovuto impegnare il
Governo a predisporre misure volte a una progressiva de carbonizzazione
(auspicabilmente coerente con la Roadmap europea).
Eppure in altre
sedi Governo e Ministero dell’Ambiente si erano espressi a favore dello
sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio e alla definizione
di una Strategia energetica nazionale in grado di indirizzare il nostro
Paese verso un’economia a basso impatto ambientale. La
delusione è aggravata dal fatto che proprio in questi giorni in Brasile
si sta cercando di definire un futuro sostenibile per il nostro
pianeta.
È questo il contributo dell’Italia?
Che credibilità
internazionale potremo avere al tavolo delle trattative?
Un primo
passo sarebbe proprio quello di dire “No al carbone, Sì al futuro”,
firmando la petizione contro le centrali a carbone sul sito della campagna WWF Italia e fare pressione affinché anche l’attuale quota del 12% di carbone nel
mix energetico nazionale sia eliminata, puntando su energie rinnovabili
ed efficienza energetica.
Sul fronte trivellazioni, l’Italia continua
ad essere un vero e proprio far west, attirando le compagnie petrolifere
per il costo bassissimo con cui consente loro di trivellare (non di
certo per essere dotata di immensi giacimenti petroliferi!) e deturpare
il proprio patrimonio naturalistico. Per chi volesse saperne qualcosa in
più, basta consultare il dossier 2012 intitolato “Milioni di regali – Italia: Far west delle trivelle” .........Ma questo era solo un assaggio…
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Tratto dalla Gazzetta del Sud
L'ok del Ministero alla centrale a carbone scatena dure reazioni
La federazione provinciale reggina del Msi-Fiamma Tricolore: Ancora una volta il governo Monti non manca occasione di umiliare i territori e la sua gente per assecondare le volontà, ma soprattutto i beceri interessi economici, dei poteri del grande Capitale.......
Il carbone fa male alla salute dei cittadini e fa male allo sviluppo del nostro territorio. Questa é una verità senza possibilità di smentita, ed è questa l'unica ragione valida e che deve prevalere. Lanciamo un appello alla Regione ed al presidente Scopelliti affinché manifesti formalmente il suo veto alla costruzione della Centrale e ponga finalmente fine con risolutezza e decisione a questo ennesimo tentativo di scempio contro la nostra terra".
"La decisione che nei giorni scorsi il Governo ha preso di decretare 'la compatibilita' ambientalé del progetto di costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche - è scritto in una nota congiunta della segreteria regionale della Cgil e della Camera del lavoro di Reggio - è l'ennesima dimostrazione che in settori non secondari dello stesso prevale
l'idea di una regione da sfruttare, con scelte dal chiaro sapore neocoloniale.
Ribadiamo il nostro No,
sollecitiamo il sistema istituzionale locale a partire dalla Giunta regionale e dal Consiglio a non consentire una scelta che è contro il futuro della regione;
ci mobiliteremo e sosterremo ogni iniziativa a contrasto della scelta compiuta ed a difesa degli interessi legittimi della Calabria".
Leggi le molte altre considerazioni sull'articolo integrale
Ci permettiamo solo una " considerazione"
IN CALABRIA PER LA CGIL IL CARBONE E' UNA SCELTA DAL CHIARO SAPORE NEOCOLONIALE,UNA SCELTA CONTRO IL FUTURO DELLA REGIONE........e si mobiliteranno e sosterranno ogni iniziativa a contrasto della scelta compiuta dal Governo ed a difesa degli interessi legittimi della Calabria".
MA PERCHE' IN LIGURIA LA STESSA CGIL SOSTIENE AD OLTRANZA IL CARBONE,SEMPRE PIU' CARBONE ,ANCORA PIU' CARBONE MONTAGNE DI CARBONE PER IL NOSTRO FUTURO?
PER LA CGIL GLI INTERESSI LEGITTIMI DELLA LIGURIA SONO FORSE TUTTI RIPOSTI NEL CARBONE?
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