Tratto da Il Cambiamento
Rio +20 e green economy: le associazioni scrivono a Monti
La crisi economica in atto, il dibattito sulle strade da perseguire per contrastarla, il prossimo summit internazionale Rio +20 che si terrà in Brasile dal 20 al 22 giugno e le performance positive della green economy. Questi sono i temi che sei associazioni (Legambiente, Kyoto Club, Greenpeace, Fondazione Symbola, Fondazione Sviluppo Sostenibile, WWF) vorrebbero poter affrontare in un incontro col Premier Mario Monti, al quale hanno inviato una lettera.
di Legambiente - 15 Giugno 2012
“Egregio Presidente – scrivono le associazioni
-, di fronte ai rapidissimi processi mondiali che si sono avviati in
questi anni in termini di trasformazioni nella geopolitica mondiale, di
attenzione alla gravità dei cambiamenti climatici, di innovazione
tecnologica in quasi tutti i settori della produzione e della vita
civile, a partire dalla produzione di energia, noi pensiamo che sia
urgente mettere a fuoco una visione organica che tenga insieme la crisi
economica, il rischio di cambiamenti ambientali irreversibili e
l’urgenza di ridurre le disuguaglianze tra fasce sociali e tra aree
geografiche.
A livello nazionale pensiamo che sia urgente avviare una pubblica discussione
sull’idea di Paese che vogliamo costruire, su quale futuro (immediato e
di medio periodo) riteniamo auspicabile e verso il quale va stimolato
il sistema economico e le istituzioni, a tutti i livelli, per ridare
speranza, capacità competitiva e positive prospettive occupazionali”.
L’intento
è quello di indicare al Paese gli obiettivi, economici e sociali, verso
cui ci si vuole muovere, con chiarezza di prospettiva, dando certezze
al mercato e ai cittadini.
In questa prospettiva, le associazioni
vogliono sottolineare il ruolo positivo che può avere la green economy, intesa nella sua accezione più larga, come sistema economico low carbon
in grado di migliorare il benessere e l’equità sociale, riducendo in
modo significativo i rischi ambientali. Un’economia a basse emissioni di
CO2 infatti, è oggi un’economia che ha imboccato la strada
dell’innovazione di processo e di prodotto, che sa provocare
trasformazioni negli stili di vita e nell’organizzazione sociale e che
sa stare al passo con la competitività internazionale.
Attraverso la green economy
infatti, il Paese può rispondere alla crisi in modo del tutto
innovativo dando priorità e certezza strategica in diversi ambiti:
riducendo la dipendenza del sistema energetico e dei consumi dalle fonti fossili, grazie al balzo in avanti compiuto dalle rinnovabili 'nuovo grande miracolo italiano' in grado di arrivare in breve alla grid parity,
che va valorizzato e non demonizzato, che ha bisogno di certezze e di
equilibrio nella riduzione degli incentivi, che chiede investimenti
nelle smart grids, che può far recuperare al Paese i ritardi accumulati
rispetto agli impegni internazionali assunti, con positivi risparmi per
le casse pubbliche; rinnovando le città e il sistema dei trasporti:
pensando al rinnovamento delle nostre città attraverso la
riqualificazione energetica, la dotazione di infrastrutture per la
mobilità e le TLC, un diverso regime fiscale che premi la rigenerazione
dell’esistente piuttosto che il consumo di suolo agricolo.
Attraverso la green economy il Paese può rispondere alla crisi in modo del tutto innovativo dando priorità e certezza strategica in diversi ambiti.......
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Tratto da L'Unita'
Rio 20 anni dopo, il pianeta è più malato
Summit di Rio, tutto è cambiato.
La conferenza delle Nazioni
Unite sull’ambiente e lo sviluppo che si concluderà nella città
brasiliana mercoledì prossimo, 22 giugno, sarà molto diversa da quella
che si concluse nel giugno 1992.
È cambiato l’ambiente. E sono cambiati i parametri dello sviluppo: o
meglio, della crescita economica.
I cambiamenti sono (quasi) tutti
avvenuti in peggio. E questo a Rio, venti anni fa, nessuno se lo
aspettava.
Malgrado la Convenzione sui Cambiamenti Climatici, elaborata a
Rio venti anni fa, è peggiorato il quadro dei fattori antropici che
influenzano il clima. Nel 1992 la concentrazione di anidride carbonica
in atmosfera era pari a circa 360 parti per milione (ppm), oggi sfiora
le 400 ppm. In questi 20 anni, invece di stabilizzarsi, le emissioni di
gas serra sono aumentate del 45%.
Malgrado la Convenzione sulla Diversità Biologica, elaborata a Rio venti anni fa, il numero di specie che scompaiono ogni anno sul pianeta aumenta. E a velocità accelerata. Ormai, come sostiene l’ International Union for Con servation of Nature (Iucn) sono a rischio di estinzione il 30% degli anfibi, il 25% dei mammiferi e il 21% degli uccelli.
Malgrado la Convenzione contro la Desertificazione, elaborata a Rio venti anni fa, i deserti continuano ad avanzare. E non c’è alcun’attività coordinata di contrasto.
Non solo i Paesi del mondo non hanno ottemperato agli impegni assunti
con l’Agenda 21, ma continuano a finanziare le attività inquinanti. Ogni
anno, secondo la rivista scientifica Nature, il mondo invece di
disincentivare l’uso dei combustibili fossili lo incentiva con sussidi
che ammontano alla stratosferica cifra di 650 miliardi di dollari.
Mentre con altri 300 miliardi di dollari incentivano l’agricoltura e la
pesca non sostenibili. In pratica, non solo non ottempera agli impegni
di Rio ma, ogni anno, con 1.000 miliardi di dollari il mondo finanzia le
attività che tradiscono lo spirito e la lettera di Rio.
In breve, 20 anni dopo Rio il mondo è ecologicamente meno sostenibile.....
In breve, 20 anni dopo Rio il mondo è ecologicamente meno sostenibile.....
Questa sensazione di peggioramento delle condizioni – accentuata in
Europa da una crisi finanziaria ed economica che dura da quattro anni –
si avverte anche nell’aria: a Rio, venti anni dopo, c’è meno entusiasmo.
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