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16 giugno 2012

1)Rio +20 e green economy: le associazioni scrivono a Monti 2) Rio + 20 anni dopo, il pianeta è più malato

Tratto da Il Cambiamento

Rio +20 e green economy: le associazioni scrivono a Monti

monti

La crisi economica in atto, il dibattito sulle strade da perseguire per contrastarla, il prossimo summit internazionale Rio +20 che si terrà in Brasile dal 20 al 22 giugno e le performance positive della green economy. Questi sono i temi che sei associazioni (Legambiente, Kyoto Club, Greenpeace, Fondazione Symbola, Fondazione Sviluppo Sostenibile, WWF) vorrebbero poter affrontare in un incontro col Premier Mario Monti, al quale hanno inviato una lettera.

di Legambiente - 15 Giugno 2012

“Egregio Presidente – scrivono le associazioni -, di fronte ai rapidissimi processi mondiali che si sono avviati in questi anni in termini di trasformazioni nella geopolitica mondiale, di attenzione alla gravità dei cambiamenti climatici, di innovazione tecnologica in quasi tutti i settori della produzione e della vita civile, a partire dalla produzione di energia, noi pensiamo che sia urgente mettere a fuoco una visione organica che tenga insieme la crisi economica, il rischio di cambiamenti ambientali irreversibili e l’urgenza di ridurre le disuguaglianze tra fasce sociali e tra aree geografiche.
A livello nazionale pensiamo che sia urgente avviare una pubblica discussione sull’idea di Paese che vogliamo costruire, su quale futuro (immediato e di medio periodo) riteniamo auspicabile e verso il quale va stimolato il sistema economico e le istituzioni, a tutti i livelli, per ridare speranza, capacità competitiva e positive prospettive occupazionali”.

L’intento è quello di indicare al Paese gli obiettivi, economici e sociali, verso cui ci si vuole muovere, con chiarezza di prospettiva, dando certezze al mercato e ai cittadini. 
 In questa prospettiva, le associazioni vogliono sottolineare il ruolo positivo che può avere la green economy, intesa nella sua accezione più larga, come sistema economico low carbon in grado di migliorare il benessere e l’equità sociale, riducendo in modo significativo i rischi ambientali. Un’economia a basse emissioni di CO2 infatti, è oggi un’economia che ha imboccato la strada dell’innovazione di processo e di prodotto, che sa provocare trasformazioni negli stili di vita e nell’organizzazione sociale e che sa stare al passo con la competitività internazionale.
Attraverso la green economy infatti, il Paese può rispondere alla crisi in modo del tutto innovativo dando priorità e certezza strategica in diversi ambiti: riducendo la dipendenza del sistema energetico e dei consumi dalle fonti fossili, grazie al balzo in avanti compiuto dalle rinnovabili 'nuovo grande miracolo italiano' in grado di arrivare in breve alla grid parity, che va valorizzato e non demonizzato, che ha bisogno di certezze e di equilibrio nella riduzione degli incentivi, che chiede investimenti nelle smart grids, che può far recuperare al Paese i ritardi accumulati rispetto agli impegni internazionali assunti, con positivi risparmi per le casse pubbliche; rinnovando le città e il sistema dei trasporti: pensando al rinnovamento delle nostre città attraverso la riqualificazione energetica, la dotazione di infrastrutture per la mobilità e le TLC, un diverso regime fiscale che premi la rigenerazione dell’esistente piuttosto che il consumo di suolo agricolo.
green economy
Attraverso la green economy il Paese può rispondere alla crisi in modo del tutto innovativo dando priorità e certezza strategica in diversi ambiti.......
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scienzaesocietà

 Tratto da L'Unita'

Rio 20 anni dopo, il pianeta è più malato


Summit di Rio, tutto è cambiato. 
La conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo che si concluderà nella città brasiliana mercoledì prossimo, 22 giugno, sarà molto diversa da quella che si concluse nel giugno 1992.
È cambiato l’ambiente. E sono cambiati i parametri dello sviluppo: o meglio, della crescita economica. 
I cambiamenti sono (quasi) tutti avvenuti in peggio. E questo a Rio, venti anni fa, nessuno se lo aspettava.  
Malgrado la Convenzione sui Cambiamenti Climatici, elaborata a Rio venti anni fa, è peggiorato il quadro dei fattori antropici che influenzano il clima. Nel 1992 la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera era pari a circa 360 parti per milione (ppm), oggi sfiora le 400 ppm. In questi 20 anni, invece di stabilizzarsi, le emissioni di gas serra sono aumentate del 45%.
 
Malgrado la Convenzione sulla Diversità Biologica, elaborata a Rio venti anni fa, il numero di specie che scompaiono ogni anno sul pianeta aumenta. E a velocità accelerata. Ormai, come sostiene l’ International Union for Con servation of Nature (Iucn) sono a rischio di estinzione il 30% degli anfibi, il 25% dei mammiferi e il 21% degli uccelli.
Malgrado la Convenzione contro la Desertificazione, elaborata a Rio venti anni fa, i deserti continuano ad avanzare. E non c’è alcun’attività coordinata di contrasto.


Non solo i Paesi del mondo non hanno ottemperato agli impegni assunti con l’Agenda 21, ma continuano a finanziare le attività inquinanti. Ogni anno, secondo la rivista scientifica Nature, il mondo invece di disincentivare l’uso dei combustibili fossili lo incentiva con sussidi che ammontano alla stratosferica cifra di 650 miliardi di dollari. Mentre con altri 300 miliardi di dollari incentivano l’agricoltura e la pesca non sostenibili. In pratica, non solo non ottempera agli impegni di Rio ma, ogni anno, con 1.000 miliardi di dollari il mondo finanzia le attività che tradiscono lo spirito e la lettera di Rio.
In breve, 20 anni dopo Rio il mondo è ecologicamente meno sostenibile.....

Questa sensazione di peggioramento delle condizioni – accentuata in Europa da una crisi finanziaria ed economica che dura da quattro anni – si avverte anche nell’aria: a Rio, venti anni dopo, c’è meno entusiasmo.

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