Riportiamo lo stralcio di un articolo tratto da QualEnergia del 12 luglio poichè di fondamentale importanza per la problematica CARBONE
Tratto da QualEnergia
Il Tribunale di Roma boccia ricorso Enel contro Greenpeace
Si legge nel comunicato di Greenpeace Italia che "Il tentativo di Enel di censurare la campagna di Greenpeace ‘Facciamo Luce su Enel’ è stato bocciato dal Tribunale di Roma.
La prima sezione civile infatti ha rigettato il ricorso dell’azienda riconoscendo che la comunicazione di Greenpeace è commisurata all’evidenza dei dati scientifici che dimostrano gli impatti del carbone sul clima e sulla salute umana.
Nessuna diffamazione o lesione dell’onore, quindi, ma una
critica legittima e giustificata. Il giudice ha condannato Enel alla
rifusione delle spese processuali".
Ecco le motivazioni della
sentenza: “I dati riportati [da Greenpeace] sono effettivamente
conformi agli esiti della ricerca commissionata da Greenpeace a SOMO
(vedi Qualenergia.it)
relativamente ai danni provocati dalle centrali a carbone e già noti
alla comunità scientifica internazionale (prima tra tutte l’Agenzia
Europea per l’Ambiente, EEA)”.
Lo stesso giudice ricorda poi nel
dispositivo della sentenza che gli esiti della ricerca non “sono stati
contestati dalle società ricorrenti [gruppo ENEL] essendone peraltro
l’ENEL stata portata tempestivamente a conoscenza”.
In altre parole, dice Greenpeace nel suo comunicato, Enel non è in grado di smentire i dati di Greenpeace.
Il giudice ritiene quindi, tra l’altro, che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è dunque conforme a verità…”,
che “le espressioni utilizzate dalla resistente [Greenpeace] appaiono
infatti non solo conformi all’importanza e all’interesse della tematica
trattata, ma anche al contesto espressivo delle campagne di denuncia
ambientale…” e che
“la durezza delle espressioni è giustificata dalla gravità della tematica affrontata, dal suo rilevante interesse per l’opinione pubblica (oltre che per la comunità scientifica internazionale), dalla funzione tipicamente di denuncia dell’associazione resistente …”.
“la durezza delle espressioni è giustificata dalla gravità della tematica affrontata, dal suo rilevante interesse per l’opinione pubblica (oltre che per la comunità scientifica internazionale), dalla funzione tipicamente di denuncia dell’associazione resistente …”.
Secondo il giudice “i termini killer, vittima, crimine, sporca verità e quanto altro indicato […] configurano un linguaggio, nell’intero contesto, adeguato all’importante iniziativa di denuncia ambientale…”.
“È questa la vittoria di un principio fondamentale della democrazia: il
diritto alla critica.
Il linguaggio aspro non è censurabile se si basa su dati e argomenti scientificamente fondati.
Il linguaggio aspro non è censurabile se si basa su dati e argomenti scientificamente fondati.
L’utilizzo energetico del
carbone danneggia il clima e uccide le persone, ed Enel è il primo
utilizzatore di carbone in Italia”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo dell’associazione.......
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