Tratto da Articolo 21
Se l’Italia sceglie ancora il carbone: una centrale a Saline Joniche?
“L’Area Grecanica non è terra di conquista per nessuno! I suoi abitanti non permetteranno che venga ancora una volta violentata dagli speculatori…” Era il 21 giugno scorso e il coordinamento delle associazioni dell’area grecanica calabrese… tenevano a ribadire la propria posizione nei confronti della V.I.A. ( Valutazione di impatto ambientale) concessa nella stessa data dal Governo Monti alla Sei-Repower la società italo-svizzera che da anni ha in progetto la realizzazione di una centrale a carbone a Saline Joniche; centrale che dovrebbe sorgere al posto della ex Liquichimica, una fabbrica realizzata grazie ai soldi del cosiddetto “pacchetto Colombo” e chiusa qualche giorno dopo l’apertura perchè ritenuta altamente inquinante......Autorizzazione fortemente criticata non solo dai comitati che nel corso di questi anni hanno iniziato una feroce battaglia contro la Sei-Repower ma anche da parte di molti comuni cittadini e vari esponenti politici calabresi, sia a livello locale che nazionale e su cui peserebbe il parere contrario al carbone contenuto all’interno del piano energetico regionale ancora in vigore e quello espresso dal Mibac in relazione alla tutela di aree sottoposte a vincolo archeologico e paesaggistico che invece potrebbero essere compromesse dalla realizzazione di una struttura simile.
Con una lunga e articolata interrogazione parlamentare, presentata in data 29 giugno 2012, i deputati calabresi di area democratica ( primo firmatario Minniti) avanzano una serie di rilievi e in ultima istanza chiedono esplicitamente: “ quali misure e provvedimenti urgenti (tra cui il ritiro del DPCM del 15 giugno 2012) il Governo ed i ministri in indirizzo intendano assumere per evitare la costruzione di un’opera che oltre ad inscriversi nell’ambito di obsoleti modelli di industrializzazione si presenta assolutamente priva delle necessarie garanzie in merito alle ricadute ambientali, paesaggistiche, naturalistiche e sulla salute dei cittadini…”
Infatti andando a spulciare la V.I.A. ( un documento di oltre 100 pg) si scopre che prima di concedere l’approvazione vengono elencate una serie di carenze relative al progetto.
Carenze di non scarsa entità fra cui spiccano: una mancata valutazione da parte dell’azienda non solo in termini di impatto paesaggistico e ambientale, ma anche in termini di ricadute sulla salute dei cittadini e mancanza di un progetto integrato per la “gestione delle scorie e dei rifiuti”, per non parlare infine di una promessa di posti di lavoro che si dovrebbe concretizzare in sole 140 assunzioni.
Carenze a cui poi bisognerebbe aggiungere, come sottolineato dall’interrogazione presentata invece dall’On. Napoli: il problema delle emissioni di CO2, il parere negativo già espresso dalle comunità locali, dalla Provincia di Reggio e dal mondo accademico, nonché “…i dati raccolti su centrali a carbone già a regime… davvero preoccupanti rispetto all’inquinamento provocato; senza sottovalutare il problema legato alle scorie radioattive che verrebbero disperse attraverso i fumi…”
Rilievi, quelli elencati, che il comitato No al carbone fortemente appoggiato da Legambiente Calabria, porta avanti da un bel pezzo punzecchiando i vari amministratori locali affinchè si esprimano una volta per tutte in maniera chiara sulla questione.
E il problema sembra stare appunto lì: nella chiarezza. Se è piuttosto chiara la posizione di alcuni partiti anche di opposto orientamento nel dire no alla centrale, rimane incerta invece la posizione degli amministratori dei comuni interessati dall’opera...........
Mentre a livello regionale?
Lì qualcuno lancia già l’allarme: i tempi stringono e i termini ( 30 gg)
per impugnare il decreto del Governo da parte del Consiglio regionale
stanno per scadere…
Tanta fumosità potrebbe voler dire acquiescenza? E a che pro?
ALTRO CHE RIO + 20 IN BRASILE !!!La Centrale a Carbone di Saline Joniche si farà. Regione Calabria permettendo.
Il Ministero dell’Ambiente ha quindi già cambiato parere! E LA REGIONE CALABRIA COSA FARA'?
Il Presidente della Calabria Scopelliti farà come
il "Nostro Presidente della Liguria Burlando" che ha preso i voti "contro il potenziamento a carbone della centrale" per poi firmare ,ad elezioni avvenute, per il potenziamento..........?
il "Nostro Presidente della Liguria Burlando" che ha preso i voti "contro il potenziamento a carbone della centrale" per poi firmare ,ad elezioni avvenute, per il potenziamento..........?
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Tratto da Il Pd dell’Area Grecanica: netto No al Carbone a Saline
Guai a pensare, d’altronde, che tale opera potrà mai risolvere gli annosi problemi economici, sociali, occupazionali dell’Area Grecanica, quanto semmai ne creerà gli altri di cui sopra per soddisfare solo la sete di denaro di un manipolo di persone costituitesi in società per l’occasione.
ADESSO BASTA!!! Com’è possibile che,
ancora oggi, l’ipotesi carbone rimanga in campo nonostante il Protocollo
di Kioto, il Piano Energetico della Regione Calabria che bandisce
appunto il carbone quale fonte energetica, i NO già deliberati da alcuni
Comuni dell’Area territoriale interessata alla costruzione della
centrale?
In conclusione, il PD chiede ai cittadini calabresi di stare uniti per sventolare un’unica bandiera, quella del
NO al carbone!!!
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L’Accademia Internazionale del Bergamotto sulla Centrale a carbone di Saline Joniche
E’ del tutto evidente, infatti, che l’insediamento di una centrale a carbone sia assolutamente incompatibile con l’agricoltura in genere e con lo sviluppo dei “Giardini di Bergamotto” e sarebbe in malafede chi afferma il contrario.
Tutti gli sforzi profusi da coltivatori, dal Consorzio del Bergamotto e dalle Associazioni verrebbero vanificate proprio in un momento in cui la richiesta di olio essenziale di Bergamotto sui mercati mondiali è fortissima, tant’è che non risulta invenduta neanche una goccia di questo prezioso “oro verde”.
Ci chiediamo chi comprerebbe questa preziosa ed unica risorsa calabrese prodotta sotto le emissioni inquinanti di una centrale a carbone che emetterà enormi quantità di metalli pesanti, per i quali non vi sono livelli minimi di tollerabilità per gli organismi viventi.
Per non parlare dei 7 milioni e mezzo di tonnellate di CO2 che contribuirebbero non solo ai mutamenti climatici a livello mondiale,ma che andrebbero ad incidere , in maniera irreversibile, sul delicato equilibrio su cui si fonda la coltivazione del prezioso agrume. Per questo ci appelliamo al senso di responsabilità del Presidente della regione, dott. Giuseppe Scopelliti, affinchè respinga con forza questa imposizione che va, tra l’altro, in controtendenza con gli sforzi profusi in tema di turismo verso cui la sua azione di governo si è orientata.
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