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16 luglio 2012

ITALIA:Affondare il futuro

 Tratto da "La Repubblica"

Affondare il futuro

di Antonio Cianciullo 

 

Meno incentivi all’energia pulita, più soldi a chi brucia rifiuti indifferenziati. Una bella abbinata. 

Mentre il peso dell’import dei combustibili fossili cresce superando abbondantemente i 60 miliardi di euro annui e appesantendo la nostra bilancia commerciale, il ministero dello Sviluppo economico tira il freno per rallentare la crescita delle rinnovabili che utilizzano una materia prima prodotta in casa (sole, vento, calore della terra, biomasse). 

E contemporaneamente si allargano i cordoni della borsa a vantaggio delle attività concorrenziali rispetto alla raccolta differenziata, lo strumento principe per arginare il caos rifiuti.

Come precisa il sito  Qualenergia.it, “gli impianti al di sotto dei 300 kW che bruciano immondizia sono incentivati addirittura più generosamente di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto di una casa:  prendono 257 euro a MWh per 20 anni, per le taglie più grandi si scende a 145 euro/MWh”.
L’incenerimento con recupero di energia, nella scala di priorità dettata dall’Europa, viene dopo la riduzione dei rifiuti e dopo la raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei materiali.

 Convogliare attenzione e risorse

finanziarie prevalentemente sulle discariche e sugli inceneritori vuol dire ignorare la grammatica di un sistema efficiente di gestione del ciclo produttivo (materie prime, prodotti, rifiuti,energia).

  Cioè rischiare di far affondare i


progetti di innovazione tecnologica vincente.

Tratto da QualEnergia

Decreto elettriche, spunta l'incentivo per bruciare rifiuti indifferenziati

Mette in crisi le rinnovabili vere, tagliando loro le gambe con la burocrazia, ma in compenso elargisce incentivi a chi brucia rifiuti indifferenziati. 
Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, infatti, prevede specifiche tariffe per incentivare l'energia elettrica prodotta bruciando rifiuti "non provenienti da raccolta differenziata".

Inoltre viene riconosciuto un periodo transitorio di 6 mesi contro i 4 delle altre fonti rinnovabili.

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