Siamo in crisi o in trasformazione?
"Per chi sorregge il sistema della impossibile crescita infinita in un mondo finito, siamo in crisi. Per chi invece pensa alla sopravvivenza della vita sulla terra, siamo in trasformazione".
di Paolo Ermani - 20 Luglio 2012
È evidente che
per chi vive di potere, di soldi e della vendita di qualsiasi cosa:
siamo in crisi poiché per tenere in piedi un sistema simile c’è bisogno
di un potere d’acquisto crescente all’infinito e anche questo è
evidentemente impossibile, così come poter continuare a riempire
discariche, cantine, case e garage.
Lontano da questa deriva, c’è tutto un mondo variegato
che non aderisce alla follia e che si sta organizzando di conseguenza.
Ovviamente non è rappresentato dai media che sono ampiamente foraggiati
dallo stesso sistema della follia ma esiste. Ogni tanto per folklore sui
media appare qualche articolo sul manager che si è licenziato e fa il
pastore oppure la ditta che va a gonfie vele nel settore biologico ma
dietro ad una notizia del genere ci sono centinaia di persone che stanno
facendo percorsi simili,
c’è tutta un economia parallela che sta
crescendo.
Ovunque ci sono disertori, ci sono già oltre mille gruppi di acquisto collettivo
fra formali e informali, ci sono centinaia di giovani e non che, senza
lamentarsi, si rimboccano le maniche e stanno progettando di recuperare
borghi o luoghi abbandonati per costruirsi un lavoro sensato, avere una
vita più a contatto con la natura e loro stessi. Ovviamente i media non
possono parlare di tutto ciò come una alternativa reale al suicidio
collettivo e quindi al massimo danno notizie spot, ma per il resto è un
martellamento continuo sullo spread, sulla possibile tragedia se la Fiat
vende meno macchine, se i nostri marchi storici entrano in crisi, il
tutto condito dal solito ricatto occupazionale in cui i sindacati invece
di farsi venire idee alternative, ci cascano sempre dentro con tutte le
scarpe.
Viene creato artificiosamente questo clima di panico
e paura generalizzata così da imprimere nella testa delle persone che
se non si fanno sacrifici, se non si sorregge la baracca, sarà una
catastrofe.
Invece è proprio lasciando al suo destino questo sistema morente che può nascerne un altro, di sopravvivenza e vita reale.
Non
bisogna seguire i lamenti, non bisogna pensare che solo rianimando il
moribondo avremo delle possibilità.
Il moribondo scalcia e cerca di
aggrapparsi con tutte le sue forze e i suoi potentissimi mezzi, per
cercare la nostra approvazione, il nostro aiuto, il nostro sacrificio
per permettergli di riprendersi e di continuare imperterrito a
sfruttarci e distruggere.
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