Tratto da AgoraMagazine
Ilva Taranto: la nuova AIA entro settembre? Non siamo tranquilli!
martedì 21 agosto 2012
di
Erasmo Venosi
Le dichiarazioni del titolare del dicastero
dell’ambiente sulla nuova Aia all’Ilva che, sarà concessa entro il 30
di settembre non consente di essere tranquilli e nemmeno ottimisti
sulla vicenda dell’Ilva .
Il Ministro afferma “ sappiamo cosa bisogna
fare, si tratta solo di decidere quali sono gli interventi fattibili” e
ancora più chiaro, sulle prescrizioni Aia “ più secca e con molto meno
prescrizioni”. Sconfessate gran parte delle 462 prescrizioni
rilasciate con l’Aia dell’agosto 2011.
Ma c’è di più. A noi sembra che
intorno alla nuova Aia, da confezionare in 40 giorni ci sia solo tanto,
ma tantissimo fumo, e null’altro
Ilva sa benissimo le cose che deve
fare e a tal fine ha sottoscritto, con Regione, Provincia , Comuni e
Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo , della Salute molti Atti
d’Intesa:
1) in data 8 gennaio 2003 avente ad oggetto gli
“Interventi per il miglioramento dell’impatto ambientale dello
stabilimento ILVA di Taranto;
2) in data 27 febbraio 2004 , avente ad oggetto gli
“Interventi per il miglioramento dell’impatto ambientale dello
stabilimento ILVA di Taranto”, con cui l’ azienda si impegnava a
presentare un documento contenente le prime indicazioni delle aree di
intervento interessate dall’adeguamento alle BAT, anche con riferimento
alle migliori tecniche disponibili relative alla produzione e
lavorazione dei metalli ferrosi contenute nei documenti comunitari di
settore e nelle linea guida nazionali;
3) in data 15 dicembre 2004, avente ad oggetto gli
“Interventi per il miglioramento dell’impatto ambientale derivante dallo
stabilimento ILVA di Taranto”, che confermava, in particolare,
l’impegno assunto nei due precedenti Atti di Intesa a presentare, entro 9
mesi dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale di emanazione
delle linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori
tecniche disponibili per il settore siderurgico, il “Piano di
adeguamento, ove necessario, degli impianti esistenti dello stabilimento
di Taranto, alle migliori tecniche disponibili”;il documento
contenente le prime indicazioni delle aree di intervento interessate
dall’adeguamento alle B.A.T (migliori tecnologie disponibili) ,
presentato da ILVA, in data 21/04/2004, alla Direzione generale per la
salvaguardia ambientale del Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio .....
Tutte le “partecipazioni” oggi declamate dal
Ministro erano tutte previste nell’Accordo di Programma (AdP)
sottoscritto l’11 aprile 2008 : fu istituito con l’AdP, un Comitato di
Coordinamento con rappresentanti del Ministero dell’interno, del
Ministero della salute, del Ministero dello sviluppo economico che
doveva avvalersi di Ispra (Istituto Superiore Protezione Ricerca
Ambiente ) e di esperti provenienti da enti di ricerca o altri
organismi, quali il CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) , l’ISPESL
(Istituto Superiore Prevenzione Sicurezza Lavoro) , l’ISS (Istituto
Superiore Sanità) , l’ENEA e l’ASL territorialmente competente.
Ilva nel Piano di Interventi per l’adeguamento alle Bat ha anche quantificato il costo degli interventi e parliamo del 2007 e con insufficienza di analisi delle problematiche: “L’ammontare complessivo, pari a 472 milioni di euro” (altro che i 146 milioni offerti!!!).....
Ilva nel Piano di Interventi per l’adeguamento alle Bat ha anche quantificato il costo degli interventi e parliamo del 2007 e con insufficienza di analisi delle problematiche: “L’ammontare complessivo, pari a 472 milioni di euro” (altro che i 146 milioni offerti!!!).....
Tutto quello che s’ha da fare è
conosciuto da Ilva e dalle Istituzioni......
A questo punto vista che per il Ministero dell’Ambiente ,
pare insufficiente la mole di documenti, verifiche, segreterie tecniche,
atti d’intesa e proposte che da almeno un decennio riguardano gli
interventi su Ilva propongo di far intervenire gli esperti del Ministero
che sono intervenuti in Cina. Bisogna sapere che il Ministro Clini nel
2005 è stato assegnatario da parte del Governo cinese e come
riconoscimento per la cooperazione italiana nel settore ambientale in
Cina, dell’importante “Premio Internazionale per la Scienza e la
Tecnologia”.
In verità molti italiani non sanno che il Ministero
dell’Ambiente italiano, dall’anno 2000 ha sviluppato in Cina 57 linee
progettuali, cofinanziando progetti ambientali per un primo importo
paria 108 milioni di euro e un secondo programma dal costo stimato di
190 milioni di euro.
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Tratto da Savona News
AIA - Erasmo Venosi, ex vice presidente della commissione Ippc sostituito dalla Prestigiacomo (mentre prosperava Dario Ticali)
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