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20 agosto 2012

Ilva,ecco le motivazioni: "Inquinare? Scelta aziendale Disastro eliminabile con misure imponenti"

Tratto da "Quotidiano.net"

Ilva, ecco le motivazioni:

                "Inquinare? Scelta aziendale
Disastro eliminabile con misure imponenti"



Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (Ansa)


Taranto, 20 agosto 2012 - Sono state depositate le motivazioni del Tribunale del Riesame in merito al ricorso presentato dall’Ilva contro l’ordinanza del gip Patrizia Todisco del 25 luglio scorso che prevedeva il sequestrato di alcune aree. Le motivazioni saranno notificate nel giro di qualche ora alle parti.

(TRATTO DA ECOBLOG :Ad esempio su Corporerus Corpora che ha scansito le 136 pagine del decreto di sequestro firmato dalla Todisco emerge il dolo, ossia il cosciente e reiterato inquinamento confermato poi dal Riesame che scrive nelle 113 pagine della sentenza (leggila  qui )inviata all’ILVA....) 
 
COSA DICONO LE MOTIVAZIONI - Il Tribunale del Riesame “ritiene che le modalità esecutive del sequestro, in concreto, non possano che essere individuate dagli stessi custodi-amministratori sulla base delle migliori tecnologie disponibili e attuate sotto la supervisione del pm procedente quale organo dell’esecuzione all’esclusivo fine dell’eliminazione della situazione di pericolo”. E’ quanto si legge nelle motivazioni del tribunale del Riesame sul ricorso dell’Ilva contro le decisioni del gip del 25 luglio scorso che disponevano il sequestro di alcuni impianti dello stabilimento siderurgico tarantino. Le motivazioni sono state depositate stamani.
"SEQUESTRO, DECIDONO I CUSTODI" - All’Ilva secondo i giudici del Riesame l’obiettivo da raggiungere deve essere quello “di evitare che la libera disponibilità del bene sottoposto a sequestro possa aggravare e protrarre le conseguenze di reati”. “Nel caso in specie - proseguono i magistrati del Riesame - l’obiettivo da perseguire è uno e uno solo ovvero il raggiungimento, il più celermente possibile, del risanamento ambientale e l’interruzione delle attviità inquinanti.
 Sono due quindi- secondo il Riesame - i principi che vanno riaffermati: quello di ricondurre il provvedimento di sequestro alla sua specifica finalità tesa alla cessazione dell’attività criminosa in corso, l’altro quello di recuperare l’autonomia decisionale dei custodi-amministratori”.
PROGRAMMA RISANAMENTO - Per i magistrati dunque “le concrete modalità operative dovranno essere decise dai custodi sulla base delle migliori tecnologie disponibili e attuate sotto la supervisione dell’ufficio del pubblico ministero al fine di consentire, peraltro, un proficuo controllo delle autorità giudiziarie su emissioni inquinanti ancora in atto e sulla concreta efficacia degli interventi volti a neutralizzarle. Va comunque immediatamente adottato da parte dei custodi unitamente a un programma che indichi i tempi e le modalita’ del risanamento un sistema di monitoraggio in continuo delle medesime”.
 MISURE ECOCOMPATIBILI - L’Ilva - secondo il tribunale del Riesame - deve, da un lato, eliminare ‘’la fonte delle emissioni inquinanti (con la rimodulazione dei volumi di produzione e della forza occupazionale)’’, dall’altro “provvedere al mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento”, solo dopo averla resa ‘’compatibile’’ con ambiente e salute.

COME INTERVENIRE - Il disastro ambientale doloso prodotto dall’Ilva è ‘’ancora in atto’’ e ‘’potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d’intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all’eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi".
"EMISSIONI POLVERI INTOLLERABILI" - “L’Ilva non ha alcuna autorizzazione ad immettere all’esterno ingenti quantità di polveri dell’area parchi:lo dimostra la precedente condanna, confermata in Cassazione, a carico di Emilio Riva e Lugi Capogrosso”. Per i giudici “è vero che in atti non vi è prova del superamento di alcuni limiti di legge ma cio’ che assume rilievo è che l’emissione di polveri non convogliate dovevano essere tendenzialmente eliminate, e se invetabili, dovevano essere comprese nel livello di normale tollerabilita’: non possono certamente considerarsi tollerabili emissioni di polveri che, quotidianamente, si depositano in grande quantita’ sulle abitazioni, sulle auto e sulle strade del quartiere Tamburi e che, anche per la loro composizione fisico-chimica, sono idoenee non solo ad imbrattare ma anche a cagionare molestia alle persone, mettendone in pericolo la salute”.
“Dall’area parchi -affermano ancora i giudici del Riesame- sono state emesse polveri che non dovevano fuoriuscire o comunque non dovevano superare il limite di normale tollerabilità. Le concrete modalità di gestione dello stabilimento siderurgico hanno determinato la continua e costante dispersione nell’aria-ambiente di enormi quantita’ di polveri nocive e di altri inquinanti di accertata grave pericolosita’ per la salute umana nonchè la contaminazione di terreni e acque e di animali destinati all’alimentazione umana in un’area vastissima”.

"ATTIVITA' INQUINANTE VOLONTARIA" - Per i magistrati del Riesame si tratta di “azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell’ambiente con conseguente grave ed estesa capacita’ lesiva tale da provocare un effettivo pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone. Un disastro ambientale pericoloso per la pubblica incolumita’ determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso -dicono ancora i giudici- una costante e reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà per la deliberata scelta della proprieta’ e dei gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell’Ilva, i quali hanno continuato a produrre massicciamente nell’inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte nello specifico dai provvedimenti autorizzativi”. 
L’area parchi minerari, estesa per circa 70 ettari, e’ una di quelle sequestrate dal gip Patrizia Todisco con l’ordinanza del 25 luglio scorso e, secondo i periti, costituisce uno dei maggiori fattori di inquinamento del siderurgico che ora la nuova Aia che dovrebbe essere rilasciata all’azienda dovra’ affrontare. 
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Immagine tratta da Peacelink


ILVA SOTTO SEQUESTRO:"Piaccia o meno ,per la nostra Costituzione,e vieppiù per la legge penale, ,la salute dei lavoratori viene prima del profitto dell'azienda e va tutelata anche a discapito di questo"
Dottoressa Patrizia Todisco ,Gip del Tribunale di Taranto

 Immagine tratta da Tmnew 








Ilva/ Per il Riesame la dirigenza sapeva di inquinare
......Il Riesame è però durissimo sulle responsabilità della proprietà e dei dirigenti dell'Ilva (primi tra tutti Emilio Riva, suo figlio Nicola, e il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso, i soli per i quali sono stati confermati gli arresti domiciliari), autori dal 1995 ad oggi di «azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell'ambiente (...) tale da provocare un effettivo pericolo per la salute e la vita di un numero indeterminato di persone». 
I giudici snocciolano considerazioni inequivocabili sull'inquinamento in corso e concludono ricordando che l'Ilva non ha mai rispettato gli impegni di volta in volta sottoscritti con le amministrazioni pubbliche per abbattere le emissioni nocive. 
Basta riportare un dato inquietante: mentre firmava accordi in favore dell'ambiente, la quantità di diossina prodotta dallo stabilimento tarantino rispetto al totale nazionale saliva dal 32% del 2002 al 90% del 2005.  

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