Riportiamo l'articolo integrale dell'Oncologo e Medico Isde di Forlì Ruggero Ridolfi ,da leggere con attenzione e meditare.
Ringraziamo I MEDICI ISDE per il loro impagabile impegno , poichè da anni si battono a fianco dei cittadini per una SERIA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA.
Tratto da ISDE ITALIA NETWORK
LA SALUTE NELLE MANI DELLA MAGISTRATURA.
Ruggero Ridolfi – Oncologo Forlì –ISDE Italia
Solo nel 2010 l’Ilva di Taranto ha emesso oltre 4 mila tonnellate di
polveri, 11 mila tonnellate di diossido di azoto, oltre 11 mila
tonnellate di anidride solforosa, 7 tonnellate di acido cloridrico; più
di 1 tonnellata di benzene; 338,5 chili di Idrocarburi Policiclici
Aromatici; 52,5 grammi di benzo(a)pirene;ed infine ben 14,9 grammi di
diossine: ovvero la quantità annua massima tollerabile per 290 milioni
di persone del peso di 70 kg…. e, quindi, per circa un miliardo di
bambini del peso di 15 Kg. Si aggiungono poi le emissioni “non
convogliate”, ovvero quelle che non escono direttamente dai camini e che
la stessa Ilva stima in ulteriori 2148 tonnellate di polveri. E’ un
disastro ambientale ampiamente annunciato: dal 2004 al 2010 sono stati
stimati mediamente 83 morti all’anno attribuibili ai superamenti di
polveri sottili nell’aria ed i ricoveri per cause cardio-respiratorie
sono stati 648 all’anno. Già negli anni 90 era denunciato un eccesso di
mortalità per patologia tumorale (+11%) e per altre patologie: malattie
neurologiche (+64%) e malattie cardiache (+14%), nei lavoratori
dell’impianto. Ora l’Istituto Superiore di Sanità riporta, nella
popolazione di Taranto, un aumento del 15 % di mortalità per tutti i
tumori, che raggiunge il 30% per il cancro del polmone, rispetto al
resto della popolazione italiana.
In questi giorni vari personaggi politici e dirigenti di industria
hanno rilasciato dichiarazioni e fatto affermazioni che lasciano
francamente perplessi. Hanno attaccato, anche pesantemente, la
Magistratura quasi fosse Lei la causa del disastro. Ma è dovere assoluto del Magistrato intervenire di fronte all’evidenza di crimini, soprattutto se di proporzioni così vaste nei confronti dell’ambiente e della salute, con morti che si contano a centinaia e che si continueranno a contare per decenni.Già gli enti regolatori locali sono dovuti intervenire più volte a fronte di segnalazioni per lo più giunte da varie Associazioni: nel pecorino prodotto nei pascoli prossimi all'Ilva sono state trovate concentrazioni di diossina e PCB tre volte superiori ai limiti di legge e la ASL di Taranto ha abbattuto 1300 capi di bestiame. Nel 2010 un'ordinanza della Regione Puglia ha vietato il consumo di carni degli ovini e caprini cresciuti in un raggio di 20 km dall'area industriale di Taranto, per eccesso di diossina. La ASL di Taranto ha vietato il prelievo e la vendita di cozze allevate nel primo seno del Mar Piccolo: vi sono altissime concentrazioni di diossina e PCB. Uno studio di ricercatori dell'ARPA ha evidenziato un eccesso di piombo nelle urine dei Tarantini e così via.
Forse la Magistratura sarebbe dovuta intervenire prima, ma
probabilmente non era facile districarsi fra schiere di Amministratori e
Scienziati sempre pronti a dichiarare che “non vi sono prove certe di
causa/effetto” e che i numeri di morti ed ammalati “non sono
sufficienti”.
E non è stata aiutata dalle norme vigenti che, invece di
imporre controlli in continuo delle emissioni, lascia facoltà di
controlli eseguiti 3-4 volte l’anno per 6-8 ore per essere “in regola”
(lo stesso recente “Decreto Semplificazioni” parla, addirittura, di
autocertificazioni “amichevoli” da parte dei titolari degli impianti).
Né hanno aiutato i Magistrati gli organismi di controllo, evidentemente
incapaci o molto più probabilmente conniventi.
Così si è giunti di
fronte ad un crimine contro la popolazione la cui proporzione potrà
essere misurata solo con il passare di molti anni, fra dolore e
sofferenza di ammalati e delle loro famiglie.
Ben venga, quindi, l’azione della Magistratura: è un suo dovere istituzionale perché l’evidenza dei crimini commessi fra arroganza del potere economico, incuria, ignoranza, connivenza e cinismo è sotto gli occhi di tutti.La Politica è ormai succube dell’Economia, deve incentivare la produzione a tutti i costi per compiacere le lobby ed i centri di potere, che però poi le chiedono il conto.
In Italia ne conseguono, come detto, facilitazioni normative che, per esempio per quanto riguarda i controlli, rasentano la farsa.
Per tacere del
comportamento degli organi deputati ai controlli, i cui ruoli nevralgici
sono di nomina politica, che tendono a non disturbare le lobby
che ruotano intorno ai partiti e gli interessi economici.
A tutto questo
si aggiunge una corte di referenti scientifici, spesso anch’essi
conniventi con la politica per clientelismo, che giustificano tutto e
negando ogni nesso causale, ripropongono in continuo nuovi studi o
monitoraggi che, sanno bene, si concluderanno dopo molti, troppi anni.
Come se ci fosse bisogno di chissà quali dimostrazioni per affermare che
a forza di spargere tonnellate di veleni e cancerogeni ci si ritrova un
aumento del numero di morti per cancro o per altre malattie.
Anche i
Sindacati hanno taciuto per anni sul disastro ambientale, come se la
difesa del posto di lavoro fosse merce di scambio con la vita dei
lavoratori e dei propri familiari. E forse si è anche trattato di una
connivenza moralmente discutibile, se è vero, ad esempio, che il Patron
dell’Ilva ha contribuito sostanziosamente a sostenere le celebrazioni
nazionali per i 150 anni della CGIL.
Ben venga dunque la Magistratura, e chi altri sennò?
Se la Politica
vuole dare un segnale forte di discontinuità legiferi in modo che i
controlli siano gestiti dalla Magistratura o almeno da un soggetto
arbitrale terzo, assolutamente estraneo ai giochi della politica stessa,
altrimenti non se ne esce.
Ultimamente è stata coniata una sgradevole espressione per denunciare
cattive leggi contro i lavoratori: “macelleria sociale”.
Ora a Taranto
questa sgradevole espressione sembra prendere corpo.
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