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24 agosto 2012

1)CIVITAVECCHIA:Lungarini: "La centrale Enel dovrebbe essere chiusa oggi stesso".2) BRINDISI: polveri disperse dalla centrale Enel: la Provincia vuole 500 milioni per risarcimento danni....

A PROPOSITO DI CENTRALI A CARBONE DUE RECENTISSIMI ARTICOLI IL PRIMO DA CIVITAVECCHIA E IL SECONDO DA BRINDISI:
PER IL CARBONE MALA TEMPORA CURRUNT...

Tratto da Civitavecchia TodayCivitavecchia: Lungarini, la centrale Enel và chiusa oggi stesso

Lungarini: "La centrale Enel dovrebbe essere chiusa oggi stesso"

di Sonia Bertino
"La centrale a carbone dovrebbe essere chiusa oggi stesso e bene farebbe il sindaco ad emanare una specifica ordinanza contenente le prescrizioni previsti dalle norme sulla sanità pubblica, imponendo a Enel di adeguarsi immediatamente al regolamento comunitario 166/06 e al Bref del 2006, in attesa di richiedere altresì una nuova procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale al Ministero".
Parola del consigliere comunale di maggioranza e delegato al Tribunale Fabrizio Lungarini. Dichiarazioni che vanno ad aggiungersi al calderone già stracolmo di dichiarazioni pro e contro centrale Enel e che sta dividendo l'opinione pubblica anche nazionale. Con richieste di incontro all'amministrazione comunale che piovono anche da Porto Tolle.
"Enel, nella consapevolezza di violare le normative comunitarie sulle emissioni inquinanti continua a esercitare la propria attività sulla scorta di una autorizzazione integrata ambientale scaduta e da invalidare. Da delegato agli affari legali - spiega Lungarini - ho infatti esaminato i provvedimenti che nel tempo si sono succeduti e ho constatato che il decreto autorizzativo originario risale ormai al 2003 e che lo stesso è stato solo parzialmente riesaminato, limitatamente ad alcuni aspetti, nel 2009. 
 In quella occasione con evidenti forzature - aggiunge il consigliere comunale di maggioranza - si è agito sistematicamente in deroga al Bref comunitario che limita grandemente le emissioni a livello comunitario anche in base all'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili".
Insomma "i parametri valutati nel 2003 sono sicuramente scaduti e fuori legge, mentre quelli del 2009, che comprendono anche le emissioni di ossido di carbonio, sono largamente eccedenti i limiti concessi dalla Comunità Europea.
 Prova ne è anche a seguito dell'istituzione del registro europeo degli agenti inquinanti delle centrali, l'Enel e il Ministero dell'ambiente non hanno mai comunicato i dati della centrale a carbone di Civitavecchia, mentre la nostra centrale non è stata censita e certificata dal registro comunitario delle centrali che rispettano i parametri Bref".
Considerazione facilmente a portata di tutti, cittadini compresi, che possono "verificare quanto vado dicendo collegandosi al sito http://prtr.ec.europa.eu/ dove troveranno miseramente i dati relativi all'anno 2004, laddove è onere di ciascun produttore e del Ministero di trasmettere annualmente i dati aggiornati di 91 sostanze inquinanti".



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Brindisi, polveri disperse dalla centrale Enel: la Provincia vuole 500 milioni .

L'ente si costituirà parte civile nel processo a carico di 15 persone che si aprirà a dicembre e chiede un risarcimento per danni di immagine, ambientali, alla salute, alla perdita di chance per il territorio

centrale carbone_interna nuova
La Provincia di Brindisi vuole 500 milioni di euro di risarcimento per la dispersione di polveri di carbone dal nastro trasportatore della centrale elettrica Federico II di Cerano, impianto a 12 chilometri da Brindisi, da 2.640 megawatt.
 L’ente ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel processo contro 13 dirigenti Enel e due imprenditori. La giunta provinciale, guidata da Massimo Ferrarese, ha deliberato di voler prendere parte al dibattimento che comincerà il 12 dicembre prossimo e ha quantificato l’importo da richiedere “salvo maggiori somme che dovessero risultare accertate a seguito dei procedimenti giudiziari”. Inoltre da Brindisi hanno conferito il mandato al legale incaricato, Rosario Almiento, di citare nel processo in qualità di responsabile civile, per i fatti commessi dagli imputati e dai dipendenti di Enel Produzione Spa, “relativamente al risarcimento dei danni di immagine, ambientali, alla salute, alla perdita di chance per il territorio e per altri eventuali e potenziali voci di danno patrimoniali e non subiti dalla provincia e dai cittadini”
La Provincia di Brindisi è solo una delle 38 parti offese inserite dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza nel decreto col quale il 31 luglio scorso ha citato direttamente a giudizio 15 persone. I fatti contestati nell’inchiesta, da poco conclusa, risalgono a un periodo compreso tra il 2000 e il 2011. Secondo l’accusa non sarebbero state attuate le azioni necessarie per scongiurare o ridurre la dispersione della polvere di carbone che avrebbe così provocato “danni, insudiciamento e imbrattamento delle colture”. Agli imputati, oltre al getto di cose pericolose, è contestato anche il reato di danneggiamento. 
Oltre alla Provincia sono parti offese anche  il ministero dell’Ambiente, Federutenti di Bari e il Comune di Brindisi. Quest’ultimo però, non sarebbe nelle condizioni di costituirsi parte civile perché l’ex sindaco Domenico Mennitti nel febbraio 2010 ha stipulato un accordo transattivo con Enel.

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