A PROPOSITO DI CENTRALI A CARBONE DUE RECENTISSIMI ARTICOLI IL PRIMO DA CIVITAVECCHIA E IL SECONDO DA BRINDISI:
PER IL CARBONE MALA TEMPORA CURRUNT...
PER IL CARBONE MALA TEMPORA CURRUNT...
Tratto da Civitavecchia Today
Lungarini: "La centrale Enel dovrebbe essere chiusa oggi stesso"
di Sonia Bertino
"La centrale a carbone dovrebbe essere chiusa oggi stesso e bene farebbe il sindaco ad emanare una specifica
ordinanza contenente le prescrizioni previsti dalle norme sulla sanità
pubblica, imponendo a Enel di adeguarsi immediatamente al regolamento
comunitario 166/06 e al Bref del 2006, in attesa di richiedere altresì
una nuova procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale al
Ministero".
Parola del consigliere comunale di maggioranza e delegato al Tribunale Fabrizio Lungarini.
Dichiarazioni che vanno ad aggiungersi al calderone già stracolmo di
dichiarazioni pro e contro centrale Enel e che sta dividendo l'opinione
pubblica anche nazionale. Con richieste di incontro all'amministrazione
comunale che piovono anche da Porto Tolle.
"Enel, nella consapevolezza di violare le normative comunitarie sulle emissioni inquinanti
continua a esercitare la propria attività sulla scorta di una
autorizzazione integrata ambientale scaduta e da invalidare. Da delegato
agli affari legali - spiega Lungarini - ho infatti esaminato i
provvedimenti che nel tempo si sono succeduti e ho constatato che il
decreto autorizzativo originario risale ormai al 2003 e che lo stesso è
stato solo parzialmente riesaminato, limitatamente ad alcuni aspetti,
nel 2009.
In quella occasione con evidenti forzature - aggiunge il
consigliere comunale di maggioranza - si è agito sistematicamente in
deroga al Bref comunitario che limita grandemente le emissioni a livello
comunitario anche in base all'utilizzo delle migliori tecnologie
disponibili".
Insomma "i parametri valutati nel 2003 sono sicuramente scaduti e fuori legge,
mentre quelli del 2009, che comprendono anche le emissioni di ossido di
carbonio, sono largamente eccedenti i limiti concessi dalla Comunità
Europea.
Prova ne è anche a seguito dell'istituzione del registro
europeo degli agenti inquinanti delle centrali, l'Enel e il Ministero
dell'ambiente
non hanno mai comunicato i dati della centrale a carbone di
Civitavecchia, mentre la nostra centrale non è stata censita e
certificata dal registro comunitario delle centrali che rispettano i
parametri Bref".
Considerazione facilmente a portata di tutti, cittadini compresi, che possono
"verificare quanto vado dicendo collegandosi al sito
http://prtr.ec.europa.eu/ dove troveranno miseramente i dati relativi
all'anno 2004, laddove è onere di ciascun produttore e del Ministero di
trasmettere annualmente i dati aggiornati di 91 sostanze inquinanti".
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Tratto da Il Fatto Quotidiano
Brindisi, polveri disperse dalla centrale Enel: la Provincia vuole 500 milioni .
L'ente si costituirà parte civile nel processo a carico di 15 persone che si aprirà a dicembre e chiede un risarcimento per danni di immagine, ambientali, alla salute, alla perdita di chance per il territorio
L’ente ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel processo contro 13 dirigenti Enel e due imprenditori. La giunta provinciale, guidata da Massimo Ferrarese, ha deliberato di voler prendere parte al dibattimento che comincerà il 12 dicembre prossimo e ha quantificato l’importo da richiedere “salvo maggiori somme che dovessero risultare accertate a seguito dei procedimenti giudiziari”. Inoltre da Brindisi hanno conferito il mandato al legale incaricato, Rosario Almiento, di citare nel processo in qualità di responsabile civile, per i fatti commessi dagli imputati e dai dipendenti di Enel Produzione Spa, “relativamente al risarcimento dei danni di immagine, ambientali, alla salute, alla perdita di chance per il territorio e per altri eventuali e potenziali voci di danno patrimoniali e non subiti dalla provincia e dai cittadini”.
La Provincia di Brindisi è solo una delle 38 parti offese inserite dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza nel decreto col quale il 31 luglio scorso ha citato direttamente a giudizio 15 persone. I fatti contestati nell’inchiesta, da poco conclusa, risalgono a un periodo compreso tra il 2000 e il 2011. Secondo l’accusa non sarebbero state attuate le azioni necessarie per scongiurare o ridurre la dispersione della polvere di carbone che avrebbe così provocato “danni, insudiciamento e imbrattamento delle colture”. Agli imputati, oltre al getto di cose pericolose, è contestato anche il reato di danneggiamento.
Oltre alla Provincia sono parti offese anche il ministero dell’Ambiente, Federutenti di Bari e il Comune di Brindisi. Quest’ultimo però, non sarebbe nelle condizioni di costituirsi parte civile perché l’ex sindaco Domenico Mennitti nel febbraio 2010 ha stipulato un accordo transattivo con Enel.
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